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 Home page > Attualità > Società > L’errore del delegare

L’errore del delegare

Abbiamo sempre meno tempo e sempre più impegni. Il lavoro occupa gran parte della nostra vita...
Ed il tempo libero?
Quel poco viene usato per fare cosa?
Ovviamente vade retro politica, economia, salute ecc.ecc.
Queste cose vanne delegate a chi ne sà più di noi.
Ma sarà vero?

Nel nostro DNA rimangono tracce di quella paura ancestrale che era insita nei nostri nonni e bis nonni e chi più ne ha più ne metta. La paura di conoscere.
Una volta la priorità era la sopravvivenza, cioè lavorare fino a spaccarsi la schiena e cercare di portare il pane a casa. Niente lussi, niente libri, niente tv o altro. Solo lavoro e basta.

Il pochissimo tempo libero veniva dedicato alla famiglia o agli amici. Sicuramente avremo sentito parlare i nostri "vecchi" di cene famigliari con decine di persone o sagre di paese piene di gente.

Quella era la vita di allora.
Molto lavoro e spazio per la conoscenza zero.

Ogni individuo si specializzava su qualcosa, cercava di apprendere quanto possibile sul suo mestiere e basta. Per tutto il resto non c’era tempo.

E nemmeno testi o qualcuno che istruisse sui temi come l’economia, la medicina e quant’altro. Allora si delegava al banchiere i propri averi, al dottore la vita ed al politico il nostro futuro. Senza fare domande... Anche perchè si era troppo ignoranti per capire queste oscure alchimie.

Forse i nostri avi una scusa valida per la loro ignoranza l’avevano...
La mancanza di mezzi per apprendere.
Ma noi?

Mai come in questo decennio ci è stata concessa una così ricca gamma di mezzi di apprendimento. Tv, radio, giornali ed internet.
La rete in testa è uno strumento di conoscenza immenso, in cui ogni individuo può apprendere ciò che vuole. Ovviamente non diventerà ingegnere semplicemente spulciando un sito o un’altro.

Ma senza dubbio apprenderà molte cose. Rudimenti di economia che gli permettano di investire i propri denari, nozioni di medicina che permettano di capire che combina il doc di turno e quel po’ di politica per evitare che i nostri cari deputati facciano quello che vogliano.
Ma qual è la realtà?


La realtà e ben misera e triste.

Anche se disponiamo di più tempo libero, lo utilizziamo in maniera pietosa. Abbiamo esperti in grande fratello e calcio minuto per minuto. Luminari di Playstation 3 o altre console. Geni dello shopping minuto per minuto.
Ovviamente chi se ne frega di temi di scarsa rillevanza come la propria salute o lo stato del proprio conto in banca. Chi se ne frega del lodo Alfano o dello sperpero delle nostre tasse. Questi temi vanno delegati, perché il nostro tempo è contato ed il pallone non aspetta. Delegati a chi però?

Vivessimo in una società perfetta mi starebbe bene ma guadiamoci intorno.
Deleghiamo l’economia a chi non aspetta altro di succhiare ogni nostro centesimo nelle maniere più subdole.

Deleghiamo la sanità alla big pharma che a tutto pensa tranne che alla nostra salute.

Ed infine la politica a persone la cui integrità morale e per lo meno dubbia.
E poi tutti a piangere se tutto va male.
Eppure basterebbe solo una mezz’ora al giorno in meno davanti alla tv e una mezz’ora in più ad apprendere.
Perché la conoscenza è l’unica nostra forza.
La conoscenza e la solidarietà fra noi individui normali.
Perché un singolo non pesa nulla, ma tanti singoli insieme contano e tanto anche.
Se poi sono a conoscenza di poche nozioni ma nozioni importanti (quindi escludiamo tutte le amenità tipo isola dei famosi e sport vari), possono cambiare le cose.

E le possono cambiare in modo da avere un mondo migliore per i propri figli e per se stessi.

Quindi liberiamoci dal vizio del delegare ad altri la nostra vita ed iniziamo pian piano a diventare parte attiva. Solo una mezz’ora al giorno per riavere le nostre vite.

Commenti all'articolo

  • Di mabo (---.---.---.22) 8 gennaio 2009 21:19
    E’ sempre un piacere leggere quel che hai sempre sognato di scrivere, ma non ne hai avuto l’opportunità.
    Grazie Pint. 74. Delegare è l’ unica possibilità che ci concede la democrazia, ma il CONTROLLO è il solo strumento che possediamo per farla funzionare. Facciamo nostro il verso dantesco “Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza” e con umiltà diffondiamolo. Il viaggio sarà lungo e tortuoso ma, tra una Circe e una Calipso che tenteranno di ostacolare il nostro viaggio, prima o poi riusciremo a giungere a Itaca. 
    • Di pint74 (---.---.---.211) 9 gennaio 2009 20:25
      pint74

      E’ sempre un piacere trovare qualcuno che la pensa allo stesso modo.Il solo sistema per gingere ad Itaca è diffondere le nostre idee e cercare di svegliare quante più persone dal loro torpore.Più saremo,maggiore sarà la nostra forza.Però bisogna fare in fretta,la situazione degenera in fretta e potrebbe rivelarsi fatale temporeggiare.
      Fatale per le nostre speranze di cambiare qualcosa e di trovare qualcosa che vale ancora la pena cambiare.

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