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La belle époque

La vita è sogno (Calderòn de la Barca), un film è sogno, ergo la vita è un film. Lo sceneggiatore e regista di La belle époque, Nicolas Bedos, si è addirittura inventato di far rivivere alle persone in un film di cui sono protagoniste - con set cinematografico appropriato, interni, esterni, pantaloni a zampa di elefante, capelli lunghi e auto dell'epoca - momenti da ricordare che loro hanno vissuto, a cui sono legate, o che per loro significano moltissimo.

 Alla proposta di un impresario di cinema ha aderito Victor (Daniel Auteuil), e suo figlio non sembra del tutto estraneo all'invito che gli è stato fatto. Victor sceglie il 16 maggio 1974, la sera in cui conobbe e s'innamorò di Marianne. Questa è tuttora sua moglie (Fanny Ardant) che lo vede attualmente come disilluso, è disoccupato dal suo mestiere di disegnatore, non animato da nulla, vita vuota; lei è propositiva, attiva, vuole vivere nel futuro, ha pure un'amante, come succede spesso nel vero quando il partner "perde colpi". La mancanza d'animo e il tornare indietro ricorda il protagonista del recente Dolor y Gloria di Almodòvar e, perché no?, del recentissimo e bellissimo I migliori anni della nostra vita di Lelouch.

Tra altri attori-sceneggiatori di loro momenti passati nel set Victor incontra pure un personaggio che reincontra e parla col padre defunto da tempo, con cui si dice cose che i due non fecero in tempo a dirsi, e l'attore è Pierre Arditi! Negli anni 70 si parlava a tavola, non c'erano telefonini, non si badava a mangiare sano perché ingrassavi e morivi ridendo, qualcuno dice anche se lo so che è tutto finto è bello lo stesso. Ma per Victor quel maggio '74 è il reincontro con quella ragazza che ora è sua moglie e con la quale ha perso slancio, interpreta la serata che avrei voluto rivivere assieme.

Fare marcia indietro è un'illusione, abbastanza triste, ma per Victor sortisce l'effetto di fargli riprendere il lavoro di disegnatore, coi suoi disegni suggerisce alla regia di quel set momenti e fatti che lui visse allora, la cosa ha pure il risultato di farlo innamorare della giovane attrice che per finta impersona Marianne. Il regista, che ha un lìo con l'attrice (bel termine spagnolo, è una relazione) ha rivisto questa davvero innamorata sulla scena, si ingelosisce, la sposerà... tutti i salmi finiscono in gloria. Ma succederà dell'altro: tornando con la memoria e per finta a quell'incontro Victor si reinnamora della moglie, toh!, cose che al cinema succedono spesso e... con tutte le avventure che il mio cuore ancora coglie mi sono innamorato di mia moglie (non c'entra ma la cantava Gianni Nazzaro nell'83, finiti da poco gli anni '70...). Và detto: un film godibilissimo e i due interpreti Ardant e Auteuil ottimi, appartengono ai mostri sacri del cinema francese, del cinema tutto: Madame Fanny Ardant, disse lei - più o meno - a Jep Gambardella ne La grande bellezza.

 

 

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