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La scuola diventa azienda

La riforma Renzi è il risultato di un approccio ideologico, coerente con i principi etici politici e sociali del liberismo autoritario.

Questa legge presenta criticità che non riguardano solo i precari e il potere del preside, ma la natura stessa della scuola comeluogo di formazione culturale, ma anche d’integrazione tra culture, razze e censi diversi di formazione del cittadino .

E’ un tsunami che investe la cultura del nostro Paese, il suo modo di pensare, le sue relazioni sociali. Si tratta di un disegno di legge che privatizza la scuola pubblica, gli obiettivi formativi, l’indirizzo culturale, i criteri di gestione ma finanzia anche la scuola privata. 

Questa non è la scuola dei genitori e degli studenti: è la scuola della burocrazia, dell’impresa e dei soggetti che la finanziano.

Il sistema decisionale orizzontale dove i protagonisti erano studenti docenti e famiglie scompare. Ne viene fuori una scuola piramidale: insegnanti, preside e dirigente scolastico.

I presidi hanno enormi poteri di selezione degli insegnant ,e dell’indirizzo scolastico. Un potere utilizzato secondo criteri prefissati, che tuttavia rendono conto di chi si sceglie, ma non di chi viene escluso, dell’indirizzo scolastico prescelto, ma non di quello rigettato.

La scuola diventa azienda, non solo per ciò che fa, ma per come lo fa. 

Questa scuola non forma i cittadini del domani, ma i futuri dipendenti delle imprese, e ciò inevitabilmente, influenza l’indirizzo formativo. Una scuola azienda è il luogo di ciò che è utile, e non di ciò che è giusto, che porta avanti il più bravo e lascia indietro gli altri. 

Il potere di selezione del personale scolastico dei presidi è esposto alle pressioni del potente del posto sia esso un mafioso o un soggetto finanziatore, che riceve dallo Stato un credito di imposta.

E tutto ciò spiana la strada alla cancellazione della uguaglianza tra le scuole.

Le scuole della ricca Lombardia avranno migliori insegnanti migliori e più aggiornati strumenti didattici, insomma migliori scuole migliori alunni ,della povera Calabria. Ci saranno scuola di serie a e di serie b, alunni di serie a e di serie b.

Quale formazione potrà offrire una scuola, diseguale autoritaria e monoculturale?

Quale uomo, quale cittadino, potrà uscire da una scuola che restringe l’orizzonte culturale, relazionale e democratico dei discepoli, da una scuola lazzaretto dove i ragazzi vengono tenuti al riparo dalla contaminazioni razziali, censuarie e culturali?

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