• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Ambiente > Istruzioni per l’uso del paesaggio agricolo

Istruzioni per l’uso del paesaggio agricolo

Il paesaggio agricolo sta divenendo troppo spesso uno scenario reso piatto da spazi anonimi con strutture e infrastrutture invasive e monoculture che appiattiscono il territorio. Un "trend" che andrebbe decisamente invertito. 

Il paesaggio agricolo è la risultante dell’interazione che dura da secoli tra uomo e natura. La natura si occupa di modellare il suolo, caratterizzare clima e la portata delle acque. L’uomo si fa carico delle tecniche produttive, della selezione delle colture, delle vie di accesso ai fondi e delle costruzioni rurali. Il “prodotto” di tutto ciò è il paesaggio agricolo.

Si tratta di un mix di produttività, cultura e ambiente. Negli ultimi decenni, superfici un tempo occupate da terreni agricoli sono state spesso sostituite da nonluoghi”, spazi anonimi quali aree con capannoni, ipermercati, aeroporti, nodi stradali. Molte superfici con destinazione agricola sono state inoltre destinate a un uso monocolturale e intensivo, che ha condotto a una certa piattezza e scarsa attrattività del panorama. Un vero peccato, perché - anche quando non può contare su scenografie di particolare suggestione - il paesaggio agricolo riesce ad avere caratterizzazioni paragonabili alla personalità umana.

Possiamo così imbatterci in un paesaggio agreste un po’ introverso, defilato rispetto a strade e centri abitati, con i terreni che s’inerpicano come tessere di puzzle tra curve e tornanti. Altre volte invece il paesaggio agreste ci appare più estroverso, ampiamente disteso mentre porge generosamente le sue zolle ai raggi del sole. Alcune metodologie agricole − proprie dei sistemi industrializzati − hanno invece sfruttato in maniera troppo miope i terreni.

Così il paesaggio agreste si è spesso intristito e impoverito di significati. È ora quindi che s’inizi a pensare di correre ai ripari per cercare di arricchirlo nuovamente, di una ricchezza che non strizzi solo l’occhio al portafogli. Varietà delle colture, tecniche di coltura non invasive ed ecocompatibili possono fornire un valido supporto al cambio di rotta. Perché anche i paesaggi hanno un loro carattere, e se esso è “buono”, i riflessi non possono che essere positivi per tutti, ambiente e uomo compresi.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares