La Thyssen abbandonerà Terni?
Cessione delle quote in Borsa, ricerca di società di partnership o messa in vendita degli impianti: sarebbero questi i tre possibili scenari ai quali andrebbe incontro l'area dell'acciaio inox della ThyssenKrupp, dopo l'annuncio da parte della multinazionale tedesca della separazione dal gruppo siderurgico di tutte le attività della Global Business Area Inox, compresa quello dello stabilimento Tk-Ast di Terni (con circa 2.800 dipendenti). A riferire sui tre possibili scenari ai sindacati, in un incontro stamani a Terni, è stato l'amministratore delegato di Tk-Ast, Harald Espenhahn. La scelta della separazione sarebbe stata giustificata dai vertici aziendali - a quanto si apprende - con la necessità di risolvere problemi di liquidità legati alle difficoltà del mercato degli inossidabili, sorte nel corso degli ultimi tre anni. Nel 2010 la Business Area Inox del gruppo Thyssenkrupp ha realizzato vendite per 5,9 miliardi di dollari, impiegando in totale 11.000 dipendenti.
La ThyssenKrupp prevede cessioni per circa 10 miliardi di dollari. Il piano, approvato ieri dal comitato esecutivo, verrà presentato al consiglio di sorveglianza per essere approvato il 13 maggio prossimo. Al termine dell'incontro di questa mattina, le segreterie territoriali dei sindacati hanno diffuso una nota congiunta in cui ribadiscono il valore del sito industriale ternano, ricordando che “la strategicità e la competitività del sito sono date dagli investimenti fatti, che hanno permesso una moderna ed efficace attività produttiva, nell'ambito di corrette e costruttive relazioni industriali con conseguente clima di reciproca affidabilità”. Secondo i sindacati “il mercato degli acciai speciali in Italia rimane nel nostro contesto europeo il più importante riferimento” e per queste ragioni le segreterie territoriali riconfermano e riconoscono “il sito industriale come valore nazionale”. Il timore dei sindacati e dei lavoratori è evidente. Vi è grande preoccupazione che la decisione della Thyssen possa determinare un ridimensionamento, dal punto di vista occupazionale, dello stabilimento di Terni, con pesanti ripercussioni negative non solo per l’economia ternana ma per l’intero sistema economico umbro (lo stabilimento Thyssen di Terni contribuisce infatti direttamente o indirettamente a circa il 15% del Pil dell’Umbria). Già ci si interroga sulla possibilità che la decisione della Thyssen sia stata anche influenzata dalle condanne inflitte recentemente dal tribunale di Torino nei confronti di alcuni dirigenti per il rogo verificatosi nello stabilimento torinese. Se fosse così sarebbe una vera e propria ritorsione da parte della Thyssen, del tutto inaccettabile.
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