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Inter-Roma meritava di meglio

Siamo certi che il signor Orsato e i suoi assistenti di linea siano delle persone oneste. Dubitiamo, però, che fossero pronti per arbitrare una gara come Inter-Roma. Una sfida che, negli ultimi cinque anni, si è arricchita di significati e acredini sempre maggiori, avrebbe meritato un giudice più blasonato. Dopo due vittorie consecutive nel torneo, la Roma esce dalla Coppa Italia ai quarti di finale dopo aver giocato una buona partita, contro un’avversaria che sembrava lontana parente di quella presa a schiaffi dall’Atalanta pochi giorni fa.

L’Inter di mercoledì sera, infatti, era composta da giocatori reattivi, volenterosi che, a tratti, hanno incantato il pubblico.

D’altra parte, anche questa sfida tra giallorossi e nerazzurri ha rispettato le attese, con un calcio giocato ad alti livelli dall’inizio alla fine. Purtroppo, però, più che della gara siamo costretti a parlare di qualcosa che non ci piace: le scelte arbitrali. Perché le decisioni di Orsato & co hanno orientato la partita fin dal decimo minuto.

Fallo su Vucinic? Fallo di Vucinic. Vucinic riesce a penetrare in area dove viene raggiunto da Samuel e Burdisso: l’intervento a sandwich fa carambolare il montenegrino proprio a due passi da Toldo. Per effetto della spinta, tocca il pallone con un braccio e, quando ormai è carambolato sul prato, spinge la palla in porta con la mano. Orsato decide: Vucinic, che non ha subìto alcuna scorrettezza, è ammonito per fallo di mano.

Sul ribaltamento di fronte l’Inter va in gol, udite udite, con l’ex bomber Adriano. La difesa giallorossa sembra recitare un episodio di Benny Hill. Riise e Juan sbandano e si scontrano, Cicinho pattina e vola a terra. E l’imperatore detronato va in gol.

Il gol del 2-1: chi è quell’omino in fuorigioco? Nella ripresa la Roma riesce a pareggiare con una bordata di Taddei (che sarebbe dovuto uscire per Pizarro se Vucinic non si fosse fatto male).

Ma gli sforzi sono vani perché appena due minuti dopo Ibrahimovic riporta l’Inter in vantaggio con un’acrobazia. A ben guardare, però, il pallone è stato messo in area da un Samuel in fuorigioco. Tutta l’azione, quindi, era da interrompere. E’ vero, il fuorigioco era di pochi centimetri, ma il guardalinee si trovava a due, forse tre metri da Samuel.

Mexes-Ibrahimovic, la baruffa infinita. In occasione dei duelli rusticani tra Mexes e Ibra, Orsato dà ulteriore prova di non saper tenere in mano la partita. Nel preparare Inter-Roma, ci pare difficile che nessuno abbia spiegato all’uomo di Schio che lo svedese è un cultore della provocazione, dei calcetti e delle gomitatine a palla lontana. Altrettanto nota è la pazienza di Mexes: pari allo zero. Se provocato, lui reagisce. Come un ingenuo. Un grave limite per un difensore di livello mondiale.

Dopo una lunga serie di calcioni e di parole dolci e nessun intervento dell’arbitro per calmarli, a pochi minuti dalla fine, Mexes piomba da dietro su Ibra e gli fa perdere l’equilibrio. Ibra bada bene a dare una scarpata al francese, che in tutta risposta gli dà un calcio. Testa a testa fra i due e altri insulti. Arriva l’uomo di Schio, ma si sente buono e non prende alcun provvedimento. Ecco, proprio la fermezza che ci voleva. Siamo abbastanza convinti che se i protagonisti della rissa fossero stati Rustico e Terracenere, sarebbero finiti entrambi negli spogliatoi.

 

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