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Ingroia Agende Rosse e lotta ad ogni forma di mafia

Il movimento del pm Antonio Ingroia sembra destinato a crescere e in queste ora ha trovato il sostegno di molti noti volti della società italiana. Il giornalista Sandro Ruotolo, il vignettista Vauro, la cantante Fiorella Mannoia, il medico Gino Strada e tantissimi altri volti noti stanchi di un’Italia inconsistente e priva di ogni forma di diritto e legalità.

Salvatore Borsellino, il fratello del celebre magistrato ucciso dalla mafia, ideatore del movimento Agende Rosse, in ricordo dell’agenda mai trovata del fratello in cui appuntava tutto, ha deciso di appoggiare Ingroia sin da subito:

Ho sempre sostenuto che il nostro movimento non debba partecipare direttamente alle competizioni politiche, ma qui non si tratta più di una competizione politica, qui stiamo per affrontare la battaglia finale di una guerra.
Da una parte c’è chi con la mafia vuole convivere, tra chi con l’antistato ha condotto trattative e su di esse ha mantenuto uno scellerato silenzio lungo venti anni. Dall’altra parte c’è chi con la criminalità organizzata, con questo cancro che continua a corrodere il nostro paese, vuole seguire la strada di quegli uomini che hanno dedicato la loro vita a questa lotta. … Di chi ha scelto di combatterla senza quartiere, combatterla fini all’ultimo, fino al sacrificio della loro stessa vita. In questa guerra io non posso avere dubbi. Non posso avere esitazioni nel decidere da quale parte stare. Ma stare da una parte non significa stare fermi a guardare, significa buttarsi nella mischia e dare il proprio apporto, versare il proprio sangue. Io porto un nome per cui per me non è possibile entrare direttamente in una competizione elettorale. Il nome di Borsellino appartiene a tutti gli Italiani e non può alcun modo diventare un nome di parte, anche se sono fermamente convinto che questa sia la parte giusta e che ora potrebbe essere giusto farlo. Ma mi sento di potere dire agli appartenenti al mio Movimento, soprattutto ai giovani, che è il momento di slanciarsi in avanti. Non posso mettermi alla vostra testa con la nostra bandiera. ma sarò insieme a voi, davanti a voi, soltanto con il mio nome, Salvatore, con la mia rabbia e con la mia passione. Il mio cognome non appartiene solo a me, ma ciascuno di voi, ciascuno di quelli che nei nostri ideali, Giustizia e Verità, ha sempre creduto e solo per essi ha combattuto, potrà alzare la sua Agenda Rossa, la nostra Agenda Rossa e combattere per quello che essa rappresenta. Si è chiuso il tempo della RESISTENZA, adesso comincia un tempo nuovo, il tempo della RIVOLUZIONE.
Con queste parole forti di entusiasmo e voglia di riscatto si innesca l’entusiasmo di questi giorni per la candidatura a Presidente di Ingroia. Lo spirito è quello del cambiamento, della legalità e della buona politica, cosa oramai scomparsa in Italia, al fine che al sentir parlare di politica la gente scappa.
 
La candidatura fa paura anche alla mafia, secondo il sindaco di Napoli De Magistris, che afferma: “La notizia che i figli del boss Bernardo Provenzano hanno denunciato Antonio Ingroia, assieme all’ex procuratore aggiunto di Palermo, Ignazio de Francisci, testimonia quanto la figura di Ingroia e il suo progetto politico facciano paura alla mafia e a tutta la sua rete di connivenza, anche all’interno delle istituzioni deviate”.
 
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10 punti programmatici che hanno portato alla candidatura di Ingroia iniziano appunto dalla legalià e dalla solidarietà, cemento per ricostruire questo paese. Una inequivocabile richiesta di uno Stato Laico, che assuma differenze sociali di ogni tipo come punto di crescita e non di diversità. Nulla si evolve in uno Stato senza la Scuola Pubblica che sia volano di formazione ed istruzione per i giovani e per chi vi lavora. Inoltre una sanità pubblica, come la scuola e la ricerca non siano soggette alle leggi di mercato e alle forze economiche attorno, nel riconoscimento del merito e impegno.
 
Lo sviluppo economico rispetti il territorio e quindi l’ambiente, i diritti dei lavoratori, la vita delle persone e la salute, e tale sviluppo non è possibile senza la cultura, evidentemente ancora volano fondamentale di questo Stato.
 
Una vera politica antimafia che non voglia contenere il fenomeno Mafia ma l’eliminazione, iniziando dai sistemi in cui è intrinseca, vedi quello politico.
 
Il sistema imprenditoriale possa fare investimento e innovazione in modo facile, senza troppi cavilli burocratici ed un enorme pressione fiscale e tasse.
 
Il ritorno alla democrazia sui luoghi del lavoro a tutela dei lavoratori stessi e il riordino dell’art. 18 che permetta il reintegro sul posto di lavoro qualora una sentenza ritenga illegittimo il licenziamento.
 
A gran voce viene chiesta l’uscita dei partiti da ogni consiglio di amministrazione a partire da quello della Rai e dagli enti pubblici per non condizionare le scelte e dare informazione senza bavaglio. La selezione dei candidati alle prossime elezioni verrà garantita con criteri di merito e competenza e quindi in nome del cambiamento.
 
E infine il ripristino del reato di falso in bilancio, e regole severe per l’incandidabilità dei condannati e di chi è rinviato a giudizio per reati gravi, finanziari e contro la pubblica amministrazione. La questione morale continui ad essere un veto e una pratica comune.
 
E’ per questo che Ingroia non vuole essere secondo a nessuno: “Noi stiamo costruendo un nuovo polo che non è né terzo né quarto, perché non siamo secondi a nessuno. Questo è l’unico, vero polo alternativo al berlusconismo e al montismo“.
 
Nella foto: Salvatore Borsellino fondatore del movimento Agende Rosse

 

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