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 Home page > Tribuna Libera > L’eredità dei padri

L’eredità dei padri

Antifascismo è fare la guardia alla libertà, alla libertà degli individui e a quella dei popoli.

Ho capito davvero cosa può significare essere antifascisti, non solo attraverso i miei studi di storia, ma soprattutto quando mio padre, di solito non prodigo di confidenze, mi raccontò, senza apparente motivo, che era stato membro del CLN locale, aveva anche preso la tessera del partito comunista, e che aveva restituito quella tessera allorché, dopo l'invasione dell'Ungheria nel 1956 da parte della dittatura russo-sovietica e il soffocamento nel sangue del desiderio di libertà di quel popolo, il movimento comunista, con poche eccezioni, aveva voltato la faccia dall'altra parte. 

Allora, non ero ancora trentenne, non compresi bene le ragioni di quella confidenza, ma col tempo mi è apparso chiaro il valore delle scelte personali di mio padre, per le quali dovette pagare anche qualche prezzo. Perciò ho cominciato a ripensare a quella insolita conversazione come alla trasmissione di un'eredità preziosa, connessa alla consegna di un compito: la difesa della libertà degli esseri umani a qualunque costo. Dal momento che senza la libertà tutto ò perduto! 

In realtà, ho compreso solo col tempo, approfondendo studi e letture e riflettendo su quelle parole di mio padre che il 1956 è stato forse una delle date decisive della storia europea, ma anche uno degli appuntamenti falliti, soprattutto da parte delle sinistre, una data che solo in pochi - in Italia e in Europa - hanno saputo valutare con scienza e coscienza.

Forse la storia europea e anche i destini delle sinistre in Italia ed Europa avrebbero potuto essere diversi se si fosse stati capaci di decifrare quel momento, di dare risposte all'altezza dei tempi, e fare una scelta di campo non equivoca in favore della libertà e della democrazia.

Confesso che quella "eredità" è rimasta sullo sfondo di tutte le scelte importanti della mia vita.

Devo dire che il valore di quell'eredità. mi è tornata subito alla mente anche quando, qualche mese fa, il Presidente del Senato della Repubblica italiana ha presentato pubblicamente come un'amata eredità di suo padre un busto di Mussolini, il che ha provocato in me un amaro sorriso di commiserazione.

Devo anche confessare, se guardo le cose dal punto di vista di quell'eredità e di quel compito, che incredulità e commiserazione, miste a pena e sfiducia, mi assalgono di fronte a tutti coloro che sbandierano l'antifascismo come una loro etichetta esclusiva, e tuttavia cedono al fascino delle autocrazie, delle dittature, e delle potenze liberticide e fasciste di oggi come Russia, Cina, Iran, e nello stesso tempo avallano i contro-modelli politici e culturali, apertamente proclamati davanti al mondo da quelle potenze dispotiche.

Tutto ciò mentre Popoli e Stati fuggono verso l’Occidente, non tanto in quanto Occidente bensì in quanto casa e garanzia della libertà e della democrazia.

Sì, anche per questo la libertà è in pericolo, insieme alla democrazia. 

Anche per questo, oggi, è il tempo di una chiara scelta di campo.

Sì, oggi antifascismo è solo « far la guardia alla libertà » e alla democrazia, in Italia e nel mondo!

 

 

 

 

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