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Kurt Cobain: il ragazzo dagli occhi tristi

Nato da padre meccanico e madre casalinga, Kurt Cobain, cantante, compositore e chitarrista nonché leader del famoso gruppo statunitense Nirvana, nasceva nel 1967, in una piccola cittadina dello Stato di Washington.

Fin da piccolo oltre a mostrare talento per la musica dimostra di essere portato anche per il disegno e la recitazione. Un bambino curioso e vivace che all’età di otto anni vivrà la più grande delusione della sua vita: il divorzio dei genitori.

La separazione di Donald e Wendy Cobain, infatti, segnerà l’esistenza di Kurt. Il suo carattere di colpo si trasforma in introverso ed infelice.

All’età di 17 anni diventato sempre più aggressivo ed incontrollabile rompe definitivamente i suoi rapporti con la famiglia e conduce per qualche anno una vita da nomade.

Ma queste esperienze negative consentono al giovane di esprimersi nella musica, scrivendo brani come "Something in the way" (nell’album ‘Nevermind’)

Tra il 1985 e il 1986 negli anni in cui con la musica si esprime disperazione e rabbia, nascono i Nirvana.

Con l’album “Nevermind” si consacra il gruppo leader della scena musicale grunge di Seattle. Ma è nel 1991 con “Smells Like Teen Spirit” si segna la svolta decisiva che si allontana definitivamente dallo stile degli anni ’80 facendo da apripista per “l’alternative rock”.

Il brano fu consacrato dai media come “inno di una generazione” e Kurt Cobain fu definito il “portavoce” della “Generazione X” ossia la generazione rappresentante la mancanza di una identità sociale definita, giovani apatici, cinici, senza valori o affetti.

“Il male di vivere” di Cobain viene anche rispecchiato in tutte le canzoni scritte di suo pugno (e contenute sempre nell’album “Nevermind”): “Come as you are”, “In Bloom”, “Lithium”, “Polly” che raccontano i disagi giovanili e attaccano il potere.

Nel 1989 Kurt conosce Courtney Love che sposa e dalla quale, nel 1992, ha una figlia, Frances. La loro viene ricordata come una relazione “instabile” dato l’alto uso di droghe da parte di entrambi.

Diverse volte Cobain fu ricoverato per overdose rischiando la vita: una di queste proprio in Italia il 2 marzo del 1994, a Roma, dove era venuto insieme alla moglie e alla figlia per prendersi una settimana di riposo.

Alloggiato in una suite dell’hotel Excelsior di Via Veneto, durante la notte Courtney si accorge che il marito è in overdose.

Trasportato d’urgenza al Policlinico Umberto I, è salvato da un cocktail di farmaci e trasferito in coma farmacologico all’American Hospital la giornata seguente. Si riprende dopo qualche giorno.

Fallito il tentativo di disintossicazione, Kurt Cobain scompare dall’’Exodus Medical Center di Los Angeles, nel quale era ricoverato. Il 3 Aprile del 1994 la moglie contatta un investigatore privato, Tom Grant, e lo incarica di trovare il marito. Per qualche giorno nessuna notizia del cantante, l’8 Aprile di quello stesso anno, Gary Smith un elettricista giunto nella casa sul Lago Washington di Cobain per installare l’illuminazione di sicurezza lo trova riverso sul pavimento.

Kurt Cobain muore sparandosi un colpo di fucile alla bocca, proprio nel momento di maggiore successo per lui e per la sua band, ma anni ed anni di eroina lo avevano portato alla decisione di farla finita.

Accanto al suo corpo, oltre al fucile, fu trovata una lettera che sembrava un messaggio di addio, ma non per l’investigatore Tom Grant: a suo parere, infatti, la lettera sembrava essere un addio al mondo della musica piuttosto che al mondo terreno.

Nella lettera non c’è alcun riferimento esplicito ad un eventuale suicidio tranne che nell’ultima parte:

“Frances e Courtney, io sarò al vostro altare. Ti prego Courteny continua così, per Frances. Per la sua vita che sarà molto più felice senza di me. Vi amo. Vi amo! Kurt. “

Quest’ultima frase però è scritta con una grafia diversa dal resto della lettera, come se fosse stata aggiunta in un secondo momento.

L’autopsia stabilì che la morte fu causata da un “colpo di fucile autoinflitto alla testa” e che il cantante era morto con tutta probabilità il 5 aprile 1994.

Molti, invece non credono alla teoria del suicidio ma a quella dell’omicidio orchestrato da Courtney Love.

Per gli scettici la moglie avrebbe ardito un complotto contro il cantante per soldi. Secondo alcune indiscrezioni, pare, infatti, che Cobain volesse separarsi.

Lo stesso padre di Courtney, Hank Harrison sostiene la tesi dell’omicidio e descrive la figlia come una donna vendicativa e subdola.

Come per molti cantanti il mistero avvolge anche la morte di Kurt Cobain: Suicidio? Delitto?

Difficile stabilire la realtà delle cose, ma una domanda sorge spontanea: come fa un uomo con una così elevata quantità di cocaina in corpo a prendere un fucile e spararsi in bocca?

(Giovanni Mercadante)

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.5) 2 novembre 2011 12:44

    J U S T I C E  F O R  C O B A I N ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! !

  • Di (---.---.---.120) 8 dicembre 2011 12:15

    Kurt Cobain era l’impersonificazione di colui che vende la sua anima al diavolo..successo fama soldi..ma alla fine è morto di solitudine ucciso da se stesso..sempre in overdose..la droga alla fine ti disintegra..e poi quale sensibilità..lasciare una figlia di 2 anni..ma perchè non pensava ai problemi seri..con tutti quei soldi avesse fatto un’opera buona..tutti x l’eroina..ma che angelo..Cobain era il demone di se stesso spazzato via dai demoni di Kurt Cobain

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