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 Home page > Attualità > Cronaca > La Campania è il simbolo del fallimento democratico italiano

La Campania è il simbolo del fallimento democratico italiano

Mi hanno molto colpito le affermazioni fatte da Mastella durante la conferenza stampa tenuta a difesa della sua Signora e del suo gruppo dirigenziale.
Mastella ha parlato dell’elenco dei raccomandati da sistemare come di "aiuto alla povera gente", così come se lui fosse un benefattore e non un approfittatore delle altrui miserie.

Ma restando "alla povera gente", dobbiamo anche pensare che i disperati in Italia aumentano di giorno in giorno, in tanti non hanno nemmeno i soldi per fare la spesa, e dovrebbe essere compito primario della politica aiutarli tutti senza alcuna distinzione, e sicuramente non in base al loro livello di sudditanza nei confronti di un partito o di un altro.

Detto ciò, basta fare un po’ di conti sugli sprechi della spesa pubblica, sugli appalti miliardari tanti dati alle mafie, sulle consulenze milionarie, e sul resto, essendo in Italia tutto marcio, per capire come invece di fare il proprio dovere, i nostri politici lavorano per aumentare lo stato di dipendenza dei più poveri per poter controllare il loro modo di votare, soprattutto al sud, dove a restare, soprattutto nei paesini, sono per lo più persone poco istriute e molti anziani, che spesso vivono avendo il terrore di essere deruabati, o aggrediti.

Il sistema Mastella è la punta dello schifo campano. E’ la punta dello schifo della regione più violenta, una regione dove l’emigrazione giovanile è altissima, ed è quasi pari al numero di semi analfabeti "rimasti ivi" a vivere (per non parlare dell’ altissimo numero di tossicodipendenti che vivono in giro per la campania).

Il sistema Mastella è solo parte del pentolone campano dove tutto è truccato. Ripeto: tutto.

In Campania il problema culturale è talmente ampio che se ti metti la cintura di sicurezza o il casco, ti danno del mongoloide (fidatevi, mi è successo).

In Campania da pochi giorni hanno nuovamente indagato Bassolino per aver concesso appalti alla camorra...
...ed io vi dico: sai che novità.

La maggior parte dei comuni campani ha a che fare o lo ha avuto negli ultimi anni con la camorra, lo sanno tutti coloro che vogliono saperlo, e scritto in migliaia di verbali di Procure e Commissariati vari.



La camorra fa parte del sistema. La camorra vota. La camorra porta tanti voti, ed ha tanti soldi...

Eppure nonostante questo disarstro, per mettere fine allo schifo in Campania basterebbe poco, basterebbe dare un sussidio minimo a tutti i disoccupati minacciandoli di revocarglielo al minimo sgarro.

Bisognerebbe mettere in condizione anche i tantissimi disperati di avere qualcosa da perdere...

Bisognerebbe commissariare tutto, dalla Regione al comune più piccolo per almeno venti anni.

In Campania le elezioni al momento non servono.
In Campania la democrazia come la intendiamo oggi ha perso, ammettiamolo.
In Campania bisognerebbe inviare l’ esercito (quello vero, quello armato, in stile Kabul, se non di più), seguito, come ha detto Don Luigi Murolo, da un esercito composto da migliaia di insegnanti.

Ma detto così pare troppo facile, ed a noi italiani piacciono le cose complicate...
Perché nei meandri poco trasparenti della burocrazie, dei regolamenti, nei cavilli legali, nell’ incertezza, il "male" ci sguazza...
O sbaglio?

Commenti all'articolo

  • Di copros (---.---.---.244) 27 ottobre 2009 14:46

    Si dice che a mali estremi estremi rimedi. Gli inglesi estirparono dall’india la piaga dei thugs piantando forche ovunque e impiccandoli senza tanti se e ma. Ci misero anni, ma alla fine il malanno fu eliminato.
    Il rimedio non era peggiore del male. Il rimedio era quello e solo quello, era giusto buono e necessario.
    Ma i moderni ipocriti profeti del buonismo, medici pietosi per la piaga cancrenosa, ci assicurano che quella era barbarie, noi oggi siamo più educati, più "civilizzati" più "evoluti". Sarà, ma la mafia e la delinquenza non solo sono ancora con noi, ma sono più vive infestanti e arroganti che mai.

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