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La cacciata grand’illusione per liberarsi della rogna

La cacciata è lo strumento, l’artificio più adottato, più gettonato dell’Uomo per liberarsi della rogna e, nel contesto, è anche una delle sue più grandi e radicate illusioni, quella d’esser convinto che basti cacciare, allontanare, recidere, tagliare, separare ciò che infastidisce, inquieta, disturba una presunta armonia per risolvere il problema. Così è per il corpo nelle sue parti, così è per sé stesso nei suoi Altri. Castrare è l’imperativo, la viva voglia, privandosi notoriamente di vitalità, limitandosi nelle potenzialità, inibendosi.
Lo facciamo di già con il dolore, ogni giorno, quello stesso messaggero d’un profondo irrisolto, insondato e sconosciuto. Eppure anche lui fa parte di quegl’altri, ci dicon cinque, è un organo di senso e in quanto tale serve noi nella ricezione di informazioni dal mondo intorno, che sia fuori o già dentro. E qui glissando sulla mite consapevolezza d’una facoltà, l’esser informati, noi grand’Uomini che facciamo? Lo anestetizziamo, ogni giorno, ci anestetizziamo ogni giorno, ancora e ancora, all’infinito.
Non guardiamo, non vogliamo vedere.
Non ascoltiamo, non vogliamo sentire.
Non tocchiamo, non vogliamo sapere.
Ci beviamo di tutto pur di stordirlo, di stordirci, dai veleni alle stesse storie che ci raccontiamo e che raccontiamo al mondo, per giustificarlo, per coccolarlo, per sopportarlo. Inarrestabili, suadenti e d’inaudita creatività, quando piuttosto serve sedere e ascoltarlo per sentire cos’ha da dire, di noi in quell’altra forma così sconosciuti, così ignoti, così fecondi. Siamo terra, siamo corpo, siamo qui e siamo ora. Tutto il resto è invenzione. Tutto il resto è illusione. Tutto il resto è solo storia.
Non giova al mondo, non giova a noi, ignorare quella voce del dolore in ogni veste, del disagio in ogni volto, del diverso in ogni forma. Non salva il mondo dal declino, non salva noi dall’oscura fossa, stordire ogni senso d’innata accoglienza di quell’Altro nella sua ricchezza, di lui nella sua grandezza, di noi nella sua forma, che a noi, Narcisi dentro, fa da specchio già opportuno quando è lei, or illusione, a governo d’una mente, a sovrana d’un cuor deserto. Non appaga neanche il mondo, non appaga nemmeno noi, ogni fuga via da qui per andare già altrove, panacea idealizzata, che sia lei, la ludoteca, or un nord idolatrato, or l’America deificata.
É la vita che vuole noi, qui ed ora, mai altrove. La cacciata è l’illusione, quando il solo ad andare è colui che la istruisce, mentre lei, la stessa rogna, resta salda a sedere, già placida e imperitura… e si trasforma.
#senzatettosapri #sapri #cacciata #esclusione #vita #illusione #fuga
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