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L’Orchestra Romagnola di Secondo Casadei, compie 80 anni

Dal nipote Raoul al pronipote Mirko, la musica romagnola del compositore di "Romagna mia", continua per tre generazioni a trionfare indisturbata nelle balere di tutta Italia e..non solo, nonostante la crisi che incombe proprio in questi anni su tale forma di spettacolo.

Nel 1928 il maestro Secondo Casadei all’età di 22 anni fonda ufficialmente l’Orchestra Casadei.(NELLA FOTO g.c.) L’ orchestra Secondo Casadei nella prima formazione ufficiale. L’orchestra debutta a Gatteo a Mare(Fc) al Dancing Rubicone, inaugurando questo nuovo centro turistico. Un organico formato da due violini, chitarra, contrabbasso, clarinetto in do e, autentica novità per quei tempi, il saxofono,la batteria ed il banjo .Arrivarono in seguito il sax tenore,la tromba ed il pianoforte. Nel 1928 l’Orchestra Casadei incide anche il suo primo disco 78 giri su marchio Fonit con matrice 6044 al lato: A Ricordo (valzer) mentre sul lato B Capricciosa (mazurca) . Seguono sempre nello stesso anno altre incisioni: Cucù (valzer), Fitinj (polca).L’Orchestra a quei tempi si spostava in bicicletta e il più robusto doveva trascinarsi dietro un carrettino con su il contrabbasso.


 Questa formazione orchestrale, veniva chiamata a rallegrare le ricorrenze più significative del mondo contadino: la festa della mietitura, trebbiatura, vendemmia, venendo il più delle volte ricompensata in natura. Dall’aia si passò ai cameroni (cambaroun), così venivano chiamate in Romagna le balere di allora. Tutto ciò avveniva durante il carnevale,a capodanno e in poche ed altre occasioni.

Al maestro Secondo deceduto il 19 novembre 1971 successe il nipote Raoul,che modificò lo stile dello zio apportando "musica solare" alternata a liscio tradizionale fino alle soglie del 2000.Ora la tradizione continua col figlio Mirko,arrangiando questo genere tradizionale in chiave più moderna ed adeguata ai gusti giovanili.Ma il liscio vero, nonostante attraversi un periodo molto critico,proprio qui in Romagna,dove è nato,deve comunque restare fedele alle sue tradizioni originarie..quelle imposte da Zaclèn (Carlo Brighi) il suo vero ideatore alla fine del 1800 ,per poi perfezionarsi con lo stile ultimo di Secondo Casadei.

 

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