• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Economia > L’India corre ma... non ci sono idraulici!

L’India corre ma... non ci sono idraulici!

Ogni anno sforna 500.000 giovani ingegneri, scienziati e businessman, ma mancano elettricisti, carpentieri e idraulici.

Ci sono 800 milioni di contadini quando il settore agricolo garantisce appena il 17% del Pil.
 
Qualcosa non funziona in India, principe dei paesi emergenti dopo la Cina.
 
Sono trascorsi 20 anni da quando l'allora ministro delle Finanze Manmohan Singh ed il primo ministro Narasimha Rao avviarono un importante processo di riforme.
 
All'inizio degli anni Novanta un paese da 850 milioni di abitanti non superava il 2% di crescita.
 
Ora gli indiani sono 1,2 miliardi e il Pil sfiora stabilmente l'8-9%.
 
L'impresa privata, soffocata dall'impero della carta bollata del License Rai, adesso conta 35 milioni di imprenditori con più di 100 imprese che superano il fatturato annuale di un miliardo di dollari e molte acquisiscono anche compagnie straniere. E' emersa una vivace media borghesia, consumi in aumento, real estate, il mito di Bollywood.
 
Poi c'è l'altra faccia del boom economico: 500 milioni di indiani rimasti nelle campagne, il 40% della popolazione analfabeta, il 34% dei bambini ancora malnutriti, e una buona fetta di 14 milioni di giovani che non trovano un posto adeguato nel mercato del lavoro.
 
L'anno prossimo l'India dovrebbe sfiorare la crescita al 10% e sarà l'occasione per investire risorse importanti nel tentativo di includere entro 14 anni il mezzo miliardo di persone rimaste escluse dal miracolo degli ultimi anni.
 
"E' un impegno che non può essere lasciato solo alle forze del mercato: occorre un intervento regolatore dello stato per accellerare le risorse necessarie", spiega Hari Bhartia, il presidente degli industriali privati, che aggiunge: "Anche noi dobbiamo fare la nostra parte, pagando le tasse, fonte primaria per le risorse necessarie all'inclusività della nazione. E continuando a produrre beni che arrivino alla base della piramide sociale".
 
L'India già crea i medicinali più a buon mercato del mondo e 800 milioni di indiani hanno un cellulare a tariffe bassissime (7 anni fa quasi niente).
 
Nel 2023 meno della metà degli indiani vivranno ancora nelle zone rurali.
 
Per gestire senza traumi il grande cambiamento è fondamentale investire nell'educazione, come spiega ancora il leader della Confindustria indiana: "Il 65% dei giovani non conclude il suo percorso scolastico. Vanno sul mercato del lavoro senza trovare nulla e quando trovano non hanno la preparazione. Non servono altri ingegneri: il nostro problema eventualmente è migliorarne la qualità. Abbiamo bisogno di artigiani. Quattrocento milioni di contadini non hanno lavoro, ecco il nostro serbatoio".
 
Nel frattempo, i miliardari indiani si tengono stretto il 20% della ricchezza del paese, non invidiando la condizione degli oligarchi russi.
 
Toccherà dunque agli idraulici sconfiggere la povertà in India?

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares