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La Chiesa e il marketing del social

La Chiesa nel 2011 continua a rifiutare la modernità e il cambiamento a livello sociale, rifiuta i nuovi modelli di famiglia, gli omosessuali, il profilattico… Ma comincia ad aprirsi ai social network, forse perché ha capito che i giovani passano comunque più tempo su Facebook che a recitare rosari.

Il messaggio del Papa “Verità, annuncio e autenticità di vita nell’era digitale”, letto in occasione della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, è un esempio di attenzione al presente da parte della stessa Chiesa che fino a poco tempo fa aveva demonizzato Internet e in particolar modo i social network… ma suona come un’operazione di marketing terribilmente banale: fate buon uso di Facebook, non alienatevi dal mondo, non sostituite i rapporti reali con quelli virtuali.

Certo è strano come a pontificare sull’uso del profilattico siano proprio coloro che, tecnicamente, non dovrebbero usarlo. Così come mi lascia perplessa il fatto che a pronunciarsi sull’argomento Web siano proprio quelli che meno lo conoscono: scommetto infatti che il buon Ratzinger non si sia mai preso il disturbo di logarsi su Facebook (più o meno come Berlusconi non ha la più vaga idea di cosa sia GOGOL).

Ora benedice i social network ma raccomanda di non creare false identità.
Va bene se al nome inventato aggiungiamo un numero romano?

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