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La cosa Italia

 Ad un certo punto del suo pontificato, Giovanni Paolo II scrisse una preghiera per l’Italia che si conclude con l’auspicio che la Santa Trinità protegga il Belpaese.

 

Papa Wojtyla ebbe anche occasione di lanciare un’invettiva contro la mafia, esortando alla conversione i rappresentanti storici del noto baluardo italico contro il comunismo.

 

Durante il suo pontificato Wojtyla pubblicò fra l’altro l’enciclica Lo splendore della Verità che Emanuele Severino, durante una trasmissione condotta all’epoca da Angela Buttiglione, definì "un’operazione con la "O" maiuscola".

 

A proposito di ’operazioni’, dopo il lungo pontificato di Giovanni Paolo I (Papa Luciani), di verità ce ne sarebbe stato parecchio bisogno, ma sembra che in quel caso, ne sia prevalso il lato più oscuro. Doveva senz’altro trattarsi del mistero della fede.

 

 Nel caso della ‘cosa’ Italia, più che caratterizzarsi come splendore, parrebbe che la verità rifugga da ogni illuminazione e si annidi in un pauroso buco nero del quale l’Inferno dantesco era solo un’immagine naif.

 

Occorre davvero domandarsi che cosa sia l’Italia per poter esprimere i vertici di indecenza e di vergogna culturale e politica che la caratterizzano. Quale possa essere la ’radice’ di un male così profondo, quello del quale il protagonista del film Il Divo rileva l’assurda tragica necessità.

 

Quale occulto centrale potere informa lo stato delle cose e le cose dello Stato? 

 

Quale vero indicibile si cela dietro le quinte del politico romano tea-trino?

 

Quale ruolo storico gioca la neutralità di una fede ultraterrena che fa del Male terreno il suo più paradossale alleato?

 

In un paese con un minimo di dignità una situazione come quella italiota condurrebbe al risveglio di una coscienza collettiva che spazzerebbe via la cosiddetta classe dirigente, a meno che non fosse proprio l’inettitudine della maggioranza del popolo a mantenerla in vita: in quel caso però, il presunto splendore si manifesterebbe come una nera magia. 

 

Nel Belpaese la Trinità richiamata all’inizio, ha prodotto una spregiudicata gestione ed una perversa mediazione della contraddizione e, con esse, la totale corruzione del senso. Complici del continuo mix-fatto le pavide intellighenzie dominanti che dell’ente hanno fatto un Niente e del Centro il non(aver)-luogo della Verità. 

 

Occorrerà tracciare una nuova linea di demarcazione della Verità per uscire dall’italico baratro? Occorrerà un real pd che illumini la romana Via?




°°°°°°°°°°°°°°

 

Da: Impero. Il nuovo ordine della globalizzazione

 

Pag. 360 - LA CORRUZIONE

 

(...) Nell’Impero la corruzione è dappertutto: è la pietra angolare e la chiave del dominio. Si mostra in svariate forme: nel governo supremo dell’Impero e nelle sue feudali amministrazioni periferiche; nelle forze più raffinate dell’amministrazione poliziesca e in quelle più marcescenti; nelle lobby delle classi dirigenti; nelle mafie dei gruppi emergenti; nelle chiese e nelle sette; negli autori degli scandali e in coloro che li perseguono; nelle grandi organizzazioni finanziarie e nelle transazioni economiche quotidiane.


Con la corruzione l’Impero ricopre il mondo con uno schermo oscuro. Il comando sulla moltitudine viene esercitato in questa coltre putrida, nell’assenza di luce e della verità. Non è un mistero come riconoscere la corruzione e come identificare la potente vacuità della coltre di indifferenza con cui il potere imperiale avvolge il mondo.

 

 

 

Commenti all'articolo

  • Di Inenascio Padidio (---.---.---.105) 18 marzo 2009 11:36

     

    Giovanni Paolo II è stato esaudito nella Sua «preghiera per l’Italia che si conclude con l’auspicio che la Santa Trinità protegga il Belpaese». 
    Dio, per questo e tant’altro, ha suscitato Inenascio Padidio, a decorrere dal 25/10/1993. Iniziai l’Opera epistolare e profetica
     LA DIVINA COMMEDIA BIS, depositata presso SGARBI e BERLUSCONI nell’arco di 12 anni e, nel Dicembre 2000, portata a conoscenza di tutte le massime Personalità politiche, imprenditoriali, scientifiche e culturali degli ultimi 15 anni, in rappresentanza del Glorioso Popolo Italiano. Perché glorioso? Per Amore di Dio! A motivo del Faro di Luce in Roma.
    Inenascio Padidio oggi risulta ancora condannato a ignominiosa «morte civile», dal 3/3/1994, con interdizione di fatto. Equivale alla «morte di croce» del Figlio dell’Uomo Cristo di bimillenaria memoria. Nessuno però ne vuole prendere atto, con i mass-media in testa, è ritenuta una NON-NOTIZIA. Sbalorditiva indifferenza, dovuta ad abissale ignoranza e falsa paura.
    Ma io, Inenascio Padidio, in quest’anno, saprò bene come farmi sentire, sia pure virtualmente, su Internet.
    Si sconfiggerà la prepotenza della USUROCRAZIA demoniaca, imperante ai vertici delle Banche centrali sovranazionali. Sarà restituita la Sovranità monetaria agli Stati, quindi la proprietà della moneta attribuita ai cittadini dei Popoli, in termini di "Reddito di cittadinanza", in conseguenza della teoria economica, scientificamente dimostrata giusta a Guardiagrele d’ Abruzzo, dal Chiar.mo Prof. Giacinto Auriti, mediante la sperimentazione del SIM[bolo]EC[onometrico] da me definito: CRISTOMETRO (moneta cristiana: sangue buono al posto del sangue avvelenato). Il mondo inizierà la nuova ÈRA della Civiltà dell’Amore, auspicata da Papa Paolo VI. Non ci sarà più "Debito pubblico" (la causa madre di tutte le sciagure umane). Chi vivrà vedrà! Sono rose e fioriranno! Fatti verificabilissimi, non chiacchiere!

     

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