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L’onorevole eletto (a volte, un "bagonghi") e la coppia deputata (cioè, il "bianco" ed il "tricolore")

La lettera Bertolaso-Cialente ai 6 mila “irriducibili” che vivono ancora nelle tende dopo 6 e più mesi [1] è una scossa di magnitudo 6 che fa crollare definitivamente la persuasione della responsabilità unica nella gestione della ri-costruzione.

Con essa sembra chiudersi un cerchio perché fa crollare il convincimento della subalternità del sindaco Cialente all’onnipresente maestà deputata alla sicurezza, fa cadere il fugace pensiero d’inciucio antico tra rappresentante locale ed emissario governativo e fa rovinare l’idea d’una opposizione reale al fare congenito dell’eletto onorevole e nominato premier (per caso o per c.a.s.e.).
 
Quando Cialente minacciava di dismettere la fascia tricolore per carenza di fondi veri per la ricostruzione della città reale abbiamo gridato contro i poteri forti che annullavano la democrazia ed imponevano la costruzione della città nuova, come una Milano due. Allorché stava muto a Porta a porta abbiamo pensato all’incombenza assoluta della logorroica loquacità dell’egoarca e della soporifera regia della fiction suddetta. Allorquando entusiasta omaggiava il latore di tanti soldi in così poco tempo per costruttori e fornitori scelti, mentre a Bazzano quattro energumeni in borghese coprivano il cartello “Sotto questi ghetti giace L’Aquila, buon compleanno necrofilo”, abbiamo pensato alla commozione del primo cittadino per la vittoria di ben 400 famiglie, nella lotteria (per ora cittadina) di ben 19 new town (per il momento solo abruzzesi).
 
Adesso ci rendiamo conto che senza il lassez-faire d’un sindaco non è assolutamente possibile che si costruisca un alloggio d’emergenza, seppur duraturo, con un incremento di prezzo pari a 2.000 euro a metro quadro (ovvero al 250% in più di quanto costava solo prima del terremoto, non prima della seconda guerra mondiale). Ora comprendiamo che senza il laissez-passer d’una cooptata opposizione parlamentare non sarebbe passato un Decreto abracadabra che stanzia per la ricostruzione solo quanto, con quel parametro, basterà a recuperare un’abitazione di 50 mq. lordi. Mo’ intuiamo vagamente ciò che verrà dopo Capodanno con il passamano del Capo che in realtà ha governato apparentemente da solo la città di Cialente.
 
Intanto, molte Regioni non hanno resistito alle pressioni elettorali e, in tutta fretta, hanno varato le leggi regionali necessarie per attuare quel “piano casa” del governo prima sospeso per persuasione presidenziale preventivamente esercitata e poi dimenticato forse per dubbio di palese incostituzionalità procedurale accertata, per ora, solo da Luca De Lucia [2]


Meglio non stuzzicare chi aveva già altre gatte da pelare e dal momento che in ogni Regione coincide la ragione più di sinistra con quella più di destra. Dopo l’appello primaverile, le archistar sono andate in letargo già in piena estate e cosi le case dei c.a.s.e. d’Abruzzo sono tranquillamente venute a maturazione. Ora, solo Vittorio S. potrebbe giudicarle “più belle che ragionevoli” poiché nessuno degli onorevoli professori dell’architettura ha proferito verbo alcuno. Le inchieste di Littorio F. sui mostri nostrani potrebbero risolversi anche con qualche presunto eco-mostro sbattuto in prima pagina d’un giornale indipendente che mai registra la voce padronale.
 
Così, a Messina, un clown delle new town ha “promesso” di volerle replicarle immediatamente anche se un Lombardo (che veneto non è) ha messo in frigo il “piano casa regionale” ma non l’opera “faraonica” prediletta che sfida contemporaneamente la tettonica globale ed ogni obiezione razionale.

[1] la lettera in pdf: http://www.scribd.com/doc/20982812/Protezione-Civile-Cialente-Bertolaso
 
[2] Vezio De Lucia, Piano casa e legalità costituzionale, eddyburg:http://eddyburg.it/article/articleview/13996/0/210/

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