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Kafka, Amerika

Qualcuno ha detto che ogni tanto bisogna rileggere i classici della letteratura. I romanzi che cento anni fa hanno svelato molte realtá da venire e aperto nuove visioni assumono in questo tempo un valore aggiunto costituito dal fatto che è accompagnato dall’esperienza che il mondo ha vissuto col trascorrere degli avvenimenti. Stando attenti, forniscono anche degli elementi per considerare e valutare la visione che all’epoca si aveva del mondo e dei vari aspetti della vita. Amerika di Kafka è uno di questi scritti che, oltre al piacere della lettura, danno una serie di informazioni e considerazioni che non sono soggette al tempo ma danno una immagine ripulita dalle scorie che la mente ha accumulato per mezzo delle varie propagande politiche.

Amerika è uno dei vari testi scritti da Kafka senza l’intenzione di una sua pubblicazione,ma è una raccolta di scritti sul tema compilati e poi pubblicati da MaxBrod. Kafka non viaggiò mai negli StatiUniti. Descrive peró con precisi dettagli ció che lí succedeva e cosa la gente pensava. E' un esempio di come la capacità di una immaginazione ben educata può supplire con successo l’esperienza diretta.

Detto di passaggio, F.Engels scrisse una descrizione e dettagliata analisi geoantropologica dell’Afghanistan utilizzando le informazioni che assunse da militari, mercanti, sacerdoti: se mi è consentito un giudizio, si tratta di una analisi la piú corretta e la piú inascoltata fatta su questo Paese.

Kafka descrive la fretta, in tutti gli aspetti della vita, come elemento che domina il comportamento delle persone. La fretta non solo per fare presto, ma anche per godere subito quello che c’è da godere. La fretta è alla base dei rapporti di lavoro per conseguire il massimo grado di sfruttamento possibile del personale. L’albergo dove per lo più si svolge l’azione del protagonista Karl Rossman si chiama HotelOccidental e non a caso: costituisce una concentrazione e una versione esasperata del modo di lavorare, dei rapporti tra le persone, del perdersi nel perseguire gli obblighi imposti dalle relazioni sociali.

Kafka descrive la esasperazione con la quale si opera nella attuazione di qualunque compito e al contempo si inoltra nei dettagli. Dettagli che un osservatore comune non riuscirebbe a vedere, perché si tratta di dettagli che stanno nascosti nelle pieghe della realtà. Un clown riesce a portare in evidenza i dettagli che si nascondono dietro la realtá immediata, non solo quella materiale ma anche quella immaginata.

Nel mentre di una azione, la più banale, Kafka descrive dettagliatamente tutto ciò che circoscrive l’oggetto o la persona, la sua storia, le varie implicazioni che hanno fatto sí che quell’oggetto o quella persona fosse quella che ci appare. Tecnica che é appunto usata dal clown quando nell’esperire una azione semplice, succedono tante cose, inconvenienti, problemi da risolvere, nel percorso dal punto A al punto B. Cose che sono sí il parto della fantasia del clown ma allo stesso tempo sono il risultato di una attività di introspezione e ispezione dettagliata della realtà che riesce a mostrare allo spettatore e a sorprenderlo.

Le situazioni che Kafka descrive non sono in generale di cose gradevoli, ma situazioni in cui i personaggi si sono ingarbugliati in problemi che essi stessi hanno creato. Molti racconti di Kafka sono infatti rappresentati in forma di commedia pur avendo un contenuto drammatico. La forma, il modo in cui i personaggi si aggrovigliano nelle loro vicende sono pieni di humour. Del resto come raccontano i suoi biografi, é un fatto che quando Kafka leggeva i suoi scritti agli amici lui stesso si sbellicava di risate. Altra era la reazione degli ascoltatori che si fissavano invece sul contenuto drammatico delle situazioni e reagivano pensosi.

Amerika è anche lo specchio di una societá nuova, non codificata. Il modo di parlare delle persone, di reagire alle situazioni, il modo di camminare, di muovere il corpo, sono prodotti da una reazione spontanea, non pensata di antemano, che dunque puó dare risultati ancora imprevisti. Dando luogo a una produzione di energia sociale che é sconosciuta al vecchio continente. Si tratta di persone provenienti da ogni parte del mondo, la cui storia individuale, della sua famiglia, del suo luogo di origine non interessa e non influisce sul percorso di una azione. Le vicende non seguono un percorso logico basato sulla cultura, sulla conoscenza ma si svolgono secondo una linea che potrebbe dirsi dell’improvvisazione. Un nuovo mondo appunto che da un lato si sente attratto dalla propria natura, dal “richiamo della foresta”ma che allo stesso tempo cerca un punto di riferimento di carattere umano. La soluzione non é data dalla logica ma dall’esplosione di energia e dalla sua direzione.

A cento anni dal racconto di Kafka qualcosa è cambiato, una societá con un potere organizzato è sorta, ma il potenziale di energia che alberga nella popolazione, composta da una polveriera di afroamericani-chicanos-bianchipoveri e che cerca la sua liberazione non é diminuito ma forse aumentato.

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