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L’acaro maledetto dalla Svizzera alle Hawaii

In Svizzera le api sono appena state dimezzate dalla Varroa destructor, un acaro che si riproduce nelle pupe e che da solo non dovrebbe causare una mortalità così elevata. Stephen Martin dell'Università di Sheffield e i suoi colleghi hanno trovato una spiegazione un po' preoccupante nell'arcipelago delle Hawaii.

Il 22 maggio scorso, l'Ufficio federale per l'agricoltura annunciava la peggior moria mai avvenuta in Svizzera. In sei mesi la Varroa aveva svuotato 100.000 arnie. Per gli apicoltori una perdita di 25 milioni di franchi, per gli agricoltori era troppo presto per dirlo: al momento non può essere ancora valutato l'influsso sull'impollinazione garantita di piante utili e piante selvatiche e sul morale degli apicoltori interessati a proseguire la loro attività.

Morale basso. Anche perché il Centro federale di ricerca sulle api fa esperimenti, su larga scala, con vari pesticidi per ottimizzare ogni anno i trattamenti e, come nel resto d'Europa, la Varroa è presente da almeno 40 anni: le api hanno evoluto comportamenti per ridurne le infestazioni. (Si puliscono a vicenda prima di rientrare nell'alveare, buttano fuori le compagne infette ecc.).

Come mai la prevenzione questa volta non ha funzionato? Su Science, una ricerca fornisce la risposta più plausibile. Tra il 2009 e nel 2010, Stephen Martin et atri sono andati nelle principali isole delle Hawaii e hanno comparato - in natura e negli apiari - la concentrazione dei quattro virus più diffusi (su 18) nelle api di colonie sane e infette. Nel 2007, scrivono, l'arrivo della Varroa ha modificato fondamentalmente il paesaggio virale.

Non hanno trovato differenze per quanto riguarda il virus del Kashmir, della paralisi lenta, della paralisi acuta, e di quello israeliano della paralisi acuta, accusati a turno della sindrome da spopolamento degli alveari che ha falcidiato le api americane tra il 2006 e il 2008.

In compenso, in tutte le arnie infette da Varroa, le api avevano un carico eccezionale di virus delle ali deformi. In natura infetta molti insetti, ma non a questo livello. Anche se serviranno ulteriori analisi genetiche per esserne certi, gli autori pensato che la Varroa l'abbia acquisito subito dalle api e ne sia diventata la portatrice sana.

Non ancora degli altri quattro, forse perché ci mettono più tempo ad adattarsi al nuovo ospite. Però quello visto non può, ancora, essere accusato della strage del 2006-2008: nelle Hawaii, finora non è stato segnalato alcun caso di sindrome da spopolamento degli alveari, anche se tutti i parassiti e patogeni ad essa associati sono presenti. Che brutto paesaggio.

Sylvie Coyaud

Questo articolo è stato pubblicato qui

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