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Internet: dal decentramento della Rete all’accentramento degli utenti

Mentre nuove istituzioni - siti, media, utilities - nascono nella gestione delle più svariate funzioni degli utenti, questi continuano ad accentrare i servizi offerti, legandoli tra loro a volte in maniera molto creativa. Tanto da spingere alcuni dei fondatori di The Pirate Bay a forti ripensamenti.

È un articolo di Le Monde a tirare le fila della situazione attuale della Rete, in un lungo articolo dal titolo inequivocabile: "Bitcoin, BitTorrent, TOR : un Internet decentralizzato per usi centralizzati?".

Il punto è infatti il rapporto tra lo sviluppo frenetico di software, siti, utilities (e media) e il loro uso a volte profondamente creativo degli utenti. Ma in gioco è anche il principio che sta a cardine dell'etica informatica, quello di Internet come strumento di disintermediazione, e quindi democrazia. Tanto che alcuni dei fondatori di The Pirate Bay avrebbero indicato come via quella della chiusura del sito, al fine di lasciare in cambio un sistema decentralizzato, tra le altre cose impossibile da distruggere.

Perché l'offensiva alle violazioni del copyright ha fatto vittime eccellenti, come per la chiusura Megavideo. Che ha di fatto mandato in down ogni sito di download di film, telefilm e anime. Dunque meglio la strada delle cellule dormenti, abbastanza indipendenti da evitare che la caduta di altri siti per violazione della normativa comporti il collasso del sistema.

Anche qui Le Monde fa una panoramica, indicando in BitTorrent, Bitcoin e TOR alcuni degli strumenti divenuti centrali nella rete, offrendo rispettivamente un protocollo per la condivisione dei dati, una moneta elettronica funzionale e un metodo per navigare in anonimato. Quest'ultimo divenuto fondamentale se si considera che la protezione delle informazioni sensibili ha raggiunto un certo rilievo dopo il DataGate.

Per evitare accentramenti, insomma alcune delle istituzioni della "rete libera" si stanno muovendo. Lo fanno contro un modello di accentramento che potremmo definire "top-down", cioè fatto di scelte operate da chi offre il servizio e che solo in un secondo momento arriva a influenzare gli utenti (un esempio possono essere le pratiche di fusione tra aziende che si occupano di un determinato settore). Ancora aperto - e positivamente vitale - è invece l'accentramento "bottom-up", quello che deriva dall'utenza e può risultare funzionale (o anche dannoso) per chi offre il servizio.

Positivamente vitale, perché permette alle aziende di cogliere e sviluppare prodotti in linea con quanto richiesto dagli utenti, se dotate di necessaria lungimiranza. L'integrazione di software e servizi è infatti cosa quotidiana, anche se non ce ne accorgiamo, e lo stesso sistema della rete agevola e incoraggia questo tipo di multi-tasking.

Un esempio banale può essere il giocatore di multiplayer che utilizza sistemi di comunicazione (Hamachi, ma anche Msn) al fine di permettere una migliore comunicazione con i compagni di squadra. Di esempi ce ne sarebberò però a volontà, anche più sofisticati, come l'uso da parte dei reporter di social network per rimanere aggiornati, mentre si lavora con strumenti come YouReporter o Flickr, o l'utilizzo di differenti software, pratica comune del Videomaking o della fotografia.

Una vitalità che potrebbe tornare utile ai servizi in gioco, se non altro per lavorare in maniera più efficace.

Foto: Rock1997/Wikimedia

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