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L’Antipolitica: antipolitica di che?

In questi ultimi mesi, con il crescere dei consensi a favore del Movimento Cinque Stelle, cresce a dismisura la levata di scudi contro l’avanzare dell’Antipolitica. Sì, perché il movimento dei grillini è oramai etichettato quale “Antipolitica”. In poche parole un’accozzaglia di persone che seguono il giullare di turno e che partecipano a generare ulteriore confusione nell’elettorato. Questa almeno è la definizione degli schieramenti dei partiti che si autoproclamano appartenenti alla “Politica”.

Ironia della sorte vuole che ancora una buona parte degli italiani abbia cominciato a ragionarci su e a dare il giusto peso alle parole ponendo al centro di una seria valutazione soprattutto i fatti. I fatti oggi ci consegnano un paese lacerato, diviso, attanagliato da una crisi economica senza precedenti, peraltro delusa e mortificata proprio da una classe politica indifferente, o peggio ancora arrogante e priva di dignità propria.

Il paese è sotto una pressione fiscale che lo sta stritolando, avendo voluto scegliere la strada della tassazione e non della crescita, senza però, almeno sin’ora intervenire seriamente e concretamente nel settore della corruzione, clientelismo, degli sprechi e dell’inefficienza; e nel mezzo di tutto questo squallore questi politici parlano di antipolitca. E se invece l’antipolitica fosse proprio quella che loro hanno posto in essere in questi ultimi vent’anni, non sarebbe invece più credibile?

Non vorrei ergermi quale paladino dei grillini ma sono un po’ arrabbiato quando sento certi esponenti della politica parlamentare dare dell’antipolitico a chi osa contestarli. Non riesco proprio a digerire questo atteggiamento che definirei ipocrita e privo di quel minimo di realismo. La gente è incazzata nera, non tanto per i sacrifici a cui è chiamata a far fronte, resisi necessari proprio grazie alla meravigliosa e corretta politica posta in essere dai “professionisti della Politica” quanto dalla loro incapacità di autocritica e per l’essersi arroccati dietro alla loro scellerata arroganza senza sentire il minimo bisogno di fare autocritica.

Si sta parlando della necessità o meno di continuare a finanziare la politica, dopo gli eclatanti esempi di “Corretta gestione della Politica” senza però mai ipotizzare quel necessario passo indietro. E’ stato accennato ad una ulteriore trance di 100 milioni di euro da erogare ai partiti (che forse parrebbero già spesi in anticipo, visto che le banche a loro consentono facili “prestiti”) quando proprio questa settimana il governo tagliava i fondi per i disabili. E poi mi vengono a parlare di antipolitica? Il popolo italiano, contrariamente a quanto diceva Vecchioni in televisione, forse più per piaggeria, non è ancora proprio sveglio, però sta lentamente venendo fuori dal suo atavico torpore. La politica, faccia attenzione, ha ancora un piccolo lasso di tempo per ravvedersi, per iniziare a porre in essere quella minimale inversione di tendenza per riportare il paese verso la giusta strada della coesione sociale e civile che stando così le cose potrebbe ulteriormente deteriorarsi generando spiacevoli situazioni.  

Commenti all'articolo

  • Di Fabio Brambilla Pisoni (---.---.---.135) 5 maggio 2012 16:06

    Sono d’accordo con te. Non è il modo di fare politica alla Grillo quello che ho sempre sognato, ma alla luce dei fatti è il solo ad aver fatto qualcosa che cresce dal basso senza contaminazioni. Questo è qualcosa di nuovo e, per il momento, pulito. Nel nostro panorama politico i candidati del Movimento 5 stelle sono tra i pochissimi che fanno veramente politica nel nostro paese. Politica è l’arte di governare la società, tutto il resto sono giochetti e manovre (ANTIPOLITICA) che dobbiamo fare in modo passino alla storia. Il proverbio dice "chi lascia la strada vecchia per quella nuova, sa quel che lascia ma non quel che trova", per la politica italiana vecchio stile tale concetto non vale. 

  • Di (---.---.---.162) 5 maggio 2012 17:55

    Egregio signor Maritati forse avrebbe fatto meglio a continuare ad occuparsi di denaro, visto che lo ha fatto con dovizia e cognizione per tanto tempo, piuttosto che lanciarsi nei commenti politici.

    Ma che cos’ è questa etichetta "antipolitica" che si attacca in maniera dispregiativa a destra e manca (ma soprattutto a Grillo)?

    Ecco se lei si prendesse la briga di guardarsi un pò meglio la storia contemporanea nazionale si accorgerebbe che questo fenomeno politico è sempre stato presente nella nostra Italia. Per lo più sottotraccia, per poi diventare travolgente nei periodi di crisi di regime e giocare un ruolo decisivo nell’accelerare i processi di cambiamento.

    In che consiste? in un odio viscerale - a torto, ma più spesso a ragione - degli italiani verso il proprio ceto politico. Un irragionevole astio che travolge una intera casta di potere, sia essa liberale, sia fascista, sia democristiana allargata agli eredi del PCI, e oggi ABC (Alfano,Bersani,Casini).

    Il ruolo che l’antipolitica svolge, proprio in quanto fenomeno politico profondamente irrazionale, è quello di consentire al ceto politico ed economico al potere di conservarlo attraverso operazioni di trasformismo politico.

    A suo beneficio faccio un solo esempio (sarebbe troppo lungo guardare nel 20/24 e nel 46/48) Nel 94, crollato il pentapartito, chi eredita il governo del paese non è il partito all’epoca all’opposizione PDS di Occhetto (come sarebbe accaduto in un qualsiasi altro paese dell’Europa occidentale), ma una formazione politica inventata nel giro di pochi mesi che aggrega intorno a se due altre forze "antisitema", Lega e MSI, Tutti uniti dal cemento dell’antipolitica, cioé dell’odio verso il vecchio sistema.

    Se guardiamo con attenzione alla nostra storia ci accorgiamo che l’Italia è governata dal 1861 una volta dalla destra moderata e un’altra dalla destra autoritaria, cambiano le sigle ma la sostanza è sempre quella, mai che vinca una sinistra alla francese o all’inglese.

    La cosa triste è che persone intelligenti come lei o di buona volontà come il signor Fabio si mettano dietro un buffone che usa un linguaggio violento (in politica è l’anticamera della guerra civile), che è il padrone assoluto del suo partito (pardon, NON-Partito), che detta lui solo le regole dello Statuto (chiedo scusa, NON-Statuto), che decide chi è dentro e chi è fuori dal suo partito, che stabilisce da solo la linea politica generale.

    Piuttosto che andare alla ricerca delle cause delle perenni sconfitte della sinistra.

    Ma vi siete bevuti il cervello? Ma veramente pensate che questo signore può portare a qualcosa di positivo?

     

     

     

     

    • Di (---.---.---.104) 5 maggio 2012 20:01

      prima di tutto la ringrazio per il suo lungo ed interessante intervento, aldilà di condividere o meno le mie opinioni. Sono quanto meno contento di aver suscitato il suo interesse, altrimenti, penso, che avrebbe dedicato il suo tempo a cose più costruttive. Avrei desiderato sapere con chi sto intrattenendo questo scambio piacevole di opinioni.

      In merito all’antipolitica evidenziata nel mio articolo, forse ha interpretato non correttamente il contenuto. la mia non è una difesa a spada tratta delle strategie personali o partitiche di Grillo, bensì che tutto ciò venga con estrema facilità etichettata "Antipolitica" . Non le pare paradossale denigrare chi della politica ne vorrebbe fare, almeno a parole, una cosa pulita, venga denigrato e chi invece della politica ne ha fatto l’espressione più squallida del comportamento umano? Voreei che riflettesse su questo e su come invece pensa lei che con questa gentaglia, si possa riuscire ad invertirne la tendenza senza dei veri scossoni. 
    • Di (---.---.---.80) 6 maggio 2012 10:30

      Egregio dottore che io mi chiami Marco Guidolin o Carmelo Zappulla oppure Gennaro Esposito cambia molto poco. In genere non metto il nome nei commenti perché l’unica cosa che ritengo importante è quello che uno scrive e non chi è o come si chiama. Insomma vorrei che l’interlocutore appuntasse la sua attenzione solo ed esclusivamente su quanto scritto e niente altro.

      Ciò che io trovo paradossale è che persone come lei che simpatizzano per il M5s e tanti militanti dello stesso - persone ottime con idee politiche condivisibili - sfuggano ad un elementare e clamoroso dato politico: riconoscere come leader del proprio movimento un comico dal linguaggio violento, padrone assoluto del marchio di fabbrica, che decide in assoluta libertà e solitudine le linee politiche dell’intero movimento, che può decidere a proprio piacimento chi è dentro e chi è fuori dal partito (pardon Non-Partito) sulla base di uno statuto (venia, Non-Statuto) scritto da lui e da lui applicato.

      Ma veramente pensate che uno così sia il nuovo che aspetta l’Italia?

      Uno come lei dovrebbe pur ricordare il Berlusconi del 94, quello che sconfisse la gioiosa macchina da guerra di Occhetto, le mirabolanti promesse di un non politico, dell’imprenditore di successo prestato alla politica, che doveve rivoluzionare l’Italia, liberandola dal "regime dei partiti",che doveva liberalizzare l’economia italiana, che doveva far arricchire chi aveva voglia di lavorare, e tanto altro ancora. E per fare tutto questo bisognava scacciare via tutti i vecchi partiti corrotti e infestati di comunisti, alleandosi con due forze politiche "antisistema" quali la Lega e il MSI.

      Veda dottore ciò che a ma sembra realmente paradossale è l’assoluta mancanza di memoria storica degli italiani, anche di quelli colti.

      Ciò che non riesco proprio a capire è come è possibile che dopo l’esperienza del 22/24, del 46/48 e del 92/94 i cosiddetti intellettuali della sinistra e i dirigenti (si fa per dire) dei partiti di sinistra non riescano a comprendere qual’è il male oscuro che consente alla destra sociale ed economica di governare (con sigle e modalità diverse) sempre loro l’Italia.

      Mi scuso per l’aggressività iniziale del primo commento, è il frutto della frustrazione politica che vivo.

    • Di (---.---.---.7) 6 maggio 2012 11:58

      nel proseguire questa piacevole discussione con lei, constato per certi versi che, se pur su due fronti ideologici diversi le nostre convinzioni sul degrado generale della politica odierna collimano. Gli errori delle politiche sia di destra che di sinistra sono sotto gli occhi di tutti. Lei ha centrato un argomento importante, cioè che gli italiani hanno un scarso senso partecipativo (per non dire peggio) alla cosa pubblica, alla politica in generale. per vent’anni si son fatti prendere per i fondelli dal giullare di turno senza batter ciglio e ancora oggi questo giullare gode di grande credibilità, ahimè. Che le piaccia o no Grillo (di cui le ribadisco per chiarezza d’intenti non è il mio preferito) oggi sta parlando un linguaggio, che se pur nella sua scurrilità colpisce le aree più malsane della politica. Poi io nel mio pezzo ho posto il problema sul fatto che questo movimento venga definito Antipolitica nell’ambito di un quadro politico che di politico non ha nulla, tranne che l’appropriazione indebita, la corruzione, la concussione, l’evasione delle tasse, i condoni per i più ricchi e le tasse per i più poveri siano per lei la Politica. Le auguro simpaticamente una buona domenica. 

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