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La crisi semplificata e perché Draghi svaluta l’Euro (e la Merkel non si oppone)

La caduta dei prezzi distrugge l'economia: il Sig. Rossi acquista una casa da 500.000 Euro, finanziandola per il 20% di tasca propria (100.000 Euro) e per l'80% con un finanziamento (400.000 Euro). A seguito della caduta dei prezzi la casa vale 400.000 Euro, ovvero il debito dall'80% è passato al 100% del valore della casa ed in più il 20% (100.000 Euro) anticipato dal Sig. Rossi si è volatilizzato.
 
Ecco dunque come la caduta dei prezzi disincentiva gli acquisti, con un ulteriore caduta dei prezzi stessi, ma altresì inducendo crisi sia nell'industria, nella produzione, ma anche nello stesso settore bancario. A livello macroeconomico la situazione non cambia: un Paese ha un debito pubblico eguale al proprio PIL, ammontante ad i Bilione di Euro, ovvero debito pubblico = 100% PIL. La caduta dei prezzi porta, a parità di produzione, il valore del PIL a 0.9 Bilioni di Euro contro 1 Bilione di Euro di debito pubblico, cioé il debito pubblico non è più = 100% del PIL bensì = 111%.
 
Da qui la decisione di Mario Draghi di acquistare titoli del debito pubblico dei Paesi dell'Unione che implica di per sé una svalutazione dell'Euro: la casa di 400.000 Euro del Sig. Rossi continuerebbe ad avere un valore nominale di 500.000 Euro e lui non si vedrebbe volatilizzati i suoi 100.000; idem per il Paese con debito pubblico = PIL. Si tratta di una realtà che sia a livello micro che macroeconomico investe ormai sempre più tutti i Paesi dell' Unione Europea, compresa - le vicende del Franco svizzero di alcuni giorni fa lo dimostrano - la stessa Germania. La decisione di Mario Draghi perciò sostiene anche l'economia tedesca, motivo per cui la stessa Angela Merkel (e molti "falchi" dell'anti inflazionismo tedesco) non si è di fatto opposta alla politica del capo della BCE. 
 
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