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L’inventario dell’acqua

Vista dallo spazio la Terra è il "Pianeta blu", una splendido zaffiro incastonato nel Sistema Solare. È l'acqua degli oceani a dargli questo aspetto, ma nonostante le apparenze, nel complesso della massa del nostro Pianeta, questa sostanza è meno di quanto ci si aspetta. Ma quant'è esattamente? E soprattutto c'è sempre stata? È arrivata, come sostengono alcune teorie, con antichissimi impatti di comete e asteroidi o si è formata insieme al pianeta? Quanta ne abbiamo persa nel corso della storia? 

Rispondere a tutte queste domande è cruciale anche per comprende le dinamiche del nostro clima. Ci hanno provato a farlo un gruppo di ricercatori del Museo di storia Naturale della Danimarca e della Stanford University, che hanno appena pubblicato i loro risultati su PNAS.

Secondo i calcoli di Emily Pope e colleghi l'acqua sul nostro Pianeta (pur ricoprendone circa il 70% della superficie) rappresenta circa la metà di un millesimo della sua massa totale.

Pope e colleghi hanno anche cercato di dare una stima di quanta acqua ci fosse quando la Terra era ancora giovane esaminando dei minerali vecchi di 3,8 miliardi di anni reperiti in Groenlandia, rocce che arrivano direttamente dagli oceani primordiali della Terra.

Basandosi sulla percentuale di isotopi presenti nei campioni di roccia gli scienziati hanno calcolato che la Terra nel corso degli ultimi 4 miliardi di anni ha perso meno di un quarto della sua acqua, che può sembra molto, ma in realtà, per i ricercatori, è una quantità sorprendentemente piccola, tanto che il bilancio idrico del pianeta nel corso della sua storia è stato definito "stabile".

Pope e colleghi hanno inoltre dato una nuova interpretazione al cosiddetto "Paradosso del Sole giovane e debole" (Faint young sun paradox): le analisi dei paleoclimatologi ci dicono che il clima del nostro pianeta è rimasto piuttosto stabile negli ultimi 4,5 miliardi di anni, questo nonostante la radiazione solare in questo periodo sia molto variata (è incrementata del 25/30%). Nel 1993 Jim Kastings, scienziato dell'atmosfera, in base ai suoi calcoli, formulò l'ipotesi che questa stabilità sia legata alla quantità di CO2 nell'atmosfera, che 4 miliardi di anni fa era il 30% in più dell'attuale. L'idea è che la CO2 abbia mantenuto più calda l'atmosfera per via dell'effetto serra.

L'ipotesi alternativa proposta ora da Pope e colleghi assegna invece un ruolo fondamentale alla massa d'acqua degli oceani, che avrebbero avuto una funzione (ancor più d'oggi) mitigante sulla temperatura, impedendo al ghiaccio di ricoprire l'intera superficie del Pianeta.

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