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L’umano abisso tra i problemi reali e i mass media

Forse per risolvere i problemi in Italia c’è anche bisogno di una certa sensibilità, oltre che della volontà e della determinazione. Il giornalismo di professione renderebbe un servizio migliore ai cittadini, non predando la notizia per poi dimenticarla quando la sanno tutti, ma sensibilizzando l’opinione pubblica. Invece qui avviene l’esatto contrario. I media dovrebbero essere più filantropici non deumanizzati.

In questo Paese c’è l’abitudine a trattare la realtà a spicchi.

 

Arriva un problema, uno pseudo tale, un evento mediatico, e ci si butta tutti, specialmente la stampa di professione, emarginando del tutto altri problemi o fatti di cronaca nazionale i cui effetti purtroppo perdurano molto più a lungo di quanto i media se ne occupino.

Spenti i riflettori, il problema comincia ad essere trattato con meno fretta e cura, fino a non parlarne più. Di conseguenza, si attua poi un vero pressappochismo da parte di chi è parte attiva, che sovente lo abbandona e lo lascia a se stesso. Ergo, il problema spesso non viene risolto affatto; si va così a sommare alla catasta sempre più grande, che, se si guarda attentamente alla storia d’Italia, è diventato una montagna che negli ultimi 50 anni non è mai stata così grande, montagna di problemi che rischia di oscurare il sole della speranza per intere generazioni.

Se da un lato la politica sembra non sentire affatto - stando ai fatti - il peso di tale mole di problemi, infatti, prende tempo, ma soprattutto lo perde! Vive le sue giornate politiche quasi che il governo di un paese di 60 milioni di persone sia una cosa da poco, un gioco in cui si fa la propria apparizione mediatica giornaliera, si controbatte al politico della fazione opposta, si bolla la contestazione di centinaia di migliaia cittadini che sentono il peso della suddetta montagna sulla loro testa come contestazione faziosa; e così via, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, passano i mesi e gli anni ed i problemi rimangono

Dall’altro, la stampa di professione, quella con la tessera, si concentra sugli eventi clou del momento, seguendo la corrente mediatica, cercando sempre nuovi stimoli. Il fatto politico della settimana, il fatto di cronaca, l’evento mediatico del momento. Basta vedere uno dei telegiornali nazionali delle maggiori reti televisive, quasi tutti seguono questo schema.

Essendomi affacciato a quest’attività da poco, noto con mio grande disappunto e delusione che la notizia è solo vista come una preda da inseguire per fare più odiens possibile, quando ormai la riportano tutti, svanisce la sua importanza mediatica… ma non umana, purtroppo!

Che la politica in Italia sia da rifondare e riformare di sana pianta, attuando una terza Repubblica, su questo, non ho alcun dubbio di sorta, tuttavia anche la stampa dovrebbe ritrovare una dimensione umana, di vicinanza alla sfera da cui proviene. È chiaro che chi dovrebbe risolvere i problemi è la politica giacché è delegata alla guida della cosa pubblica, ma la stampa dovrebbe essere il suo cane da guardia, non il suo barboncino da passeggio. 

È grazie anche a questo atteggiamento rinunciatario e asservito che la stampa e i media in genere hanno, per un verso, favorito la peggior politica, per l’altro hanno creato uno stato di interesse momentaneo, ma non di reale partecipazione al fatto.

In poche parole, i media pur essendo prodotto antropico (cioè dell’uomo) si comportano in questo Paese, e non solo, come “parassiti della società umana”, cioè, la sfruttano ma non la comprendono, non la compatiscono, ergo, non la migliorano affatto. Non stupisce per nulla il caso del povero Rocco Carlomagno, a cui va tutta la mia solidarietà, pur essendo stato un po’ esuberante, forse.

Sentendo le parole del premier, mi è sembrato di vedere un film di Fantozzi, mancava solo che gli desse della “merdaccia!”

Dice bene un reporter di Agoravox, che citando le frasi del Presidente del Consiglio: “Si vergogni, lei è un villano... Tutta la mattina se va a pettinarsi davanti lo specchio si vede e si è già rovinato la giornata... Questa è la Sinistra con cui abbiamo a che fare”, afferma che con queste tre frasi si fa una breve sintesi degli ultimi 15 anni … in 3 punti:

1) La criminalizzazione del Nemico.
2) Il Nemico è sempre brutto.
3) Il Nemico è la Sinistra.”

Ai quali io mi permetto di aggiungere:

 4) Abbrutimento sottile della politica tout court.

Dato che la massima carica istituzionale de facto si permette di offendere un uomo nella sua più intima dignità, cosa a cui quasi nessun politico ha dato peso. Poi:

5) Deumanizzazione della stampa e dei media.

Come in una “commedia fantozziana” quasi tutti i giornalisti lì presenti hanno emesso una fragorosa risata, quasi si trattasse di un essere subumano. Che vergogna!

Concludendo, onore ai giornalisti che fanno questo lavoro con passione, con umana compassione, che vogliono informare e sensibilizzare, nonché istruire l’altro; il mio articolo è un’opinione personale e appassionata che vuole rendere giustizia a problematiche non più dette, ma che sono presenti nella vita di milioni di cittadini, di cui non si parla o per convenienza mediatica, oppure per compiacere l’onnipresente casta ed il suo più alto esponente.

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