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L’uomo nell’ombra, il grande ritorno di Roman Polanski

 
Bisognerebbe andare a scuola di noir, da un regista come Roman Polanski. Ne ha passate di cotte e di crude, ma il suo essere continua a saper sfornare ottimi film. Ricordo la commozione e il senso di orgoglio, quando per la prima volta vidi Chinatown. Uno di quei film che ha influenzato profondamente la cultura americana, nella letteratura, nel cinema e nella tv.
 
The Ghost Writer (tradotto bestialmente L’uomo nell’ombra) è un film che porta in auge la figura dello scrittore di biografie, quella persona senza nome che svela i segreti dei personaggi famosi, la stessa persona mai invitata al lancio dei libri che diligentemente scrive e rielabora, nascondendo e sottolineando le vite dei suoi clienti.
 
Adam Lang (Pierce Brosnan) è un ex ministro britannico, come tale ha molti scheletri nell’armadio a cominciare dalla morte improvvisa dello scrittore della sua biografia. Giunge a sostituirlo, con una paga da far girare la testa, Ewan McGregor (di cui non si conosce il nome, giustamente estromesso). La moglie nervosa di Lang, Ruth sembra sopportare male la presenza della segretaria Amelia Bly (Kim Cattrall con caschetto biondo) abituata com’è a dare ordini al marito.
 
Quando l’avversario politico di Lang ottiene l’apertura di un’inchiesta per probabili crimini di guerra commessi dall’ex ministro la faccenda si complica, gli intrighi e i sotterfugi aumentano, il ghost writer scopre, nasconde, rivela, ipotizza e diventa investigatore suo malgrado.
 
C’è un motivo valido per cui Polanski ha vinto l’Orso d’argento al Festival di Berlino con questo film, il motivo è che le inquadrature sono talmente maniacalmente perfette da far venire il nervoso, ogni singolo particolare viene svelato con cura o celato con maestria, i tempi di reazione sono calcolati al millimetro e gli splendidi scenari dell’isola di Sylt (nel film Martha’s Vinyard in Massachusetts, dove a Polanski non è permesso mettere piede) nella gelida Germania fanno da sfondo ad un complesso gioco di potere che intreccia la CIA, gli armamenti e il terrorismo. Non vedrete inseguimenti al cardiopalma, né creature mitologiche che minacciano la vita di uomini con il gonnellino, ma piani sequenza da brividi e un finale perfetto, questo è il Roman Polanski di cui sentivamo la mancanza, l’unico che si dovrebbe conoscere.

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