• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > L’uso strumentale dell’amnistia

L’uso strumentale dell’amnistia

L’ultimo escamotage per salvare Silvio Berlusconi si chiama amnistia, un provvedimento che nelle intenzioni del Pdl dovrebbe sottrarre il Cavaliere a scontare la propria pena camuffando il tutto con un atto di clemenza generalizzato.

Nonostante infatti alcune forze politiche, soprattutto i radicali di Pannella, chiedano il provvedimento da molti mesi per poter svuotare le carceri che scoppiano per l’alto numero di detenuti, il Popolo delle Libertà si rende sensibile al tema soltanto ora che la Cassazione ha condannato definitivamente Silvio Berlusconi a 4 anni di reclusione.

Mai apertura ad un tema così spinoso fu tanto interessata e con un doppio fine. La destra delle manette che ha riemipito le carceri italiane di detenuti a causa delle proprie leggi, come la Bossi Fini sull’immigrazione o la Fini Giovanardi sulla droga, e che ha inventato nuovi reati come quello di clandestinità, improvvisamente si fa prendere da un sussulto di pietà per i poveri cristi che affollano le nostre prigioni dalla Lombardia alla Sicilia? Non scherziamo.

Il provvedimento di clemenza, è un altro atto di una strategia folle e suicida che vuole sottrarre per l’ennesima volta il Cavaliere dalle proprie responsabilità.

L’ennesima passo falso di una destra che ha eletto come proprio core business e come unica missione quella di salvare il proprio capo.

Cosa pensate importi ai vari Gasparri, Santanché e Cicchito dei poveri detenuti che soffocano inascoltati in ogni carcere italiano? Di questi ultimi ,a loro non importa nulla.

Gli interessa solo il destino di uno.

In questo gioco al massacro in cui un intero paese è appeso alle sorti del condannato Silvio Berlusconi, che minaccia di far cadere il governo se non verrano esaudite le sue richieste, al danno si aggiunge la beffa per i detenuti.

Chissà infatti cosa penseranno di questa discussione sull’amnistia i tanti incarcerati, molti dei quali in attesa di giudizio, che vedono i meschini tornaconti politici giocati sulla loro pelle. Una discussione sull’amnistia seria e completa è doverosa e imprescindibile, ma fatta solo per graziare il potente di turno è inaccettabile.

Messa in questi termini l’amnistia non passerà, perché non avrà mai i due terzi dei voti necessari per essere approvata. Per questo, per non alimentare inutili illusioni nella popolazione carceraria, il tema andrebbe destinato a periodi migliori.

Ora sotto il ricatto di Berlusconi non se ne può neppure parlare.

Foto: Derek Gavey/Flickr

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.84) 24 agosto 2013 21:36

    Quindi siccome favorisce Berlusconi lasciamo la gente in condizioni inaccettabili? Eppure fra non molto scadrà anche l’ultimatum che l’Europa ci ha dato con la sentenza CEDU sulla condizione carceraria, voglio vedere i contorsionismi dei rigoristi per allora.

    • Di paolo (---.---.---.197) 26 agosto 2013 23:33

      Esiste l’alternativa di costruire nuove carceri . Piuttosto chiediti come mai non lo fanno .Ci sono decine di caserme dismesse . L’amnistia è diventata l’uscita di servizio per i politici ed i reati contro la pubblica amministrazione .Di ultimatum dell’Europa questo paese ne riceve due al giorno , di cosa ti stupisci ?


      Comunque si ,proprio perché favorisce Silvio Berlusconi , è giusto lasciare la gente in condizioni inaccettabili .E’ il turpe prezzo che questo paese deve pagare .A meno di stabilire che l’amnistia non si applica al caso in questione .Dubito che sia giuridicamente fattibile .


    • Di (---.---.---.79) 30 agosto 2013 17:13

      Soldi per nuova edilizia carceraria non ce ne sono (neanche per ristrutturazioni di caserme) e le urgenze economiche del paese non consentono spese di quel genere. Non ci sarebbero poi cmq i fondi per retribuire gli operatori penitenziari come sottolinea il DAP. Il nostro sistema giudiziario/carcerario è ipertrofico è deve essere riportato in linea con un funzionamento medio accettabile. Quindi: depenalizzazione reati bagatellari/marginali, riduzione drastica delle figure di reato in linea con la media dei paesi OECD, forme alternative di espiazione pena come da raccomandazioni OECD, riforma della giustizia con responsabilizzazione diretta degli organi giudicanti, separazione carriere e un minimo di buon senso. Il fatto che non si possa dare l’amnistia perché, ebbene sì, coinvolge Berlusconi farò finta di non averlo letto e và a maggior detrimento del sistema paese. In quanto alle condanne CEDU stanno per arrivare sanzioni (ad oggi sospese sino a maggio 2014) che metteranno in ulteriore affanno i conti pubblici e siccome a pagare sono i cittadini...

  • Di (---.---.---.65) 25 agosto 2013 20:05

    Piroette >

    Sull’applicazione della Legge Severino si sta giocando il futuro del governo Letta. E’ in ballo la sopravvenuta “incompatibilità” di Berlusconi con il seggio di senatore e la sua futura “incandidabilità” alle prossime elezioni.

    Secondo i sostenitori del Cavaliere gli eletti del PD dovrebbero (per non apparire mossi da “pregiudizio”) far propria la “esigenza” di ricorrere al parere della Consulta per accertare presunti profili di incostituzionalità di detta legge.

    Due gli aspetti a dir poco sorprendenti.
    La Legge fu approvata (ottobre 2012) con ben 480 voti a favore, compresa la Lega Nord.
    Giusto una settimana prima il Tribunale di Milano aveva condannato (in primo grado) Berlusconi a 4 anni per frode fiscale. Forse il PdL è stato allora “distratto” dalla ferrea convinzione della presunta non colpevolezza sino a condanna definitiva?

    Ancora.
    L’eventuale ricorso alla Consulta non potrebbe non contenere alcuni evidenti elementi di “contiguità” con la vicenda giudiziaria di Berlusconi.
    Al di là dell’esito, solo per aver scelto di “condividere” siffatto ricorso su una Legge voluta/votata, il PD avrebbe serie difficoltà a convincere il suo elettorato che si tratterebbe di “fortuita” coincidenza. Proverà forse a spiegare che con il Cavaliere tutto può accadere, anche che “un amico ti butti a mare”.
    Il governo di un paese non è spettacolo da teatrino di Pantomima e Rimpiattino

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares