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 Home page > Tribuna Libera > L’esorbitante prezziario delle stazioni di servizio in autostrada

L’esorbitante prezziario delle stazioni di servizio in autostrada

Quanti di voi hanno avuto il piacere o il dispiacere di fare una sosta in una delle 216 aree di servizio, aperte 24 ore al giorno, 365 giorni all'anno, presso le autostrade italiane?

Quanti di voi si sono imbattuti nei tipici shop delle aree di servizio alla ricerca di cibarie varie?
 
Le 216 aree di servizio dislocate sul territorio nazionale rappresentano oggi anche un servizio pubblico essenziale.
 
Sia esso per la diffusione del carburante, che garantisce ai cittadini il diritto alla mobilità, alla circolazione, sia esso per i servizi igienici.
 
Sì, perché viaggiare è un diritto, viaggiare in sicurezza lo è ancor di più ed il viaggiare con la certezza e la garanzia di avere la possibilità di usufruire di un bagno pubblico sano e pulito, di alimentarsi mentre si effettua una sosta durante un lungo viaggio, in una società come quella presente ove i viaggi per motivi di lavoro e non solo, sono sempre in crescita,deve essere garantito e tutelato e protetto dalle speculazioni.
 
Ed in qualche modo ciò si realizza.
Salvo qualche piccolo particolare.
 
Le stazioni di servizio, con i loro shop, sono oramai omologate. Ti costringono a percorrere tutto il labirinto circondato da cibarie e dolciumi vari e cavolate di tutti i tipi sino alla sospirata uscita.
 
Magari ciò accade perché per usufruire di un bagno, spesso sporco, devi entrare dentro quel labirinto consumistico, oppure perché la stanchezza o la necessità di recuperare energie ti spinge ad entrare in quel strano mondo delle stazioni di servizio autostradali.
 
Trovi di tutto.
Dal pane, alla frutta fresca, alla lettiera, al cibo per gatti.
Ma, ecco il ma, nella maggior parte dei casi, i prezzi variano del 300% rispetto ai market vari presenti nelle città.
 
Certo, si potrà obiettare, che nessuno ti obbliga a comperare presso le aree di servizo.
 
Ma è anche vero che, rilevato il fatto che oramai la merce circola prevalentemente per le autostrade e non per via ferroviaria, rilevato che le dette stazioni di servizio in qualche modo rappresentano un servizio pubblico essenziale, non può più trovare giustificazione alcuna l'esorbitante prezzo applicato sui vari prodotti.
 
Per esempio per quale motivo una bottiglietta di tè, che in un normale market acquisti a 60 cent, presso la stazione di servizio in autostrada la paghi quasi 3 euro?
 
Da quale principio economico è giustificato tale incremento dei prezzi?
Questa è speculazione vera e pura, e non parlate di concorrenza, di libero mercato, perché tali prezzi nella maggior parte dei casi sono identici.
 
Ed in ogni caso nessuna logica di mercato e concorrenziale può, oggi giorno, visto la velocità e la facilità con cui circolano le merci, giustificare tale prezziario.
Tale speculazione deve essere denunciata e contrastata.
 
Tempo addietro ricordo che in una edizione di un Tg nazionale si discuteva del fatto che in una cittadina del messinese un gestore di negozio alimentari venne, giustamente, criticato perché fece pagare un panino 10 euro.
Quale è la differenza su tale speculazione?
Nessuna.
 
Il problema è che il piccolo gestore di un negozio alimentare può essere criticato e massacrato per una cattiva gestione del prezzo sul cibo, ma le grosse catene di distribuzione, le stazioni di servizio ed i gestori, collegati al grosso capitalismo italiano, invece non possono essere toccate.
 
Siamo alle solite, ma una inversione di rotta sul punto è dovuta.
Non è giustificabile e né tollerabile tale incremento dei prezzi, specialmente in tempo di crisi, specialmente nella logica del mercato, falso, concorrenziale.

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