Israeliani al confine con Gaza guardano i bombardamenti. Applausi per le esplosioni
Lo spettacolo della guerra. In prima fila.
È stata scattata a Sderot, una città israeliana di 25mila abitanti al confine con Gaza. La cittadina, che si trova a meno di un chilometro dalla Striscia (840 metri, nel punto più a est), dal 2001 è stata il bersaglio privilegiato dei razzi Qassam sparati dai militanti di Hamas. Il picco si è raggiunto tra il 2007 e il 2008, quando ne cadevano in media 3 al giorno. Dal 2001 sono rimaste uccise 13 persone. Il mese scorso, il 9 giugno, il quotidiano britannico Telegraph ha dedicato un lungo reportage alla città di frontiera “martoriata” dai missili palestinesi.
Un mese dopo, il 9 luglio, il giornalista danese Allan Sørensen ha postato quella foto su Twitter, con questa descrizione: “Cinema a Sderot. Israeliani portano sedie su una collina di Sderot, per guardare le ultime da Gaza. Applausi quando si sentono le esplosioni”.
Sørensen è correspondente dal Medio Oriente per il giornale danese Kristeligt Dagblad. La foto è sua, e fino ad oggi le autorità israeliane non hanno smentito l’accaduto. Lo stesso giorno, qualche chilometro più avanti, un siluro israeliano ha ucciso 9 persone sedute in un bar sulla spiaggia di Khan Younis. Guardavano – loro sì – la partita di calcio tra Olanda e Argentina.
Nella quarta giornata di bombardamenti israeliani su Gaza, il numero dei morti sarebbe già arrivato a 100, secondo quanto riferiscono le autorità palestinesi. Circa 600 le persone ferite.
Nell’articolo del Telegraph il giornalista si chiedeva: “Come vivono queste persone, gli abitanti di Sderot, sotto le bombe?” Anche così, purtroppo. Quando riescono si sfogano, cercano di divertirsi. Occasionalmente vanno al cinema. All’aperto, soprattutto, quando il bel tempo e l’aviazione israeliana lo consentono.
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