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L’isolamento della Russia sul piano internazionale

Il recente attacco della Russia all'Ucraina avrà come conseguenza un isolamento della Russia sul piano internazionale. Nell'arco di pochi giorni a causa delle nuove sanzioni il rublo ha perso circa il trenta per cento del proprio valore.

La borsa ha registrato una debacle. E per il momento le sanzioni sono limitate. La Russia è stata tagliata fuori da uno dei sistemi internazionali di pagamenti. Gli oligarchi che non possono viaggiare in Occidente sono oltre seicento. Le squadre di calcio russe sono state escluse dalle competizioni internazionali. La Gran Bretagna ha deciso di chiudere i porti alle navi battenti bandiera russa.

Sul piano militare è nata una gara a fornire armi all'Ucraina. La stessa Unione Europea ha stanziato cinquecento milioni di euro per finanziare Stati che forniranno armi all'Ucraina.

Anche la Finlandia ha deciso di uscire dalla neutralità e fornire armi all'Ucraina.

La Turchia, che pure di recente ha acquistato missili dalla Russia, potrebbe in base al diritto internazionale chiudere il passaggio dei Dardanelli alle navi russe. In tempo di pace l'accesso al mar Nero è garantito a tutti gli Stati rivieraschi. In tempo di guerra può essere bloccato.

Nonostante lo strapotere della macchina bellica russa il conflitto rischia di essere lungo. Come hanno appreso bene gli americani in Afganistan non basta occupare un territorio ma bisogna gestirlo. Ed è difficile con una popolazione ostile e armata.

Nel frattempo per fortuna continuano i negoziati fra Kiev e Mosca in una località vicina al confine fra Bielorussia e Polonia.

La pretesa di Putin è il riconoscimento dell'annessione della Crimea, una demilitarizzazione dell'Ucraina e la sua neutralità. Alle Nazioni Unite l'ambasciatore russo ha dichiarato che si tratta di un conflitto di difesa per la Russia.

L'intelligence americana ritiene che Putin sia staccato dalla realtà. Una speranza è che la classe imprenditrice russa e gli oligarchi prendano posizione contro questa occupazione. Alla lunga l'economia russa ne risentirà. 
In Europa si sta elaborando una strategia per rendersi indipendenti dal gas russo. L'Unione europea progetta delle scorte di gas comune. In Italia il governo ha deciso la eventuale riattivazione delle centrali a carbone. Le principali aziende italiane capaci di realizzare parchi di pannelli fotovoltaici si sono rivolte al governo chiedendo una sburocratizzazione dell'iter dei permessi per realizzarli. Sostengono che con una burocrazia più snella si potrebbero realizzare impianti entro giugno per ridurre del 20% l'importazione del gas dalla Russia.

Da poco è accresciuta la nostra presenza in Kuwait paese al quale forniremo un sistema di difesa missilistica. Si potrebbe se necessario importate idrocarburi anche da questo piccolo emirato sieduto sul petrolio, come lo stiamo facendo dall'Iraq e per il gas il dal Qatar.

Infine ricordiamo che Anonymus afferma di aver disattivato il sistema informatico delle ferrovie bielorusse e delle banche.

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