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Internet fa lavorare troppo gli americani. In Italia, al mare, si naviga sul web

Telefoni di ultima generazione e tablet hanno cambiato la vita delle persone rendendo possibile l’accesso ad internet sempre e dovunque. Secondo una ricerca condotta dalla compagnia Good Technology, su un campione di 1000 clienti, l’80% dedica sette ore del proprio tempo libero ad attività lavorative, per un totale di quasi 30 ore di straordinario in più al mese. 

La tendenza all’ “always-connected”, cioè all'essere costantemente connessi e raggiungibili, è sempre più diffusa come le patologie che da essa provengono. Aumenta lo stress, disturbi del sonno ed è sempre più diffusa la Nomophobia, il terrore di rimanere senza cellulare. Il 68% degli intervistati inizia la giornata controllando la mail ed il 69% non va a dormire senza averlo fatto, il 54% lo fa durante le ore dedicate ad uscite familiari mentre il 38% continua a lavorare durante la cena. Diverse compagnie si stanno attrezzando per invertire questa tendenza, la Volkswagen, per esempio, disabilita gli smartphone dei propri impiegati dopo l’orario di lavoro.

L’Italia non sarà, per fortuna, ancora ai livelli americani ma la tendenza è la stessa. Pochi giorni fa repubblica.it ha pubblicato una lista di spiagge attrezzate per la connessione ad internet, alcune offrono anche un servizio noleggio di dispositivi elettronici. Utile, forse, di fatto gli operatori turistici cercano di rispondere alla crescente domanda dei turisti di collegarsi al web in qualunque momento. Da Venezia, dove l’accesso è libero solo ai residenti, a Reggio Calabria, fino alla Sardegna dove, a breve, sarà operativo un servizio di free wireless. E’ in corso una vera e propria corsa alla modernizzazione, da parte di pubbliche amministrazioni e privati, delle spiagge italiane o, se si vuole, alla contaminazione.

Prepariamoci a mail dal pattino e materassini high tech. Secondo i dati raccolti dalla School of Management-Politecnico di Milano gli italiani che navigano in mobilità sono 10 milioni e arriveranno a 12 entro fine estate. Ben venga se permetterà, a chi ne ha realmente bisogno, di lavorare al mare invece che chiusi tra quattro mura ma, come sempre, attenzione agli abusi.

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