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La prima volta dell’Europa

L’Europa ha dimostrato di essere diventata adulta, fronteggiando la crisi dei mercati. E sta dimostrando una leadership che gli Stati Uniti non hanno. Vediamo perchè...

Noi europei, a volte, non ci rendiamo conto di come l’Europa stia diventando la vera grande potenza del mondo occidentale, pronta a sostituire la leadership degli Stati Uniti, con o senza Obama. Tutto questo con un sottotono tipicamente europeo, senza grandi clamori. Lo dimostra la reazione dei mercati al piano UE per evitare la crisi senza precedenti del mercato finanziario, comparata con la reazione avuta dai mercati al piano Bush. Oggi i titoli sono schizzati verso l’alto, tutte le borse segnano positività che sarebbe a due cifre se alcuni titoli non fossero stati sospesi per eccesso di rialzo. Chiediamoci cosa vuol dire tutto questo. L’Europa ha dimostrato ai mercati di avere una politica comune, ed ha fornito una risposta credibile da parte di 15 paesi, di cui ben 3 (Italia, Germania e Francia) del G7. Ma l’inserimento della Gran Bretagna al tavolo dell’Eurogruppo, che non fa parte dell’area Euro, è stata una scelta politica di prim’ordine, che ha denotato un’apertura dell’Europa che, forse, i mercati si aspettavano ma non credevano possibile: 4 paesi del G8 hanno adottato un piano comune grazie all’Europa ed ai suoi politici. Tutti i 15 paesi dell’area UE e la Gran Bretagna adottano un piano credibile i cui punti principali sono i seguenti:

 

- i governi daranno garanzie pubbliche per il rifinanziamento del sistema bancario. Rifinanziamento, però, limitato alla fine del 2009, a condizioni di mercato

- I governi potranno rafforzare il capitale delle proprie banche, garantendo la liquidità per aiutare le famiglie e le piccole imprese;

- Il management che sbaglia va a casa. Addio stock optino folli

 

Il non aver dato alcuna cifra, rimandando ai governi nazionali l’esposizione delle cifre il giorno seguente, può sembrare un punto di debolezza, ma, a ben riflettere, è stato un punto di forza. Che senso ha buttare numeri senza un’attenta riflessione interna? Non è credibile (è equivalente a scrivere un piano industriale in 2 giorni e presentarlo a dei potenziali finanziatori: ti riderebbero dietro). Ed il mercato ha risposto positivamente, stando a quanto è successo nelle borse Europee, dell’Asia e dell’Oceania, dove ci sono stati forti rimbalzi dei titoli. Perché non è successo la stessa cosa con il piano Paulson-Bush? Con il senno di poi, possiamo dire che i mercati sapevano che gli Stati Uniti, da soli, non ce l’avrebbero fatta. Anche se lo Tsunami parte dal centro delle acque, volevano verificare come reagivano i possessori delle “spiagge” che dovevano essere raggiunte dall’ondata di crisi finanziaria: i governi europei, che formano, insieme, la maggiore potenza mondiale. Ed i governi europei hanno reagito nella maniera migliore, garantendo cittadini, piccole imprese e posti di lavoro. Hanno reagito in maniera comune, aiutando a costruire le barriere sulle “spiagge” invece che mettersi in salvo singolarmente. E questo è stato apprezzato dai mercati. Molto prima che i governi UE stanziassero oltre 2000 miliardi di euro per fronteggiare la crisi (la sola Germania ne ha stanziati 480). Una forza economica enorme, se fronteggiata con quella statunitense del piano Paulson-Bush. Ma l’analisi non si deve fermare qui. Il Piano Paulson-Bush è stato fermato una volta alla Camera degli Stati Uniti. Anche qui l’Europa si è fatta sentire, premendo per una presa di responsabilità degli Stati Uniti. Conclusioni? L’Europa sta diventando sempre più il riferimento mondiale per l’economia. Dà credibilità ai mercati. E, quindi, ha strappato la leadership agli Stati Uniti. Dovremmo ricordarcelo sempre più, in futuro.

Commenti all'articolo

  • Di Rocco Pellegrini (---.---.---.111) 15 ottobre 2008 12:13
    Rocco Pellegrini

    purtroppo non è così, cioè l’Europa non ha la leadership del mondo.
    Se ne potrebbe discutere a lungo ma basta guardare ai mercati.
    Dopo la tardiva mossa europea il mercato ha reagito bene, nel primo giorno soprattutto quello americano.
    Nel secondo giorno le borse euopee hanno cercato di consolidare il rialzo ma Wall Street ha
    girato in negativo. Subito i guadagni che erano intorno al 6% sono calati intorno al 3%, cioè si sono
    dimezzati. Poi nella serata, a borse europee chiuse, le borsa americana è ricaduta.
    E stamattina, puntuale come una quaglia a primavera, il mecato europeo è ricaduto.
    Dunque, ci piaccia o no, gli americani danno le carte.
    Non è un giudizio, purtroppo è un fatto.

    • Di Giovanni Macchia (---.---.---.163) 15 ottobre 2008 21:55

      Un mio amico che si occupa di problematiche finanziarie mi aveva detto che il rialzo a breve era prevedibile, ma che la crisi non era certo passata (faccio sempre attenzione a come scrivo perché internet è un amplificatore terribile). Ed, infatti, oggi vi sono ribassi significativi. E’ un dato di fatto che chi ha aderito all’Euro ha avuto la vista lunga (la Danimarca sta avendo perdite maggiori di chi ha aderito all’area Euro e notizie di queste ore indicano che vuole rifare entro il 2012 il referendum per entrare nell’Euro). Pertanto, agli occhi del mondo (e dei mercati) è qualcuno che è abituato a ragionare in maniera strategica e, se vogliamo, a non sbagliare sul lungo periodo, che è esattamente quello che vogliono i mercati. Garanzia che, invece, gli Stati Uniti non danno e non hanno dato in passato (vedi Iraq, Afghanistan, Cile, Sud America e così via). Secondo punto. E’ innegabile che il rimbalzo sia stato trainato dalle dichiarazioni dei paesi dell’area UE. Altrimenti, perché i mercati non hanno reagito altrettanto bene al piano Paulson-Bush, anche nel brevissimo periodo? E perché i discorsi di Obama, leader carismatico che ha fatto il pienone a Berlino, non convincono più di tanto, anche se sarà lui, con ogni probabilità, il futuro presidente degli Stati Uniti? Evidentemente la “vecchia” Europa ispira maggiore fiducia, soprattutto se si coordina e mette in atto politiche comuni. 2200 miliardi di lire sono una cifra enorme, oltre tre volte quanto stanziato dal Piano Bush-Paulson. E saranno messi in campo con un’azione coordinata. Questa è stata la prima volta, però, che l’Europa agisce seriamente in concerto tra i vari stati membri. Posso concordare con te che, ad esempio, l’Europa dovrebbe comportarsi analogamente in spese per ricerca e sviluppo, e che gli obiettivi di Lisbona sono lontani. Certo in alcuni campi gli Stati Uniti hanno una leadership indiscussa, ma in altri lo sono gli Europei. Ma questo è un primo passo, ed è anche il primo passo di un segnale di cambiamento di leadership mondiale. Altrimenti, la Danimarca si vorrebbe ancorare al dollaro…... smiley

       

       

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