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Intouchables, il racconto delle banlieue senza compassione

Il film “Intouchables” ("Quasi amici", in Italia ndr) sta riscuotende un grande successo di pubblico e di critica. Quasi tutto il film è incentrata sulla questione della “compassione” che il protagonista paraplegico Philippe rifiuta da coloro che lo devono assistere. Mentre rimane coinvolto dal modo spontaneo di Driss un disoccupato che accetta di assisterlo solo per adempiere alle norme amministrative per il sussidio di disoccupazione. Mentre tutto ció è certo, il film presenta molti aspetti che abbracciano tutta una situazione storiaca attuale della Francia.

Puó essere utile ricordare che nell'autunno 2005 ebbe luogo in Francia la “révolte des banlieue”. 
Soprattutto nella zona di Parigi, e in misura minore in altre grandi cittá ci furono settimane di scontri tra la polizia e i giovani abitanti delle periferie, in conseguenza della morte di due ragazzi (Bouna Traoré e Zyed Benna ndr) che, braccati dalla polizia, si erano rifugiati in una cabina elettrica dove rimasero fulminati. I giovani delle banlieue non avevano specifiche rivendicazioni di lavoro o altro collegato, anche perché la loro fiducia nel sistema era pari a zero. Esigevano peró “respect”. Forse fu la prima volta che un settore della popolazione si mobilitava per questa rivendicazione: “vogliamo rispetto”. (Da notare che il termine “respect” come esigenza di comportamento è stato adottato anche nel football, negli stadi, sulle maglie dei giocatori di EURO 2012). 

La rivolta delle banlieue fu vissuta in Francia come un fatto traumatico, da un lato Sarkozy che inveiva contro la “racaille” promettendo repressioni contro quella che per lui rappresentava solo una teppaglia, ma d'altro la popolazione cercava di capire questo nuovo fenomeno sociale non inquadrabile nelle lotte operaie, dei comunisti o degli anarchici. Era un settore della popolazione, soprattutto giovani, che aveva rotto la relazione di sottomissione alle istituzioni dello stato, che era stato emarginato da queste, e aveva organizzato la propria esistenza in modo autonomo. E non accettava più di essere oggetto di continue persecuzioni. Cos'erano dunque? Una escrescenza, un corpo estraneo subentrato di soppiatto, una comunitá a parte, una nuova forma di protesta tralasciata dagli studiosi di sociologia?

Nel film “Intouchables” ci sono sprazzi, seppur brevi, di questo quartieri di case popolari, le HLM,
dove Driss, uno dei protagonisti, vive e traffica con i suoi compagni. Ma questi gruppi sono rappresentati come gente viva, schietta, che vive sì di espedienti ma è una umanitá con reali sentimenti che un piano di espressione. Proprio in contrasto con il mondo di Philippe, il paraplegico milionario, dove tutti i rapporti tra le persone sono ingessati in un rituale al quale tutti partecipano, ma nessuno ci crede realmente. E Driss riesce proprio a sbloccare sia Philippe dalla dipendenza della sua condizione, sia il suo stesso ambiente

Il fatto che Driss non consideri il suo rapporto con Philippe come dettato da compassione è proprio dato dal fatto che la sua forma mentale è avulsa da tutti i pregiudizi culturali radicati nell'intorno: se la ride della musica di Vivaldi, che per lui rappresenta la noia o la sala d'attesa dell'ufficio della sicurezza sociale e con il suo CD di "EarthWind&Fire" riesce a tirare fuori dalla gente la voglia di vivere, di scatenare i propri sensi. 

Quasi 20milioni di francesi ha già visto questo film, sorprendendo gli stessi programmatori. Si deve trattare certamente di qualcosa che ha portato alla luce inquetudini della gente, dando loro uno stimolo a guardare le cose aldilá delle apperenze e di come le cose sono propagandate.

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