• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Mondo > Israele e la questione iraniana: attacco o non attacco?

Israele e la questione iraniana: attacco o non attacco?

Bene, dopo mesi ed anni di campanelli d’allarme sempre più acuti - al limite o anche oltre il limite dell’isteria - le voci israeliane che gettano acqua sul fuoco del possibile strike contro l'Iran sembrano aumentare di giorno in giorno. Ma che cosa bolle davvero nella pentola mediorientale ?

Il capo di stato maggiore dell'esercito israeliano, il generale Benny Gantz (nella foto con il ministro della Difesa Ehud Barak) ha affermato che i leader iraniani avrebbero sviluppato il programma atomico fino al punto da poter decidere in qualsiasi momento se procedere o meno verso la costruzione di armi nucleari, ma di ritenere che non avrebbero fatto questo errore, pur ricordando che "alcuni altri paesi" sarebbero pronti ad un intervento nel caso che questo errore fosse commesso (e alcuni spostamenti di squadroni di cacciabombardieri americani dall'Alaska agli Emirati Arabi sembrano confermare le sue parole).

Qualche giorno fa l’ex capo dello Shin Bet il controspionaggio interno, Yuval Diskin, parlando in un incontro pubblico, ha affermato di non avere alcuna fiducia negli attuali leader politici del paese ebraico, accusati di prendere decisioni su questioni rilevanti come un attacco all’Iran sulla base di sensazioni “messianiche”.

Non solo, ha aggiunto, ma la compagine di governo imbroglia clamorosamente quando afferma che un attacco preventivo alle installazioni nucleari iraniane porterebbe ad un risultato assolutamente positivo come uno stop definitivo al programma di armamento atomico; si avrebbe, al contrario, un’accelerazione di Teheran proprio in quella direzione (che, a quel punto, si potrebbe definire potenzialmente letale).

Queste affermazioni si aggiungono a quelle dell’ex capo del Mossad (il servizio segreto dello Stato ebraico), Meir Dagan, che aveva messo in guardia circa una possibile ritorsione devastante dell’Iran in caso di attacco israeliano. Le guerre si sa come cominciano, ma non come finiscono, ha affermato, usando un’espressione banalmente comune, ma aggiungendo anche il particolare che “contrariamente a quanto detto non ci sono solo quattro siti nucleari iraniani, ma dozzine”.

Ai due alti ex-responsabili degli 007 che parlano di classe politica "messianica" (cioè sostanzialmente delirante) o di impraticabilità-inutilità-impossibilità dell’attacco preventivo e di rischi eccessivi per il paese, adesso si aggiungono anche le frasi del Ministro dell’Intelligence israeliana, Dan Meridor che - in un’intervista ad al Jazeera ripresa dal New York Times - avrebbe ammesso che la frase fatale attribuita ad Ahmadinejad (nel 2005 alla conferenza “Il mondo senza sionismo”) sul “cancellare Israele dalla carta geografica” non sarebbe mai stata pronunciata. La traduzione esatta sarebbe che Israele, essendo una creazione artificiale, non sarebbe “sopravvissuta”. La differenza fra i due concetti balza agli occhi, anche se i convegni negazionisti organizzati a Teheran sembrano chiaramente finalizzati a delegittimare l'esistenza stessa di Israele.

Il ministro ha poi sottolineato che, comunque, molto spesso i dirigenti iraniani hanno fatto ricorso a espressioni molto accese contro Israele definito un "cancro da estirpare", parole da non sottovalutare, ma nemmeno da sopravvalutare - si potrebbe aggiungere - trattandosi di proclami che sembrano indirizzati a coagulare un’approvazione interna verso il governo più che vere e proprie dichiarazioni di politica estera.

Un’altra frase attribuita a Khomeini “il regime che occupa Gerusalemme deve sparire dalla pagina del tempo” - traduzione proposta da Jonathan Steele, giornalista del Guardian, quotidiano peraltro mai tenero con Israele - era stata interpretata come “il regime che occupa Gerusalemme deve sparire dalla pagina della storia” secondo una traduzione controversa, ma giustificata anche da una alterazione di Ahmadinejad in una personale citazione del grande Ayatollah.

Nel frattempo alcuni striscioni esposti (nella foto) sulle sedi della milizia dei basiji, i fanatici difensori della rivoluzione khomeinista, fanno bella mostra della frase contestata (più esattamente "Israele dovrebbe essere cancellata dalla faccia della terra" che richiama molto da vicino lo statuto fondativo di Hamas che vuole porre l'entità sionista "nel nulla").

Sfumature lessicali in cui si fatica a capire se le differenze sono realmente significative o solo trascurabili battibecchi in punta di stilo, o - ancora - proclami tanto altisonanti quanto inutili per capire la sostanza dello scontro in atto.

In tutto questo contraddittorio e complesso cumulo di notizie e di affermazioni, in cui non è facile orientarsi per decifrare le intenzioni reali, sembra che la situazione tra lo stato ebraico e la repubblica islamica attualmente si stia raffreddando, il che sarebbe un bene per tutti (anche se non bisogna mai dimenticare che Israele ha sempre attaccato proprio nei momenti in cui "i toni erano bassi"); le numerose dichiarazioni pubbliche di alti esponenti israeliani sembrano andare tutte nella stessa direzione, contro l'attacco all'Iran anche se con motivazioni diverse, e, nello stesso tempo, le prese di posizione in senso opposto del governo stesso sembrano più flebili del solito.

Che cosa è successo allora fino ad adesso? Imbrogli, trucchetti diplomatici, errori di valutazione, eccessi di fanatismo, minacce propagandistiche? Oppure, più semplicemente, il governo e l'opposizione hanno deciso di scaricare sull'opinione pubblica la decisione sullo strike, il colpo, attraverso le elezioni, come titola Ari Shavit su Haaretz "Le elezioni israeliane devono diventare un referendum sull'Iran".

Nei fatti è lo stesso premier Netanyahu che, dopo aver cercato inutilmente di far cadere il proprio governo, paradossalmente troppo solido perfino per lui, adesso sembra accellerare le mosse verso possibili elezioni anticipate a settembre; giusto per trovarsi (molto presumibilmente) riconfermato da una popolazione in gran parte contraria all'intervento, ma sufficientemente terrorizzata dalle minacce iraniane (amplificate o meno che siano) e dalla passata esperienza della guerra del Libano in cui Hezbollah, finanziato, armato e ideologicamente vicino all'Iran, ha dato prova di saper tenere testa al muscoloso esercito israeliano, pur essendo niente più che la milizia di un partito.

E una volta riconfermato, con pieni poteri conferitigli dal popolo, sarebbe nell'ideale situazione di essere solidamente al potere proprio mentre la leadership americana si troverebbe paralizzata nella fase finale della sua competizione di novembre per la presidenza. Il momento migliore per non essere fermato da nessuno, per non trovarsi bastoni fra le ruote, dunque, sembra essere il prossimo ottobre, dopo le elezioni nello stato ebraico e prima di quelle USA.

Si potrebbero così spiegare - in termini di grandi manovre da campagna elettorale ormai avviata - le numerose voci dissonanti sulla strategia da seguire verso l’Iran; mesi di tregua nell’ansiogena querelle israelo-iraniana, probabilmente attraversati da una cacofonia assordante di dichiarazioni contrastanti.

In attesa dei prossimi incontri tra gli ispettori dell'Agenzia atomica dell'ONU e i funzionari della repubblica islamica (con, a fine maggio, i colloqui finali a Baghdad) e, già che ci siamo, in attesa che la partita siriana - fondamentale per i futuri equilibri del vicino oriente - arrivi in qualche modo alla fine dei suoi tragici giochi di sangue. Come finirà e in che modo Occidente, Lega Araba, Turchia e Iran si muoveranno in questo scenario "minore" non sarà senza significato riguardo allo scenario "maggiore"; almeno agli occhi della leadership israeliana.

Poi, passerà l'estate e, come si dice, altro giro, altra corsa, a meno che - naturalmente - qualcuno, a Washington o a Teheran, non decida di giocare d'anticipo rompendo le uova nel paniere di Bibi Netanyhau; il quale, si dice, subiva l'influenza (nefasta) del vecchio padre estremista di destra. Adesso che il padre è morto, ultracentenario, chissà se l'elaborazione del lutto lo porterà verso politiche più pragmatiche - ad esempio a dar vita ad un governo meno sbilanciato verso l'estrema destra del nazionalismo ultrareligioso e dei coloni - o verso quelle ancora più drammaticamente "messianiche".

Ottobre, sembra essere il momento decisivo e l'Iran intanto non ha altro da fare che aspettare: che abbia voluto da sempre dotarsi di armi atomiche o che ci stia pensando solo ora, il risultato per Teheran non cambia. Se Israele attaccherà sarà legittimato a procurarsele, se non attaccherà saprà che la sbandierata determinazione israeliana non è poi così salda nei suoi propositi e potrà essere tentato di approfittarne. In ogni caso avrà nuovi argomenti per consolidare il traballante potere del regime sfruttando il sempre funzionale tema della difesa della patria.

A meno che il regime non collassi sotto la pressione internazionale (ma sarebbe una notizia troppo bella per essere vera). O, più semplicemente, non receda dai suoi propositi, spiazzando tutti con un gran colpo da maestro di scacchi.

 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.29) 5 maggio 2012 02:16
    Inviato ieri alla rubrica della posta del Messaggero Veneto.

    Elettrodotti
    e fonti energetiche

    Leggo sulla prima pagina del venerdì 4 c.m. la dichiarazione del CEO della Danieli Gianpietro Benedetti che riconsidererebbe l’ipotesi di mantenere in Italia l’investimento previsto in Serbia, se e solo qualora si realizzasse l’elettrodotto Redipuglia-Udine Ovest. Questo, dico io, perché permetterebbe alla Danieli d’importare l’energia elettrica a costi esteri, pagando al sistema elettrico i relativi costi del trasporto ed altri oneri che ora non prendo in considerazione.
    Le campagne demagogiche dei vari comitati che definisco anti-industriali, quali il tebaldiano a difesa del Friùli rurale ed il garibaldiano carnico contro l’elettrodotto aereo dove erano quando installavano ettari ed ettari di fotovoltaico sui terreni agricoli?
    Eppure i due comitati continuano imperterriti e quasi in competizione nella talebana e fideistica campagna contro l’elettrodotto Udine Ovest-Redipuglia e Würmlach-Somplago.
    Questo basta ed avanza per bollare i sinistri tebaldiani ed garibaldiani carnici di talebanismo ambientale.
    Fronte friulano poi e fronte tebaldiano pari sono: cultori del nulla attraverso l’inutile; ed il Paese sprofonda nelle politiche che fanno scappare le aziende: leggasi caso Danieli, Alcoa, per altre ragioni Omsa-Golden Lady e potenziali investitori esteri.
    Le laute compensazioni riservate agli operatori del settore fotovoltaico che causano gli aumenti smisurati nella bolletta elettrica sono a loro volta concausa della deindustrializzazione di attività che producono ricchezza a favore invece delle attività che invece la depauperano; sarebbe a dire: piace vincer facile, specie a spese dei meno abbienti.
    Ricordo che per 5 posti di stipendi o salari creati nelle attività legate alle rinnovabili distruggono contemporaneamente 9 posti di lavoro nel comparto produttivo industriale.
    Infine voglio marcare, per registrare a futura memoria, l’ineludibilità e l’ineluttabilità dell’elettronucleare checché ne pensino quanti hanno voluto affossarlo, attraverso un referendum promosso da collimanti concause: ideologiche dei sedicenti ecologisti, SeL ecc. e per convenienze di bottega di PD, Idv e altri.
    Di energia nucleare ce n’è in abbondanza ma non è "smart/chic" e politicamente corretta per coloro che hanno la pancia piena e lo stipendio pubblico assicurato; questi hanno trascinato nel loro delirio i meno avveduti su posizioni neo-malthusiane.
    S’odono in lontananza tuoni che annunciano il prossimo conflitto mondiale per il controllo planetario del petrolio ma nei fatti per il controllo delle riserve dei combustibili fissili ma degli ancora più importanti combustibili nucleari fertili.

    Renzo Riva
    C.I.R.N. F-VG
    e
    P.L.I. F-VG
    Energia e Ambiente

  • Di (---.---.---.135) 19 maggio 2012 06:28

    Wavevolution e’ l’unica risposta
    ad una prossima Guerra Mondiale di Religioni
    anche per quegli Ebrei, Musulmani e Cristiani
    che vogliono un alternativa al loro cieco Credo di una Bibbia
    che tutti loro condividono
    e che e’ continuamente rimaneggiata
    da sempre nuove e convenienti interpretazioni (Talmud)
    per giustificarla costantemente nel Tempo.
     
    ...................
     
    Stai in guardia di fronte ai "mediatori" di Religioni in TV
    ed attenzione a quelli che proveranno a persuadere
    l’opinione pubblica semplicemente riferendosi alla Bibbia.
     
    I media dirotteranno l’odio e l’attenzione
    dagli Ebrei ai Cinesi per dare a loro la colpa
    di questa crisi finanziaria concepita dai Sionisti.
    Proveranno anche ad offuscare la conoscenza dei Massoni e del Nuovo Ordine del Mondo
    mischiando la chiara evidenza con ridicole teorie.
    Disinformazione fatta da ambigui simboli, Bibbia e numerologia tutti li’ per far sorgere piu’ dubbi e creare confusione.

    In un Destino che e’ una scacchiera Umana giocata con lo stesso sistema di regole che governano anche fisica e chimica,
    il valore del Denaro dovra’ perdere lo scettro
    altrimenti la prossima mossa e’ gia’ predisposta. 
     
    In ultimo, i Sionisti saranno definiti come tutti quelli che non credono nell’Uguaglianza.
    Per esempio,
    quelli che vantano una superiorita’ per se stessi o per altri,
    come
    chi crede nelle regine e nei re 
    oppure anche
    i seguaci di quelle Religioni che ancora oggi guardano
    alle nostre differenze e non a cosa ci accomuna.
     
    Tutti quelli che invece avranno riconosciuto
    le fondamenta del Piano Sionista
    e questa Direzione nascosta 
    potranno cambiarla solo se formeranno
    un singolo fronte
    pronto per opporlo.  
     
    Fintanto che parlare di Uguaglianza non e’ un crimine non dovresti preoccuparti se qualche agente segreto ascolta oppure hack il tuo computer. Troppo e’ in palio, anche lo stesso agente dovrebbe pensare.
    Se la Mente fosse chiara ogni macchia apparirebbe.
     
    .................
     
    Afferra il messaggio
     
    &
     
    Passa Parola

    http://www.wavevolution.org/it/huma...

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.107) 19 maggio 2012 22:30
    Fabio Della Pergola

    Sei sicuro di non aver bisogno di un supporto psichiatrico ?

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares