• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Mondo > Iran: 400 esecuzioni a morte dall’inizio dell’anno

Iran: 400 esecuzioni a morte dall’inizio dell’anno

Chi ha giudicato la scarcerazione di Nasrin Sotoudeh e di altre decine di attivisti politici e per i diritti umani una svolta epocale, un segno definitivo di discontinuità tra il neo presidente Hassan Rouhani e il passato, potrebbe ricredersi presto.
 
I fratelli Jahangir e Jamshid Dehgani, Hamed Ahmadi e Kamal Molayee, quattro curdi iraniani, rischiano di essere messi a morte da un giorno all’altro. La loro condanna è stata ratificata dalla Corte suprema e un funzionario della prigione di Ghezel Hezar, nei pressi della capitale Teheran, gliel’ha fatto sapere in via confidenziale.
 
I quattro curdi sono stati arrestati nel 2009 e accusati, insieme ad altre sei persone, dell’assassinio di un importante esponente del clero sunnita, uno dei pochi in buoni rapporti con la dirigenza sciita iraniana. Il reato: atti ostili contro Dio e corruzione in Terra.
 
Il processo è stato segnato da enormi irregolarità. Intanto, la data dell’arresto precederebbe di diversi mesi l’omicidio; gli imputati non hanno potuto essere assistiti da un avvocato sia prima che durante il processo e hanno denunciato di essere stati costretti a firmare documenti senza poterli leggere, a causa delle torture e della minaccia che, in caso contrario, vi sarebbero state ripercussioni sui familiari.
 
In Iran la pena di morte è letteralmente all’ordine del giorno. Nel 2013, le esecuzioni rese note dalle autorità sono state già 236, un decimo delle quali solo questo mese. Le organizzazioni per i diritti umani protestano (anche con video di artisti in esilio, come quello qui sotto) e denunciano altre 160 esecuzioni avvenute in segreto A dicembre, il macabro record del 2012 potrebbe venire persino superato.

 
Almeno altri 20 curdi sono nel braccio della morte della prigione di Raja’i Shahr.
 
Ieri era prevista un'esecuzione di un minorenne che è stata, per il momento, sospesa. Il presidente Rouhani si trovava all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, dove alla fine del 2012, 111 stati membri hanno approvato una risoluzione per una moratoria globale sulle esecuzioni: quale migliore occasione per chiedere al presidente iraniano di fermare il boia?
 
 
Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares