• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cronaca Locale > L’Aquila sveglia l’Italia. Migliaia di manifestanti per le vie del (...)

L’Aquila sveglia l’Italia. Migliaia di manifestanti per le vie del centro

A 19 mesi dal sisma, L’Aquila scende di nuovo in piazza, diversi pullman sono arrivati stamattina nel capoluogo abruzzese da tutta Italia per la manifestazione “SOS L’Aquila chiama Italia", indetta per richiamare la solidarietà nazionale e mantenere viva l’attenzione sulla città. I manifestanti - secondo la Questura 13.000, secondo gli organizzatori oltre 20.000- hanno visto con i loro occhi le macerie dell’Aquila, praticamente tutte ancora tutte qui, quasi a simboleggiare le macerie dell’Italia intera nell’indifferenza generale, amplificata dall’assenza di attenzione dei media nazionali.

Un appello alla società civile quello lanciato dagli organizzatori della manifestazione. Una società civile e solidale che c'è sempre stata. I detrattori hanno puntato il dito su una "strumentalizzazione di una parte politica, della sinistra". Forse è vero che c'è stato uno spostamento a sinistra, ma le disgrazie non hanno colore. Il lungo corteo della manifestazione è partito da piazza D'Armi, il punto del via ha valore simbolico: piazza d'Armi ha ospitato nel periodo dell'emergenza la tendopoli più grande, più famosa e più fotografata dai media nazionali.

La ricostruzione è impantanata, il tessuto economico al collasso, la popolazione esasperata. Non è ancora stato tracciato il disegno della città, i soldi non ci sono, le imprese lamentano ritardi nei pagamenti, il tessuto sociale è smembrato.

LE RICHIESTE - Le richieste vertono, soprattutto, a ottenere una legge organica e nuove agevolazioni fiscali, nonché misure per l’occupazione, il sostegno all'economia, la certezza delle norme e dei tempi della ricostruzione della città e del territorio. “La ricostruzione dopo 19 mesi di promesse è ferma. Aumentano solo disoccupazione e cassa integrazione. Serve una legge organica sulla ricostruzione: fondi certi, restituire le tasse come è stato fatto per altre emergenze. Stiamo ripagando i mutui sulle nostre case ancora distrutte. Ogni problema non può essere affrontato come un’emergenza da commissari straordinari. Nel nostro Paese si investano risorse pubbliche sulla prevenzione e messa in sicurezza del territorio per evitare altre tragedie”. Ecco alcuni dei motivi per cui “L’Aquila chiama Italia”.

L'economia è al tracollo tra disoccupati, cassintegrati, artigiani e commercianti che ancora non riescono a far ripartire le loro; proprietari di immobili inagibili che dovranno riprendere il pagamento dei mutui, senza poter disporre della loro casa; prezzi alle stelle per i locali commerciali; aziende insolventi a seguito della mancata attività dopo il terremoto. E di zona franca si continua a parlare ma senza nulla di certo su cui poter contare.

LA LEGGE DI SOLIDARIETA' NAZIONALE - Oggi è partita ufficialmente la raccolta delle 50mila firme necessarie ad avviare l'iter di presentazione della proposta di legge di iniziativa popolare, promossa dall'assemblea cittadina dell'Aquila, “Solidarietà Nazionale per i territori colpiti da disastri naturali”. Nella prima ora, oltre 200 persone hanno firmato la richiesta di legge popolare nel banchetto allestito all'interno dell'affollatissimo Bar Nurzia, in pieno centro. Le operazioni sono coordinate dal consigliere comunale del Pdl Enzo Lombardi, il quale, proprio come rappresentante del Consiglio comunale dell'Aquila, può autenticare le firme. In un'altra postazione in piazza Duomo, si è formata una fila di persone non aquilane che possono apporre la firma solo alla presenza di un notaio, unico competente all'autenticazione trattandosi di non residenti.

"Ho dato la mia disponibilità perché, anche se avrei da dire sull'organizzazione, siamo cittadini aquilani e dobbiamo cercare di portare comunque il nostro contributo" ha spiegato Lombardi, uno dei pochissimi esponenti del centrodestra che ha deciso di partecipare alla manifestazione "L'Aquila chiama Italia". Lombardi ha detto di non aver parlato con la dirigenza del partito, "d'altra parte, non mi interessa sentirli, se avevano qualcosa da dirmi, mi avrebbero chiamato". In riferimento agli aspetti che non lo convincono, Lombardi ha aggiunto: "I problemi arrivano dal comportamento di organizzatori non proprio disinteressati a venire all'Aquila, speriamo che i dubbi vengano fugati". Lombardi è stato impegnato fino a sera nelle procedure per la raccolta di firme a sostegno della legge di iniziativa popolare.

La legge di solidarietà nazionale - composta da venti articoli - è stata condivisa on line attraverso una piattaforma wiki. “Abbiamo così raccolto - ha spiegato Luigi Fabiani, tra i promotori dell'iniziativa - contributi da tutta Italia”.

Tra i principi fondamentali della legge c'è la partecipazione di tutti i cittadini “alle scelte e decisioni necessarie al superamento dell'emergenza” in caso di calamità naturale. Si chiede inoltre che l'attività della Protezione civile resti limitata alla fase di emergenza. Nella legge si indicano come prioritari la trasparenza, la quantificazione del danno, oltre al massimo controllo sulla legalità della ricostruzione, così come delle spese sostenute. Il documento si divide in tre parti: nella prima parte vengono definite le scelte di governance. Nella seconda si definiscono gli aspetti strategici della ricostruzione e l'eco-sostenibilità. Nella parte conclusiva vengono indicati gli strumenti a sostegno dell'economia, tra cui le agevolazioni fiscali, le misure per il sociale e un assegno di solidarietà ai familiari delle vittime del sisma.

Tra i firmatari della legge popolare di solidarietà nazionale c'è anche il vicesegretario del Partito democratico, Enrico Letta. "E' stato un anno estremamente complicato - ha commentato Letta - con tante promesse da parte del governo, e alla fine i risultati sono stati assolutamente deludenti". Letta si è detto preoccupato dalla "carenza di idee sul futuro di una terra che era già in crisi prima del terremoto. Siamo qui - ha aggiunto - per esprimere la nostra vicinanza all'Aquila". A proposito delle iniziative legislative e delle misure di sostegno economico e agevolazione fiscale, Letta ha suggerito di far fede "al modello Umbria e Marche, che è stato un esempio di buona gestione da parte dei governi regionale e nazionale"."In questo - ha aggiunto Letta - è un segnale importante che ieri sia passato in Parlamento l'ordine del giorno che impegna lo Stato a prendere impegni a lungo termine".

Enrico Letta, ha poi rinnovato la proposta di far diventare "L'Aquila la capitale nazionale dell'industria farmaceutica". "Questo polo nazionale - ha spiegato Letta - può dare un senso di futuro, se invece rimaniamo alle logiche dell'emergenza sarà tutto più difficile". "Il problema - ha sottolineato Letta - è che L'Aquila era in crisi anche prima del terremoto e il sisma ha dato una mazzata. Bisogna inventarsi più politiche di sviluppo".

IL CORTEO - Decine di pullman sono arrivate all'Aquila da tutta la penisola. Gli italiani si mescolano agli aquilani aderendo alla battaglia nero-verde. Tra le prime delegazioni arrivate davanti a Piazza d'Armi, il punto di ritrovo, quelle di Terzigno (Napoli) e Boscoreale (Napoli): ad accogliere i manifestanti una lavatrice gigante fatta in cartone con dei panni appesi e uno striscione con la scritta "Basta speculare sui nostri panni". Dall'altro lato uno stand per raccogliere le firme per la legge di iniziativa popolare elaborata dai cittadini sulla ricostruzione, affinché si abbiano finalmente regole e fondi certi, diversamente da quanto accade oggi. A piazza d'Armi anche carriole e striscioni con la scritta 'Macerie di democrazia'. Il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente è passato con la sua automobile davanti al punto di raccolta dei manifestanti, rassicurandoli che avrebbe partecipato alla manifestazione. In effetti il sindaco ha partecipato, con fascia tricolore, insieme agli altri sindaci del cratere che hanno scelto di aderire alla manifestazione.

In merito all'assenza di esponenti del centrodestra alla manifestazione il sindaco dell'Aquila ha commentato "è a mio avviso un errore molto grave, mai come in questo momento noi avremmo dovuto stare vicino a cittadini, associazioni di categoria, sindacati e mondo produttivo, che hanno organizzato questa manifestazione". "Pensare che ci sia una politicizzazione è un errore gravissimo - ha continuato il sindaco - il corteo è pro L'Aquila e non contro il governo. Non riesco a capire il perché di questa decisione. Sabato scorso sono stato in Friulie ho incontrato gli amministratori che hanno ricostruito durante il terremoto e quelli che sono venuti dopo. Nella fase della ricostruzione, mi hanno detto, sono importanti due cose: hanno avuto una governance perfetta, cosa che manca qui, e poi hanno affrontato e risolto il problema della distruzione causata dal terremoto con la politica, che ha identificato un'area di zona franca, pure in un momento molto difficile a livello economico, cosa che non sta succedendo qui". Cialente ha denunciato anche il fatto che "da mesi c'é qualcuno che addirittura ha pensato di proiettarsi in questo territorio per posizionarsi verso le elezioni, sino alle Europee. Un fatto drammatico, perciò ripeto continuamente ai cittadini di vigilare - ha concluso - su queste sciocchezze".

"La ricostruzione pesante è ferma - ha spiegato Cialente - così come è ferma quella per le 'E facili', le case che abbiamo ribattezzato 'super B'. Abbiamo i soldi, ma non si possono presentare progetti perché, ad esempio, manca il prezziario, mancano gli elementi base". "C'è anche un'altra criticità - ha continuato il primo cittadino - in materia economica e produttiva non si è fatto nulla, ancora non ci si è seduti una sola volta al Ministero. C'è una grande confusione di governance e in questa situazione disperata, dal primo gennaio prossimo, se non ci saranno nuove norme, dobbiamo restituire le tasse al 100% per dieci anni". Cialente ha sottolineato che "in tal modo 150 mila italiani saranno chiamati a pagare più tasse degli altri: quando i giornalisti della stampa estera vengono periodicamente a intervistarmi non capiscono il perché di questa situazione".

Nel corteo nonostante la pioggia, anche tantissimi bambini.

 


Nel serpentone nero verde presenti delegazioni di sindacati, associazioni, università, categorie produttive e ordini professionali dell'Aquila e rappresentanze delle segreterie di buona parte dei partiti di opposizione: Pd, Radicali, Sel, Prc, Sinistra critica, Psi, Comunisti italiani e Italia dei Valori. Presenti anche i leader nazionali Antonio Di Pietro (Idv) e Marco Pannella (Radicali), l'esponente di punta del partito democratico Enrico Letta e il segretario di Rifondazione Comunista e Federazione della Sinistra, Paolo Ferrero. "Questo Governo -ha detto Ferrero - ha tramutato il terremoto in uno spot ma dietro lo spot non c'è niente. Pieno sostegno, quindi alla proposta di una legge di iniziativa popolare, unica strada per la ricostruzione". Per l'esponente di sinistra la vergogna di questo Governo è anche "i soldi per le grandi opere, per i caccia bombardieri e non per le ditte che stanno lavorando per la ricostruzione aquilana".

"Sono stato a visitare la parte centrale dell'Aquila, ci vogliono trent'anni per metterla a posto se si continua così" ha evidenziato il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. Per avere giustizia e futuro nel cratere del terremoto, ha detto, "serve un governo che si occupi dei cittadini e non venga qui a prenderli in giro". "Si potrebbe fare presto e bene - ha aggiunto Di Pietro - se fossero dati gli strumenti in termini finanziari, operativi e normativi". Il leader dell'Idv ha poi attaccato l'azione del governo che, "anziché pensare a far risorgere una città affondata dal terremoto eliminando sprechi e spese inutili, pensa all'acquisto di armamenti aeronautici superlusso per fare la guerra, mentre qui si muore senza che le richieste su lavoro e sviluppo vengano esaudite". Secondo Di Pietro non si sta facendo nulla perché il governo centrale, occupato su altri fronti, non pensa alle cose che interessano il Paese, difesa del suolo, occupazione, lavoro, territorio, tutela ambientale, università, scuola, ricerca. "E' come se mancasse la guida a una macchina - ha continuato Di Pietro - in questo modo tutto va a palline. Poi c'è conflittualità nella politica che strumentalizza ogni cosa".

"Malgrado Berlusconi e i regimi di centro-destra e centro-sinistra - ha commentato Pannella - il centro di questa bellissima città è ancora 'vivissimo', siamo in tanti, la manifestazione è riuscita".

Tra i partecipanti anche i parlamentari abruzzesi Luigi Lusi, Tommaso Ginoble, Giovanni Legnini e Giovanni Lolli.

Accanto al mondo della politica quello dell'arte, rappresentato da numerosi esponenti. Presenti naturalmente anche delegazioni di tutti i Comitati locali che aderiscono all' Assemblea Cittadina.

Tra i manifestanti c'è anche qualche venditore ambulante: un uomo con accento napoletano tenta di vendere "fischietti pro ricostruzione". In fondo tutto il mondo è paese.

Il corteo, con in testa uno striscione nero-verde con scritto "Macerie di democrazia - L'Aquila chiama Italia", è partito da viale Corrado IV per arrivare a piazza Duomo, nel cuore del centro storico, attraversando via XX Settembre, una delle arterie più devastate dal terremoto del 6 aprile 2009. Tra i manifestanti, molti con il famoso caschetto protettivo da cantiere giallo, tra i simboli della manifestazione, anche un grande striscione portato in ricordo delle vittime del sisma. In molti hanno urlato "L'Aquila è nostra".

Una piccola parte dei manifestanti ha abbandonato il corteo per "intrufolarsi" in zona rossa, lungo via Sallustio, ma la maggior parte è arrivata a piazza Duomo seguendo il percorso previsto dalla manifestazione. Uno striscione lungo oltre dieci metri, con la scritta "Riprendiamoci la città", è stato srotolato all'Aquila al passaggio del corteo dal ponte Belvedere, uno dei ponti simbolo della città, alle porte della zona rossa.

Numerosi artisti e intellettuali di fama internazionale hanno espresso solidarietà alla popolazione aquilana attraverso un video proiettato a piazza Duomo, tra questi i registi Mario Monicelli e Paolo e Vittorio Taviani e i giornalisti Corrado Augias, Giorgio Bocca e Marino Sinibaldi che hanno invitato gli abitanti delle aree terremotate "a rialzare la testa e non abbassare la guardia".

"Gli aquilani - sottolinea nel video messaggio, realizzato da Francesco Paolucci, lo scrittore Gianrico Carofiglio - devono ritrovare la speranza". Nel video, tra gli altri, i musicisti Elio e Faso di Elio e le Storie Tese e gli attori Neri Marcoré e Fabrizio Gifuni.

"L'Aquila chiama Italia" sulla stampa nazionale

La notizia della manifestazione è stata pubblicata sulle edizioni on line di diverse testate nazionali (guarda i titoli). Riguardo i telegiornali, il Tg2 ha documentato la notizia con un inviato dedicato e proposto diverse interviste ai manifestanti. Tra gli intervistati Antonietta Centofanti (Comitato genitori vittime casa dello studente), Vincenzo Vittorini (Associazione familiari vittime 6 aprile) e Massimo Moca (3.32). Il Tg1 ha riferito la notizia in coda al telegiornale, mentre il Tg4 non ha riportato la notizia nell'edizione serale. Tg5 e Tg3 hanno entrambi trasmesso la notizia. Il Tg5 ha proposto una sintesi delle motivazioni della manifestazione e una "micro-intervista" al sindaco Cialente, mentre il Tg3 ha intervistato i manifestanti, tra questi Giusi Pitari.

ASPETTANDO LA MANIFESTAZIONE ....

BREVE STORIA DI UNA NUOVA REALTA': L'AQUILA E I MOVIMENTI CITTADINI

L'AQUILA CHIAMA ITALIA, TORNANO IN STRADA BANDIERE NERO - VERDI

I COMMENTI

Filippo Piccone (PdL) - "Pur rispettando il diritto di manifestare pacificamente, le dichiarazioni rese dagli esponenti di sinistra locali e nazionali sono la conferma della politicizzazione strumentale della manifestazione svoltasi all'Aquila, con la stragrande presenza di molte persone non aquilane". Lo ha detto il coordinatore regionale abruzzese del Pdl, Filippo Piccone. "Altro che ricostruzione ferma come vuol far credere il sindaco de L'Aquila, Massimo Cialente del Pd - ha aggiunto Piccone - ci sono più di diecimila cantieri aperti con le risorse messe a disposizione dal governo, il centro storico ha i finanziamenti per tutti beni pubblici compresi i sottoservizi e sono stati anche nominati i soggetti attuatori mentre, per la parte privata, i sindaci devono presentare i piani di ricostruzione e per questi si è in fervida attesa". "Per il prezzario poi - ha aggiunto il parlamentare - ci sono solo alcune voci che si stanno rivedendo con gli ordini professionali e la settimana prossima si provvedera' con un decreto in tal senso e per questo, è utile ricordare che, per il terremoto in Marche e Umbria i prezzari vennero rivisti più di otto volte. Inoltre, ed è questo che contraddistingue il gran lavoro di questo governo nazionale e regionale, c'è da ricordare che i lavori nel centro storico in Friuli vennero iniziati dopo quattro anni dal sisma per avere una ricostruzione di qualita', ed in Abruzzo siamo gia' pronti se solo l'amministrazione che guida il Comune de L'Aquila mostrasse meno inefficienze". Piccone conclude dicendo "dopo la grande azione del governo sulla fase dell'emergenza, risultato positivo unico nel suo genere a livello internazionale, oggi, nonostante le molteplici difficoltà economiche internazionali possiamo dire con l'assoluta certezza che il governo Berlusconi non ha mai lasciato solo l'Abruzzo dopo il sisma ed anzi ha mostrato sempre più profonda attenzione".

Lolli (Pd) - "Per me è una manifestazione di popolo, altro che di gente di centrosinistra, è una manifestazione degli aquilani di e quanti dall'Italia sono venuti a darci una mano" ha commentato il parlamentare aquilano del Pd Giovanni Lolli."Nessuno vuole trasformarla in un evento di centrosinistra - ha continuato Lolli - la colpa è di chi non c'è, la responsabilità è loro". "Fino a questo momento ho lavorato per risolvere i problemi e so bene che, essendo uniti, si ottiene un risultato migliore - ha aggiunto - Non c'è nessuna volontà di usare una tragedia come il terremoto per motivi politici, siamo qui per risolvere i problemi delle persone, che sono anche i nostri".

 

Foto di Fabio Iuliano, Eleonora Ferroni, Marianna Galeota, Paolo della Ventura, Alessia Moretti, Patrizio Trapasso e Roberta Galeotti

Video di Fabio Iuliano, Eleonora Ferroni e Patrizio Trapasso

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares