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Kiev. Ora con Yanukovich si torna a guardare a Mosca

I risultati dei primi exit - poll, dato l’esiguo vantaggio di Viktor Yanukovich potrebbero però essere ribaltati nei prossimi giorni.

Kiev. Ora con Yanukovich si torna a guardare a Mosca

Il risultato del turno di ballottaggio alle elezioni presidenziali ucraine era per così dire scontato e preannunciato da giorni: Viktor Yanukovich, il boiardo filo - sovietico già sconfitto nel 2004 dal Presidente uscente Viktor Yushenko, si è preso, secondo gli exit - poll ed i primi risultati parziali, la rivincita e si accinge a divenire il quarto presidente ucraino dal dissolvimento dell’Unione Sovietica.
 
La grande sconfitta oggi a Kiev è l’attuale premier Yulia Tymoshenko, la “pasionaria” della rivoluzione arancione che sei anni fa, chiamando a raccolta sulla piazza principale della capitale del paese slavo, la gioventù istruita e filo - occidentale costrinse i vecchi boiardi filo - russi ad indietreggiare ed a permettere al filo - americano Viktor Yushenko di far sognare all’Ucraina un futuro nell’Unione europea e nella Nato.
 
Le cose poi andarono in maniera diametralmente opposta a quanto desiderato dai manifestanti del Meidam e oggi la stessa Tymoshenko pare aver rinnegato le posizioni ferocemente ant i- russe di allora e, in nome della “ realpolitik”, qualche mese fa ha incontrato a Mosca il premier russo Vladimir Putin ed il Presidente dell’ingombrante potenza confinante Dimitri Medvedev. L’improvvida guerra georgiana di due estati fa, sapientemente provocata dai servizi segreti russi, ed il conseguente raffreddamento dell’entusiasmo occidentale nei confronti di un allargamento della Nato a certi paesi dell’Unione Sovietica, infatti, hanno causato l’accantonamento del sogno atlantico di Kiev e di conseguenza la disillusione di larghi strati della popolazione ucraina che ieri ha preferito far mancare il proprio sostegno alla Tymoshenko, ora bollata come personaggio ambiguo, e non recarsi alle urne.
 
Nonostante tutto ciò il distacco tra i due contendenti, sempre secondo gli exit - poll ed i primi risultati, non dovrebbe essere superiore a tre - quattro punti percentuali, cosa che su suolo ucraino, ma non solo, non permette a nessuno degli sfidanti di cantare vittoria prima che anche l’ultima scheda sarà scrutinata. La stessa Timoshenko d’altronde, quando ancora le urne erano aperte, ha chiaramente preannunciato che qualora Yanukovich dovesse vincere di soli due - tre punti sarebbe quasi certa l’esistenza di brogli a suo danno e perciò si sentirebbe legittimata a chiamare il “suo” popolo alla rivolta.
 
Lo sfidante, e probabile Presidente della Repubblica a partire da domani, Viktor Yanukovich invece pare che alle maniere forti abbia già pensato, arruolando nelle proprie fila squadre di sabotatori con l’incarico di convincere i simpatizzanti della bella Yulia a non recarsi a votare. Yanukovich comunque già da ieri sera si è proclamato presidente, grazie soprattutto alle messi di voti raccolte nelle provincie orientali dell’Ucraina, province russofone, industriali e minerarie ed ha assicurato ai suoi connazionali che ben presto l’annosa diatriba con Mosca per gli approvvigionamenti energetici sarà risolta. Chinando ovviamente il capo di fronte allo Zar Putin, ma tant’è: un paese povero, ridotto alla miseria da una crisi economica che non ha pari nelle altre nazioni del continente europeo, peraltro isolato internazionalmente non può certo permettersi altro.
 
Oggi sul Meidam il traffico scorre nel gelido inverno ucraino. Nessuno ha voglia di festeggiare, tantomeno la bella Yulia le cui speranze di rimanere al potere sono oggi ridotte al lumicino. A Mosca la coppia Medvedev - Putin invece ride: è iniziata la riconquista del perduto impero

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