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Le lacrime ipocrite e demagogiche di lorsignori

La manovra messa a punto dal nuovo governo Monti ha sollevato, com’era prevedibile, il pianto greco di tutte le categorie di rappresentanza, politiche, sindacali, confindustriali, giornalistiche, professionali. Cioè le categorie che più hanno acquistato e goduto ed ancora godono di privilegi scandalosi.

Attraverso l’azione di una trentina di governi in questi ultimi quarant’anni, i partiti politici hanno contribuito a dissestare i bilanci pubblici dello Stato centrale e degli enti locali, con assunzioni clientelari, senza concorsi o con prove addomesticate, con la corruzione ed altri sistemi innominabili. Tutti gli altri dove stavano? Fingevano di non vedere, anzi applaudivano.

I Sindacati maggiori, per molti anni cinghia di trasmissione dei maggiori partiti storici, hanno sempre partecipato alla realizzazione della politica economica, spesso ricattando i governi con veri e propri diktat, praticando politiche salariali dissennate, favorendo un costo del lavoro elevato e costringendo soprattutto i capitali stranieri a disinvestire e trasferirsi altrove. Hanno ottenuto da governi deboli o conniventi privilegi e garanzie più o meno grandi per tutti (gratis medicine, libri, basse tasse scolastiche e presalario universitario, pensioni d’invalidità fasulle, esenzioni le più svariate e cervellotiche e truffaldine). Tutti tacevano, si fregavan le mani, anzi applaudivano. Avevamo trovato il modo di far miracoli, portare l’immaginazione al potere, le convergenze parallele in politica ed altre amenità.

E che dire di tante aziende grandi e piccole, ma soprattutto delle grandi aventi voce in capitolo e forza contrattuale, che hanno usufruito di continui aiuti di Stato ed hanno goduto di situazioni di monopolio e preparato nel tempo il declino per sé e per il paese?

E quanti giornali, periodici, giornaletti di partito ha dovuto sovvenzionare e mantenere la collettività, pubblicazioni di mera propaganda partitica, mai letti da nessuno?

E i grandi e piccoli professionisti, chiusi nell’orticello del loro egoismo, si son goduti le proprie laute rendite, al riparo da ogni concorrenza. E ancora pretendono di godersele.

Gli unici che non protestano, ma ansimano, sbuffano, si rimboccano le maniche, consci che è ora di cambiar strada per salvare il paese, sono quei cittadini onesti che hanno sempre lavorato, fatto il proprio dovere e pagato le tasse.

Ha detto bene il presidente Monti. Il disastro del paese, rappresentato da un debito pubblico insostenibile, non è opera dell’Europa né dei mercati, ma dell’irresponsabilità delle nostre classi dirigenti.

Scandalose e vergognose sono le lacrime ipocrite e demagogiche di questi coccodrilli.

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