Italia-Serbia 3 a 0. Anche fuori dal campo di gioco

Incontro di calcio Italia-Serbia, domandiamoci pure se il questore di Genova ha fatto bene il suo dovere, al meglio non c'è fine e la critica costruttiva è sempre utile.

Intanto non si è fatto male nessuno, e non mi pare che di ciò si possa ringraziare quel bel signore vestito in nero, con passamontagna e tatuaggi, arrampicato sulle reti. Non era vestito così perché fosse gradito l'abito scuro.

Poi riflettiamo su cosa sarebbe successo se avessero fermato i pullman per strada, sui conseguenti tafferugli, su cosa avrebbero detto i difensori della libertà dei cittadini stranieri, non segnalati come potenzialmente eversivi dal loro paese, e comunque lasciati liberi di venire in Italia (magari con la speranza che non rientrassero). 

Poi riflettiamo quante migliaia di agenti (mezzi, camionette, manette ecc.) siano necessari per arrestare (minimo) un paio di migliaia di persone, facinorose ed armate. 

Poi riflettiamo se bisognava lasciare quella marmaglia fuori dallo stadio, magari libera per Genova a fare shopping.

Poi riflettiamo su cosa sarebbe successo se avessero tentato di arrestarli tutti quando si sono presentati allo stadio.

Poi riflettiamo sul dove avrebbero dovuto rinchiudere quei facinorosi (forse alla caserma Diaz?).

Magari potrebbe venirci a mente di confinarli in uno stadio, in un settore definito, dotato di uno spazio ampio e delimitato da vetrate antisfondamento, barriere, reti di sicurezza; ad una distanza dalle altre persone e dai giocatori, tale da limitare nel miglior modo possibile danni alle persone, e dove li hanno potuti mantenere qualche ora senza problemi in modo che si abbassasse il tasso alcolemico, il freddo ed il tempo placasse i bollenti spiriti.

Mentre i criminali erano al sicuro si è potuto consentire l'evacuazione degli spettatori, delusi ma incolumi, senza quel panico che altre volte ha provocato una strage. Si è potuto consentire l'organizzazione del convogliamento dei facinorosi nei pullman, senza che si facessero del male né loro né le forze di polizia. Si è potuto organizzare l'arresto dei capi della "sommossa" dopo averli divisi in gruppetti, facilmente gestibili, di 50 persone (non duemila tutti insieme) nei pullman, durante il viaggio, lontani dal centro d Genova, con calma e senza dispiego dell'esercito, e nessuno si è fatto male.

I capi, tra cui il peggiore che si era talmente calmato da nascondersi come un agnellino tremante fra le bandiere nel bagagliaio, sono finiti in galera.

Un giudice deciderà della loro sorte dopo aver valutato la gravità della loro posizione garantendo un trattamento giusto ed umano anche alle “bestie di Arkan”. 

Dopo tutte queste riflessioni critichiamo pure. 

Questa critica potrà essere utile ad una gestione, forse migliorabile, ma che oggettivamente ha consentito solo danni a qualche vetrata, danni che probabilmente verranno ripagati dall'UEFA.

Gli spettatori, incolumi, hanno dovuto rinunciare alla partita, ma per colpa di una massa di criminali, non per l'inefficienza delle forze del’ordine.