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Ipse Dixit: Marco Travaglio

Lo abbiamo incontrato tempo fa a Cinisi durante la marcia in memoria di Peppino Impastato. Lì ci ha concesso una divertentissima intervista.

Marco Travaglio, autore e giornalista! Collezioni denunce per poter dire grandi verità documentate, che purtroppo ci tengono nascoste per ovvi motivi. Quante ne hai ricevute di denunce!

No so, oramai ho deciso di non contarle più! Tanto le vinco tutte io. E chi mi denuncia lo sa.

Qual è stata la denuncia più strana che hai ricevuto e che proprio non ti aspettavi?

Quella ricevuta assieme a Sabina Guzzanti, con la quale ho collaborato, per il programma RAIOT, che abbiamo scritto a più mani per Raitre e che adesso è sepolto sotto la censura. A denunciarci fu lo studio legale di Previti, il quale ci accusava di aver danneggiato l’immaggine di Mediaset. Non si sa perché se a sentirsi danneggiata è Mediaset a denunciarci poi è Previti. Cosa c’entrano l’una con l’altro? Poi la cosa comica è stata la denuncia in sé: Previti affermava che avevamo intaccato la regolarità della borsa, facendo crollare le azioni Mediaset e ci ha accusato di aggiotaggio. Un delirio bell’e buono, tant’è che il caso è stato archiviato perché “il fatto non sussiste”.

Facciamo un gioco simpatico! Noi ti diciamo dei nomi e tu ci tracci un breve profilo, ok?

Si, si può fare.

Allora, cominciamo: "Flavia Vento".

Molto.... carina!

Gianfranco Micciché.

Che dire. Un tipo davvero... "stupefacente".

L’ex presidente della regione Sicilia, Totò Vasa-Vasa Cuffaro.

E’ uno spudorato. Perché si apposta nei negozietti e nei bar appartati per informare Aiello.


Maurizio Costanzo.

Tessera della Loggia Massonica P2 numero 1818.

Fedele Confalonieri, il presidente di Mediaset.

E’ un conflitto di interessi vivente. Il posto che ha non gli spetta: è di Berlusconi.

Marcello Dell’Utri.

Un pregiudicato da esportazione.

Silvio Berlusconi.

Un vero e proprio anarchico: è a capo di un’azienda dove succede di tutto e di più e lui non sa mai niente.

Cambiamo argomento. E’ ancora possibile fare satira in tv o sui giornali?

La satira ormai è finita. I vari Fiorello, Panariello, Striscia la Notizia, non si possono definire "satira". Questo perché si è asservita al potere o meglio il potente di turno ha capito che proprio la satira riesce a tenere viva l’attenzione della gente grazie alla beffa e, quindi, genera consenso. E’ troppo appetibile per non usarla e quando viene "usata" perde il suo significato.

Un aneddoto che ricorda con piacere?

Quando la TV svedese fece uno spot per dimostrare la propria autonomia dal governo, affermando d’essere un servizio pubblico ma non come la Rai di Berlusconi. Per tutta risposta il nostro governo telefonò irritato per chiedere spiegazioni al governo svedese, chiedendo anche che quella TV si scusasse ufficialmente. Ma il governo svedese rispose che da loro non funzionava così e che non potevano obbligare la TV a fare scelte governative. E’ un bell’aneddoto, dovrebbe far riflettere sulla situazione italiana.

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