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 Home page > Attualità > Ambiente > L’Italia e i rifiuti

L’Italia e i rifiuti

"Nulla si crea, nulla si distrugge"
(A. Lavoisier)

"in una reazione chimica, la massa dei reagenti è esattamente uguale alla massa dei prodotti"


E’ molto semplice, talmente semplice da sembrare acqua calda.

Prendiamo degli arbusti, li bruciamo, ed otteniamo cenere, non otteniamo la scomparsa del materiale, solo una variazione compositiva.

Non mi addentro negli argomenti, ho studiato storia dell’arte e non una qualsivoglia delle discipline scientifiche, tuttavia ho ben presente una applicazione pratica di questo principio.

Teniamo innanzitutto presente che la natura, il meraviglioso contesto che ci ospita, di cui ci scordiamo di fare parte, non produce "spazzatura", semmai scorie, elementi di diverse fattezze che hanno ognuno un preciso ruolo.

Un italiano produce in media 548 kg all’anno, di cui ben poca percentuale è riciclabile, per problematiche che ben conoscete e avete sotto gli occhi, anche solo pensando a Napoli.

Come al solito, la natura fornisce preziose indicazioni, ma l’uomo rifiuta con insistenza i suggerimenti.

Ripeto, basti pensare a Chiaiano, a Napoli o alle nuove esigenze del governo nei confronti del protocollo di Kyoto.


Nell’ultimo decennio la produzione di spazzatura, calcolata per media italiana, ha avuto un incremento del 20%, al contrario la media europea si è incrementata del 6%.

Il che significa che le politiche di prevenzione non ci sono state o non sono state efficienti.

Siamo ben lontani dai casi europei più virtuosi, come quello della Germania che oltre alla diffusione della raccolta differenziata ha notevolmente ridotto la sua produzione procapite di rifiuti urbani: -12% nell’ultimo decennio.

Tuttavia non esiste solo il governo Berlusconi e le sue politiche infantili e senza futuro, c’è anche chi si pone davanti a un problema con lo scopo di affrontarlo e possibilmente risolverlo.

E’ il caso di Cuneo e della sua provincia, dove davanti a una discarica provinciale ormai satura, si è pensato di utilizzare la "monnezza" come carburante:

"Un combustibile prodotto esclusivamente da rifiuti urbani, bottiglie di plastica, guarnizioni ed altre gomme, scarti di lavorazione. Roba destinata a finire in discarica o, nella migliore delle ipotesi, ad essere incenerita. Il «Cdr-P» - così si chiama il nuovo combustibile - produce calore, non è inquinante, è alternativo al carbone e attualmente viene venduto a 5 euro alla tonnellata.

Da tre anni il nuovo combustibile viene sperimentato in provincia di Cuneo, nel cementificio «Buzzi-Unicem» di Robilante. Ne hanno già utilizzate 40 mila tonnellate e lo definiscono «di buona qualità, ambientalmente sostenibile» e che «si allinea alle prestazioni del carbone». In termini tecnici ha «un potere calorifico che oscilla tra le 5500 e le 6 mila kilocalorie al chilo». "

Reggetevi forte... questa idea risale al 2006. Possibile che nessuno abbia pensato a una soluzione simile?!

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