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L’inqualificabile operato delle banche commerciali affossa ogni possibilità di ripresa

 


Le banche commerciali frenano ogni possibile ripresa del sistema economico con un operato generalizzato inqualificabile. Pur avendo ottenuto liquidità dai sistemi di credito centrali perseverano nel folle intento di affossare l’economia reale.

Le piccole e medie imprese hanno avuto e continuano ad avere pressioni continue da parte degli istituti di credito affinché rientrino dai fidi precedentemente concessi. In alcuni casi le richieste di rientro sono perentorie ed hanno delle scadenze brevissime.

I cittadini non riescono praticamente più ad ottenere mutui, si veda il calo costante nel corso del 2011 dei mutui concessi percentualmente. Inoltre nei rari casi in cui i mutui vengono concessi le condizioni sono estremamente svantaggiose per i clienti. Tassi globali molto alti rispetto al costo effettivo del denaro, tasso BCE. 

La Banca D’Italia, chiamata a vigilare sull’operato delle banche commerciali, sembra del tutto inerme o connivente con tale follia.

Tanto sconsiderato è stato il sistema Bancario fino al 2007, quando venivano concessi mutui anche del 150% rispetto al valore effettivo degli immobili, con la richiesta di poche garanzie, tanto inadeguata è l’attuale stretta generalizzata del credito.

Gli Istituti di Credito devono dare credito, questa è la loro funzione, certo devono valutare attentamente la possibilità dei richiedenti di rimborsare quanto chiesto ma senza rendere l’ottenimento di un mutuo un’impresa titanica piena di incertezze, ripensamenti e richieste continue di garanzie aggiuntive. 

Nessun giovane, anche il più meritevole e titolato, può ottenere un mutuo prima casa o un prestito per l’inizio dell’attività senza le solide garanzie di beni di famiglia e dei genitori, se muniti di solide retribuzioni. In sostanza si presta denaro esclusivamente a chi in verità non ne avrebbe neppure bisogno. 

A tutto ciò si aggiunge l’incompetente arroganza di ragionieri saccenti messi a fare i titolari di filiale.

Bene, ciò detto, per quale bizzarro motivo dovremmo continuare a sperperare denaro pubblico per salvare questo ammasso di inutili parassiti? Dato che non svolgono minimamente la loro funzione, ovvero fare credito, a cosa servono gli Istituti di Credito e perché dobbiamo mantenerli con i nostri soldi?

Che falliscano e vadano in malora. 

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.55) 21 gennaio 2012 10:18
    Damiano Mazzotti


    Perchè complicare le cose.... I fallimenti sono cose che vanno per le lunghe... Usiamo la cara vecchia ricetta del nonno: le care vecchie pedate nel culo ai vecchi dirigenti incapaci, disonesti e stupidamente avidi. Bisognerebbe rinnovare almeno le prime tre sezioni delle piramidi gerarchiche. Le università e i master sfornano nuovi cervelli da mettere alla prova ogni anno.

    Qui occorre la nazionalizzazione dello Stato fatta dai cittadini. E poi la socializzazione delle banche fatta dai cittadini e dalle aziende con i conti in regola e in attivo.

    E invece dei bonus milionari ai dirigenti licenziati riserviamo una vacanza premio con la Costa crociere ora che ci sono gli sconti.

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