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L’Italia potrebbe fare la fine del Belgio?

("Senza federalismo, faremo la fine della Grecia" Umberto Bossi, 28 aprile 2010)

La Grecia. La fine della Grecia.
 
Sembra quasi che la parola Grecia sia sinonimo di Crisi, d'Inferno, di Ostacolo, di Buco Nero. I nostri politicanti la usano con parsimonia, quasi a volerla evitare come una peste contagiosa, non sapendo che non c'è solo la Grecia, e soprattutto non c'è una sola fine possibile.
 
Già, non c'è una sola fine possibile, e nello specifico mi riferisco al Belgio.
 
Nonostante l'inascoltato appello del Re, dopo più di 200 giorni dalle ultime elezioni il Belgio ancora non ha un governo: lo scorso 13 giugno a nord vinsero gli autonomisti fiamminghi, a sud i socialisti francofoni.
 
Il sistema politico belga sembra essere condannato all'immobilismo da anni, perché la comunità fiamminga a Nord (6 milioni di abitanti), e quella francofona-vallona a Sud (3 milioni e trecentomila abitanti), si ignorano a vicenda dagli anni '70, contenti e consapevoli di farlo, con i rispettivi parlamenti federali, con i propri partiti regionali, e con le proprie tradizioni culturali e linguistiche. Il The Economist alcuni anni fa lanciò perfino la provocatoria proposta "Aboliamo il Belgio".
 
"Il Belgio è uno Stato fallito e non ha più nessun futuro" avrebbe dichiarato il leader degli autonomisti fiamminghi il 14 dicembre scorso.
 
Ma nonostante le maleauguranti previsioni di De Wever (S&P il mese scorso avrebbe minacciato di ridurre il rating sovrano del Belgio se non si fosse formato un nuovo governo), all'eccessiva instabilità politica sembra non corrispondere un'eccessiva instabilità economica.
 
Il Premier del Lussemburgo e Presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker, il mese scorso ha dichiarato che non si può considerare il Belgio come il malato d'Europa, in quanto "ha un bilancio ben gestito": Infatti in questo Paese il rapporto deficit/PIL è stato ridotto dal 5,6% al 4,8% dal 2009 al 2010.
 
Il Belgio il 30 marzo potrebbe raggiungere il record dell'Iraq di 290 giorni senza un Governo: il record europeo è di 208 giorni, e fino a ieri era detenuto dai vicini olandesi.
 
Alcuni giorni fa il mediatore incaricato da Re Alberto II, Johan Vande Lanotte, ha rimesso nelle mani del re il mandato di negoziazione tra fiamminghi e valloni.
 
Attualmente in Italia, sembra che l'unica conditio sine qua non che possa aiutare il Governo Berlusconi ad andare avanti, sia l'attuazione del federalismo.
 
Il Ministro Calderoli avrebbe dichiarato che "se non viene approvato il federalismo la spina si stacca da sola, perché testimonierebbe l'inesistenza di una maggioranza di governo per realizzare le riforme".
 
Da uno studio messo a punto dal Senatore Stradiotto del PD, il federalismo potrebbe essere una vera e propria stangata per i comuni del Sud, e non solo: il Comune de L'Aquila potrebbe subire un taglio del 66% delle risorse, quello di Napoli del 61%, quello di Roma del 10%; il Comune di Olbia invece potrebbe riceverne il 180% in più, come quelli di Imperia (+122%) e Parma (+105%).
 
L'Italia, come il Belgio, sotto i colpi del federalismo potrebbe spaccarsi tra padani al Nord, e tra berlusconiani, bersaniani, finiani, casiniani (e chi più ne ha più ne metta) al Sud.
 
Umberto Bossi alcuni giorni fa avrebbe dichiarato che non tutti quest'anno festeggeranno l'Unità d'Italia: c'è da scommetterci. I 7 mesi del Belgio senza Governo, ne sono una prova.

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