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L’attacco Anonymous allo CNAIPIC: un pasticciaccio

Dietro all’attacco informatico messo in atto a fine luglio da LulzSecITALY ai danni del Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (CNAIPIC), ci sarebbe un complotto. Lo scrive la testata online Linkiesta, citando quella che viene definita una “fonte sicura all’interno del movimento” Anonymous in Italia. Secondo tale fonte, i cyberattivisti sarebbero caduti in una trappola, orchestrata allo scopo di screditare le società che offrono allo CNAIPIC consulenza e favorire “qualche altra società di websecurity privata” per poter ottenere “qualche appalto multimilionario o qualche super commessa a sei zeri”.

Gli hacker avevano sferrato l’attacco allo CNAIPIC il 25 luglio. Successivamente avevano diffuso un comunicato in cui scrivevano di aver avuto accesso “al vaso di Pandora delle agenzie anticrimine Italiane” e di aver intenzione di diffondere oltre 8 GB di dati archiviati sui server dello CNAIPIC. Qualche ora dopo LulzSecITALY aveva effettivamente diffuso online una prima parte del materiale che, secondo quanto scrive Linkiesta, si è poi rivelato quasi totalmente falso.

La vicenda ha però troppi lati oscuri. Ammettendo che i dati carpiti da LulzSecITALY siano falsi, ciò non toglie che gli hacker siano riusciti a ottenerli. Dunque hanno bucato il sistema di sicurezza. Che esista o meno un complotto, le società che offrono consulenza allo CNAIPIC sono allora effettivamente poco affidabili. La fonte de Linkiesta non spende neppure una parola su questo punto. Inoltre, la fantomatica “altra società di websecurity” avrebbe dovuto far abboccare gli hacker di LulzSecITALY e in qualche modo convincerli a compiere l’attacco informatico contro lo CNAIPIC. Quindi si tratta di persone che sono entrate in contatto con Anonymous.

Il fatto poi che i documenti carpiti dai server dello CNAIPC siano falsi, aggiunge ulteriore confusione alla vicenda. Se come sembra far intuire l’articolo de Linkiesta, il materiale falso sarebbe in qualche modo un tassello del complotto, chi ha orchestrato l’operazione avrebbe fatto trovare agli hacker proprio quei documenti. Quindi sarebbe stato a conoscenza del sistema interno dello CNAIPIC. E avrebbe dovuto fare tutto ciò nella convinzione che lo CNAIPIC non si sarebbe accorto di nulla e anzi, si sarebbe scagliato contro gli attuali consulenti per sostituirli con altri.

Una storia decisamente troppo machiavellica, anche per il più accanito estimatore de Il Principe. Una storia che, piuttosto, sa molto di barbe finte. Forse, i ragazzi di LuiZSecITALY, se intendono rimanere oltre che anonimi anche autonomi, farebbero bene a cominciare a guardarsi intorno. O al loro interno.

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