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Katja Kipping, co-segretaria del partito della Sinistra tedesca Die Linke a Roma

L'austerità praticata in Europa da dieci anni a questa parte ha prodotto ingiustizie e povertà, populismi di destra e movimenti xenofobi. Si tratta di un arretramento sociale e politico che può segnare il declino del Continente, fino alla messa in discussione della sua stessa civiltà basata sulla libertà e sul libero pensiero. Tanto la conservazione dello status quo, con la difesa dell’Unione Europea, unione monetaria senza risvolti sullo stato sociale, quanto il ritorno alla dimensione nazionale, si dimostrano perdenti di fronte alle sfide poste dalle crescenti diseguaglianze, dalla crisi climatica, dai movimenti migratori. Secondo Die Linke ed una parte della Sinistra italiana l’alternativa è possibile, e consiste nel nuovo inizio di una politica capace di progettare un'Unione Europa democratica, dei diritti sociali e di quelli civili, delle libertà individuali e dell’uguaglianza sociale, di una nuova e inclusiva cittadinanza. È questa la strada di un nuovo progetto di Sinistra veicolato anche dall'ARS (L'Associazione per il rinnovamento della sinistr) cioè di una sinistra capace di guardare oltre i propri confini, plurale nelle esperienze e nelle differenze, forte nel valorizzare un terreno comune di agire politico transnazionale. All’indomani dell’accordo che ha visto nascere una riedizione della Große Koalition in Germania, Norma Rangeri (direttrice de il manifesto) ha intervistato Katja Kipping (co-segretaria del partito della Sinistra tedesca Die Linke) e Nicola Fratoianni (segretario di Sinistra Italiana). In Italia c'è un'anomala "normnalità" per cui, al posto della competizione tra quelle che si è soliti vedere come una destra e una sinistra, lo spazio politico è occupato soprattutto da due destre: una destra populista e plebiscitaria ed una destra tecnocratica ed elitaria dall'altro. In tale scenario si pone l'incognita del Movimento Cinque Stelle.

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