L’anima selvaggia della Natura

"Il cuore selvaggio della natura" è un saggio molto ricco di David Quammen, che descrive molto bene le principali cose che accadono negli ambienti naturali più selvaggi (Adelphi, 2024, 412 pagine effettive, euro 25).
Il cuore, diversamente dagli altri organi, è fondamentale per ogni essere vivente e l'ecologia dipende da quattro fattori fondamentali: l'estensione, la connessione, la diversità e i processi (prefazione). I processi riguardano "le dinamiche di interazione del sistema, le varie attività che trasformano certi comportamenti, certe creature, sostanze o energie negli elementi costitutivi di altri" (ad esempio la fotosintesi e la competizione, p. 15). La Natura è complessa, è misteriosa e rimane faticosamente conoscibile.
Le connessioni riguardano "i legami e le interdipendenze che i processi generano tra le creature viventi e i loro ambienti fisici. L'estensione invece fa "riferimento a un dato molto importante, e cioè che la connessione e i processi - e anche la diversità biologica, certo - dipendono dalle dimensioni del luogo in cui sussistono". Inoltre più un territorio è isolato da alte catene montuose, o dal mare, come le isole, meno esisterà la diversità: "La diversità è limitata perchè le isole di dimensioni ridotte" e lontane dalla terraferma limitano fortemente le popolazioni e riducono la capacità di colonizzazione (prefazione). In moltissimi casi la realtà è talmente complessa che è difficile stabilire dei veri ordini di importanza.
Inoltre i percorsi migliori attraverso le intricate foreste, si effettuano attraverso "La linea di minor resistenza", che "ha il vantaggio di lasciare la foresta intatta dopo il passaggio, di aumentare significativamente la dimensione del campione grazie alla maggiore velocità e di ridurre notevolmente la fatica dell'osservatore" (p. 85). Ma la popolazione dei primati più intelligenti delle foreste africane, gli scimpanzè (insieme ai bonobo che vivono in foreste più riparate), si è ridotta di oltre l'80 per cento negli ultimi cento anni, arrivando a circa duecentomila esemplari (p. 126). Purtroppo gli scimpanzé vivono in territori molto vicini a quelli abitati dagli esseri umani.
Gli elefanti hanno un ruolo centrale insieme ai leoni, nelle culture e negli ambienti africani: "Gli elefanti sono intelligenti... sanno di cosa hanno bisogno... se non lo sanno, la madre o la nonna glielo insegnano. Sembrano calcolare i rischi. Possono essere pericolosi, ma preferiscono evitare il conflitto con altre creature grandi e pericolose come i leoni o gli uomini.. Dopotutto sono erbivori, e non hanno alcuna ragione di uccidere, se non per difesa, confusione, panico e disperazione quando i loro bisogni non sono soddisfatti" (p. 176). Per fortuna conoscono bene il pericolo della grande invasione umana dei loro territori e "riescono a vivere negli spazi tra le fattorie e gli insediamenti umani".
Comunque Greg Carr, che è stato ispirato dal famoso sociobiologo Edward O. Wilson, ha le idee molto chiare sul ruolo delle donne in Africa: "Ma se le ragazze vanno a scuola e le donne hanno delle opportunità, allora avranno famiglie con due figli... Ed è qui che sviluppo umano e conservazione si fondono... Più diritti per donne e bambini, meno povertà... ecco di cosa ha bisogno l'Africa per salvare i suoi parchi nazionali" (p. 356). Si tratta del raggiungimento dell'emancipazione femminile nel continente africano.
Tra le varie esperienze riportate ricordo quella dell'African Parks. Questa gestione sudafricana dei parchi naturali si è distribuita in altri paesi africani. Un collega di Mandela al Congresso nazionale africano, Mavuso Walter Msimang, fondò, insieme ad altri quattro uomini, "una nuova organizzazione privata senza scopo di lucro. Nel gruppo erano presenti anche l'olandese Paul Fentener van Vlissingen (filantropo e ambientalista), e lo zimbabwese Peter Fearnhead (capo dello sviluppo commerciale dei parchi sudafricani; p. 383). Era stata creata una rete di tutela ambientale molto vasta.
Purtroppo oggi viviamo in un decadimento naturale generalizzato: "Se si riducono, poco alla volta, estensione, connessione, diversità e processi vitali, il battito della natura selvaggia perde vigore. E alla fine cessa" (p. 20). In molti casi rimane un vivaio di piante trapiantate e scompare la foresta. Chi ha vissuto di più e chi si documenta di più, si rende pienamente conto del vasto peggioramento in quasi tutti i paesi del mondo. E la vicenda della gestione dei salmoni in Russia, ci dimostra i grandi pericoli derivanti dall'allargamento del potere affaristico internazionale nel mondo naturale.
David Quammen in questo libro ha raccolto i reportage che ha pubblicato tra il 2000 e il 2020 su National Geographic. Tra le sue pubblicazioni segnalo Spillover (2014; www.agoravox.it/Spillover-La...). Per approfondimenti: https://davidquammen.com
Nota generale - "I grandi paesaggi naturali possono ospitare più specie di creature, più processi e una maggiore connessione rispetto alle aree di minor estensione (l'ingegnere ecologo Frank Preston lo ha descritto in termini matematici; p. 16). Inoltre, senza le necessarie, innumerevoli e inevitabili morti, anche di esseri viventi nati da poco, tutti i vari ambienti naturali non potrebbero sopravvivere e non potrebbero verificarsi le innumerevoli successioni delle vite degli animali e degli esseri umani.
Nota curiosa - Un guardiaparco era un ex insegnante, "una persona integerrima l'uomo meno corruttibile in tutto il corpo delle guardie forestali... Era così disciplinato che non beveva acqua in pubblico" (p.391). Nel 2002 il Gabon, con i suoi vastissimi parchi, è diventato "uno dei principali custodi al mondo della biodiversità", insieme alla Costa Rica (p. 111). Però il Gabon è ben cinque volte più grande; ben l'undici per cento della sua superficie è protetta. Nel 2003 il Gabon aveva solo 1,3 milioni di abitanti e ben il 75 per cento della sua superficie era ricoperta da foreste, che ospitavano quasi centomila elefanti. Come gli esseri umani, gli elefanti seguono tre obiettivi molto importanti: sesso, sostentamento, sicurezza (sono le tre S di Douglas-Hamilton; p. 174).
Nota sui primati - "Lo scimpanzé risolve le questioni sessuali con il potere; il bonobo risolve le questioni di potere con il sesso" (Frans de Wall, etologo, p. 220). Bisogna dire che "Gli scimpanzé sono molto intelligenti. Se non li scacci, saranno tuoi amici. Se li scacci, vedrai fuoco e fiamme" (donna africana, p. 277). Le cose sono molto semplici: in alcuni territori gli scimpanzé sono molto arrabbiati, perché il loro ambiente sta scomparendo, a causa della costante deforestazione causata dagli esseri umani.
Nota preistorica - "I grandi mammiferi africani di ventimila anni fa sono in gran parte sopravissuti nei grandi mammiferi africani di oggi. Per questo motivo l'Africa è stata definita il "Pleistocene vivente" e ci rammenta un'epoca, prima dell'avvento dell'Homo sapiens, in cui il pianeta era davvero grande e selvaggio" (p. 157)
Commenti all'articolo
Lasciare un commento
Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina
Se non sei registrato puoi farlo qui
Sostieni la Fondazione AgoraVox