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Jerry Masslo: a Villa Literno il ricodo a 31 anni dalla morte

31esimo anniversario della morte di Jerry Masslo, a Villa Literno la cerimonia in ricordo

Anche quest’anno le associazioni antirazziste e democratiche si incontreranno per ricordare Jerry Essan Masslo, rifugiato sudafricano in fuga dall’apartheid ucciso nelle campagne dell’agro aversano nel 1989. La commemorazione, organizzata da Comunità di Sant’Egidio e Cgil, è prevista per il pomeriggio del 24 agosto, alle ore 17.30, al cimitero di Villa Literno (CE).

Jarry Masslo era arrivato in Italia il 20 marzo del 1989 dopo aver lasciato il suo paese in seguito alla morte del padre e di uno dei figli nel corso di alcune proteste contro il governo sudafricano, che in quegli anni imponeva un durissimo regime segregazionista contro la maggioranza nera del paese. 

Una volta giunto a Roma, gli fu negato l’asilo politico che allora prevedeva una “clausola geografica” per i soli paesi dell’ex blocco sovietico. Una lunga trafila burocratica lo vedrà bloccato per settimane in aeroporto fin quando, grazie all’intervento di Amnesty International e dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), gli venne concesso di poter entrare in territorio italiano, accolto dalla Comunità di Sant’Egidio.

A pochi mesi dall’arrivo decise di spostarsi verso le campagne dell’agro aversano, per unirsi alle migliaia di braccianti che già allora partecipavano alle campagne di raccolta. Le loro condizioni di vita erano terribili: sfruttamento, pessime condizioni igienico sanitarie, abitazioni di fortuna. In più, un clima di razzismo e violenza diffusa. 

Nella notte tra il 24 e il 25 agosto, una banda di pregiudicati locali fece irruzione nella baracca dove anche Masslo viveva per rapinare i migranti. I criminali non si aspettavano una reazione delle vittime, una fiera opposizione a vedersi privati delle poche lire guadagnate negli ultimi mesi. Nel corso della colluttazione, i criminali esplosero alcuni colpi di pistola che colpirono e uccisero Jerry Masslo.

La notizia assunse immediatamente rilevanza nazionale riportata da tutte le reti nazionali, di cui alcuni notiziari riportano in apertura la notizia. Il 28 agosto si celebreranno addirittura funerali di stato, su richiesta della Cgil.

Il Tg2 trasmise in diretta la cerimonia funebre celebrata dal vescovo di Aversa Giovanni Gazza. Alla funzione parteciparono personalità politiche (tra cui il vicepresidente del consiglio Gianni De Michelis), rappresentanti dei sindacati, membri della comunità migranti del territorio, partiti, cittadini comuni.

(Lo speciale del Tg2 del 28 agosto 2020, con i funerali, interviste e documenti dell’epoca, è visionabile a questo link)

Lo shock per la morte di Jerry Masslo non fu solo un fenomeno mediatico. Il 20 settembre il un primo grande sciopero dei braccianti contro caporalato, razzismo e violenza paralizzò la raccolta in provincia di Caserta. Il 7 ottobre a Roma, si tenne la prima grande manifestazione nazionale contro il razzismo aperta da uno striscione con la scritta “Continente Italia”. Al corteo parteciparono migliaia di italiani e migranti di ogni nazionalità, oltre a numerose associazioni, sindacati, partiti e rappresentanze religiose: Cgil, Cisl, Uil, Acli, Arci, Lega Ambiente, Pci, Psi, Fgci, Verdi, Caritas, la comunità Valdese, le Chiese evangeliche, la Federazione delle comunità ebraiche e molte altre realtà.

Inoltre, da subito vennero fondate numerose associazioni antirazziste, come Nero e non Solo! Onlus e l’associazione Jerry Essan Masslo. Ma soprattutto già nel febbraio del 1990 venne approvata la legge 39/1990, la cosiddetta “Legge Martelli”, dal nome del Ministro dell’Interno promotore del provvedimento. Questa fu il primo tentativo di riforma organica in materia di integrazione: ridefinì lo status di rifugiato ed eliminò le clausole geografiche per le richieste d’asilo, introdusse la programmazione dei flussi di arrivo dall’estero e precisò le modalità di respingimento alla frontiera e di soggiorno nel Paese.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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