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Irruzione al ministero dell’Economia: è il Forum per l’acqua pubblica

Il Forum Italiano dei Movimenti dell'Acqua chiede che si dia seguito all'esito referendario

Stamattina il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua è tornato a farsi vivo. Una ventina di persone ha infatti fatto irruzione presso il cortile del Ministero dell'Economia. I manifestanti hanno portato con sé striscioni e bandiere: la loro voleva essere un'azione simbolica atta a chiedere il rispetto, da parte del Governo, dell'esito del voto referendario dello scorso giugno. Le iniziative si ripeteranno quasi quotidianamente.

Nei giorni scorsi il Forum aveva lanciato on-line un appello e una raccolta firme, sostenuto tra gli altri da Stefano Rodotà, Ugo Mattei, Gustavo Zagrebelsky, Roberto Vecchioni, Valerio Mastandrea, Gino Strada, Marco Paolini, Don Andrea Gallo, Dario Fo, Padre Alex Zanotelli e Luciano Gallino.

Perché? Semplice: in barba alla volontà di milioni di persone il governo si appresta a dare il via libera alla liberalizzazione dei servizi pubblici locali, ovvero alla partecipazione di enti privati a gare di appalto. Anche le società di distribuzione dell'acqua dovranno sottostare alle leggi del mercato, come già accaduto in molte città italiane (dove la qualità del servizio è scesa ma le bollette sono aumentate). La volontà popolare del 12 e 13 giugno era proprio opposta. Togliere l'acqua dal mercato e renderlo un servizio privo di rilevanza economica.

Il forum italiano dei Movimenti dell'acqua ha lanciato un appello:

"Il 12 e 13 giugno scorsi 26 milioni di donne e uomini hanno votato per l’affermazione dell’acqua come bene comune e diritto umano universale e per la sua gestione partecipativa e senza logiche di profitto.

Le stesse persone hanno votato anche la difesa dei servizi pubblici locali dalle strategie di privatizzazione: una grande e diffusa partecipazione popolare, che si è espressa in ogni territorio, dimostrando la grande vitalità democratica di una società in movimento e la capacità di attivare un nuovo rapporto tra cittadini e Stato attraverso la politica.

Il voto ha posto il nuovo linguaggio dei beni comuni e della partecipazione democratica come base fondamentale di un possibile nuovo modello sociale capace di rispondere alle drammatiche contraddizioni di una crisi economico-finanziaria sociale ed ecologica senza precedenti.

A questa straordinaria esperienza di democrazia il precedente Governo Berlusconi ha risposto con un attacco diretto al voto referendario, riproponendo le stesse norme abrogate con l’esclusione solo formale del servizio idrico integrato.

Adesso, utilizzando come espediente la precipitazione della crisi economico-finanziaria e del debito, il Governo guidato da Mario Monti si appresta a replicare ed approfondire tale attacco attraverso un decreto quadro sulle strategie di liberalizzazione che vuole intervenire direttamente anche sull’acqua, forse addirittura in parallelo ad un analogo provvedimento a livello di Unione Europea che segua la falsariga di quanto venne proposto anni addietro con la direttiva Bolkestein. In questo modo si vuole mettere all’angolo l’espressione democratica della maggioranza assoluta del popolo italiano, schiacciare ogni voce critica rispetto alla egemonia delle leggi di mercato ed evitare che il “contagio” si estenda fuori Italia.

Noi non ci stiamo.

L’acqua non è una merce, ma un bene comune che appartiene a tutti gli esseri viventi e a nessuno in maniera esclusiva, e tanto meno può essere affidata in gestione al mercato.

I beni comuni sono l’humus del legame sociale fra le persone e non merci per la speculazione finanziaria.

Ma sorge, a questo punto, una enorme e fondamentale questione che riguarda la democrazia: nessuna “esigenza” di qualsivoglia mercato può impunemente violare l’esito di una consultazione democratica, garantita dalla Costituzione, nella quale si è espressa senza equivoci la maggioranza assoluta del popolo italiano.

Chiediamo con determinazione al Governo Monti di interrompere da subito la strada intrapresa.

Chiediamo a tutti i partiti, a tutte le forze sociali e sindacali di prendere immediata posizione per il rispetto del voto democratico del popolo italiano.

Chiediamo alle donne e agli uomini di questo paese di sottoscrivere questo appello e di prepararsi alla mobilitazione per la difesa del voto referendario.


Oggi più che mai, si scrive acqua e si legge democrazia".

 

 

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