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Italia: un sistema paese al contrario

Quando si vive in una nazione, ci si aspetta che – chi la dirige – sia principalmente in grado di mettere in atto azioni, leggi e misure atte a far si che questa nazione sia vivibile per i cittadini.

Quando questo parametro – il livello di vivibilità – scende ai minimi storici, si può parlare di sistema fallito. Il livello di vivibilità in Italia, è sceso ormai ai minimi storici, ma la cosa paradossale e che mette davvero in dubbio un futuro migliore, è il fatto che non sembra vi sia una volontà seria, concreta, a metter mano a soluzioni condivisibili, in special modo per i cittadini, che ormai condannano – a buona ragione – tutto ciò che accade nel nostro paese.

I nostri politici, ormai lo sappiamo, sono più avvezzi a farsi i fatti propri che a occuparsi dei fatti degli italiani. C’è da dire però, che sono proprio gli italiani – non tutti ma la maggior parte – a consentire ai personaggi politici di fare tutto ciò che meglio credono.

Un tempo, nemmeno troppo lontano, la popolazione si ribellava quasi istantaneamente agli scandali e alle azioni contrarie all’onestà di quei politici (ci son sempre stati) avvezzi alla corruzione piuttosto che alla gestione del paese.

Poi arrivò “Mani pulite” e quella che doveva essere un’inchiesta salvifica dell’onore dell’Italia e della sua dirigenza, si tramutò in un vero e proprio cambiamento nei costumi dei politici nostrani che, svergognati dalle inchieste, non provarono mai più vergogna, e invece di migliorar se stessi, pensarono bene di tramutare gli scandali in consuetudine, tanto da sedare la capacità critica a livello nazionale.

Da allora, tutto e il contrario di tutto è stato reso possibile. In un paese abitato palesemente da gente sedata in parte da una crisi economica sapientemente creata a suo tempo e sviluppata e diramata a livello mondiale, e per un’altra parte da una sorta di concessione e apertura al crimine di piccolo livello, ecco che politica e popolazione hanno stretto una sorta di patto di convivenza: corrotti ai vertici, piccoli corrotti e avvezzi al malaffare alla base.

E’ un po’ come la Grecia pre-default, quando si sapeva perfettamente come andassero le cose. La popolazione lasciava che la dirigenza politica si facesse gli affaracci propri, sapendo di poter contare – come cittadini – su una sorta di immunità sulle piccole azioni di corruzione o di clientelismo. Peccato che, quando i tempi furono maturi per mandar tutto a carte quarantotto, a salvarsi furono solo i politici, che guardarono dall’alto del loro potere una popolazione gettata, da un giorno all’altro, al limite della fame.

Tornando a noi: molti cittadini, ogni giorno, lamentano un sistema paese ormai allo sbando. Il leitmotiv è: “Ma possibile che i politici non capiscano che”… No, tranquilli: i politici capiscono benissimo un mucchio di cose, solo che non hanno alcuna intenzione di fare ciò che andrebbe fatto secondo coerenza. Sanno perfettamente con che tipo di popolo hanno a che fare...

Prendiamo un tema a caso: l’istruzione. Vi pare normale che a dirigere il dicastero dell’Istruzione abbiano nominato una ex sindacalista che nemmeno uno straccio di diploma ha avuto a cuore di conseguire ma che aveva millantato titoli - perfino una laurea - sul proprio curriculum? A me, no.

Perché una scelta – scellerata – del genere? Perché era necessario abbattere un poco di più lo già scarso livello culturale a livello nazionale. La dirigenza di un paese, si sa, è lo specchio della popolazione. E se la dirigenza è di basso livello culturale, la popolazione non può esser da meno, ma un gradino più sotto.

Difatti, tra le “riforme” firmate dal Ministro Fedeli, ci sono solo provvedimenti atti a facilitare in ogni modo la promozione facile, obbrobrio assoluto di qualsiasi criterio culturale. Tra abbattimento del numero degli anni del percorso scolastico, alla promozione a tutti a ogni costo, non servono scienziati o esperti per comprendere come il comparto scolastico nostrano stia andando al contrario.

Parliamo di Giustizia. Vi pare normale, ad esempio, che una dottoressa che subisce violenza nell’ambulatorio di Guardia Medica presso cui lavora, debba subire la derubricazione della sua denuncia come “incidente sul lavoro”? A me, no. Non mi pare affatto normale che una violenza sessuale, durata peraltro alcune ore e che si ripercuoterà per sempre nella vita della vittima, sia stata considerata “un incidente sul lavoro”.

Sanità: da anni ormai, ogni cittadino italiano di fascia media e bassa, deve augurarsi di non aver necessità di cure, analisi e ricoveri. La burocrazia ha preso il posto del Giuramento di Ippocrate. Senza alcuna necessità di riforma o decreto Legge, di fatto si è istituzionalizzato – in molti casi – il criterio di Eutanasia. Si muore prima di poter accedere alle cure. Oppure si muore per convenienza, come nei casi abbietti in cui scopriamo che alcuni medici preferiscono il guadagno economico piuttosto che la salute dei pazienti che operano, manco fossero animali al macello.

E la Politica? un teatrino buffo, inutile e ormai palesemente bulimico di potere. Non si fa nulla per la nazione e per i cittadini, si vive in una perenne campagna elettoraleche nemmeno promette più mari e monti, ma solo un’inutile sequela di frasi fatte e senza contenuto. Nel frattempo le città crollano – basta continuare a non fare manutenzione ordinaria e straordinaria per le strade – le istituzioni locali fanno cassa a suon di multe strategiche e balzelli gonfiati, gli scandali – che sia politica nazionale o locale fa lo stesso – sono all’ordine del giorno, ma mai nessuno che faccia il famoso “passo indietro”: la poltrona innanzitutto.

In ultimo, ma non per finire, l'aberrante situazione delle pensioni: agli italiani, di fatto, viene negato il diritto di ottenerla dopo una vita di lavoro, contemporaneamente, parlamentari assolutamente contrari alla cessione di diritti e privilegi, fanno carte false pur di garantirsi vitalizi e pensioni, anche doppie e triple. Non commento oltre...Solo in Italia è possibile tutto questo, continuando poi a parlare di Repubblica a regime democratico.

Da Milano a Catania è un susseguirsi di negazione dei diritti dei cittadini, appropriazione indebita di denaro pubblico, riforme che riformano al contrario e non creano sviluppo ma involuzione. Insomma: un’Italia al contrario.

In tutto ciò, davvero non riesco più a sopportare l’assoluto lassismo degli italiani, che da un lato piangono miseria – è nel DNA nazionale – dall’altro seguitano a campare come se, tutto sommato, in Italia si campi benone. A questo punto un dubbio: ma agli italiani quindi, piace un sistema paese al contrario? Altrimenti non si spiega…

 

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