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Inghilterra-Italia: belli con anima ma senza gol. Ora tocca alla Germania

Non c'è dubbio, la miglior partita dell'Italia in questo torneo, inglesi annichiliti. Non ricordo una vittoria ai rigori che fosse così meritata nell'arco dei 120 minuti. Eppure... eppure non l'abbiamo "vinta", eppure non abbiamo segnato nemmeno un gol. Solo sul palo di De Rossi all'inizio c'entra la sfortuna, ma dopo non si ricordano miracoli di Hart o interventi della dea bendata. Mai vista l'Inghilterra così. "All'italiana"? Se proprio vogliamo definirla "all'italiana", è una bruttissima copia. Gioco difensivo, sì, ma anche ripartenze veloci, pericolose, e la zampata finale, inattesa, di rapina, sono le caratteristiche delle nostre nazionali (chiedere ai tedeschi). Niente di simile hanno saputo proporre ieri gli inglesi. In serie A non gioca così male nemmeno una neopromossa in casa della prima in classifica. 

Ma l'entusiasmo per il trionfo di ieri (ancor più inebriante perché sofferto) non deve farci scordare che l'Italia arriva in semifinale con un record modesto: tre pareggi e una vittoria (sofferta, contro la squadra tecnicamente più scarsa del torneo). Questo per non dimenticarci dei limiti di questa squadra: limiti di qualità e ossessioni prandelliane. E' una squadra che fa una fatica enorme a far gol: 1 su punizione, due da calcio d'angolo e l'unico su azione di Di Natale, che è anche l'unico che la Spagna abbia subito in tutto il torneo (sarà un caso?).
 
Prandelli ha costruito la squadra in funzione della trasformazione di Balotelli in prima punta. Intorno gli ha fatto il vuoto, non convocando nessuna prima punta che potesse fargli ombra. Se, per esempio, avesse convocato Matri, a quest'ora l'avrebbe dovuto schierare al posto di SuperMario. Ebbene, siamo in semifinale ma l'esperimento non è ancora riuscito, andiamo avanti con questo equivoco: la squadra fa gioco, crea palle gol, ma Balotelli non finalizza, non è uno da gol facili. Inoltre Prandelli si è irrigidito su gerarchie assurde: Di Natale lo vede solo come vice di Balotelli, mentre insieme avrebbero potuto alternarsi a seconda delle azioni nei ruoli di prima e di seconda punta, senza dare punti di riferimento. Anche l'altra sera, Di Natale sarebbe dovuto entrare al posto di Cassano, non Diamanti (e meno male per lui che non ha sbagliato il rigore), e forse avremmo segnato entro i 120 minuti.

Poi c'è l'equivoco Cassano: possibile che nessuno veda che li sente tutti i mesi di inattività per l'operazione al cuore? Non corre senza palla; anche quando ha lo spunto, non ha la velocità d'esecuzione che serve né la precisione, sbaglia un'infinità di palloni. Potrebbe semmai tornare utile negli ultimi trenta minuti della partita, quando i ritmi sono più lenti e le squadre meno compatte.

L'altro equivoco di questa squadra è a centrocampo: abbiamo il centrocampo a 3 più forte d'Europa, eppure Prandelli insiste a giocare a quattro, con una sorta di rombo il cui vertice alto non è qualitativamente all'altezza: ci sono volute tre partite per far fuori Motta, troppo lento e scarso; ma anche Montolivo in quel ruolo non ha mai sfondato e non ci gioca da anni (anche se ieri non ha fatto malissimo).

Dopo tutto, però, se costruisci una decina di palle gol pulite in 120 minuti diventa più difficile prendersela con l'allenatore, anche se i suoi errori restano e complicano non poco la vita. Sfatato invece il pregiudizio secondo cui le squadre di Prandelli non avrebbero la cattiveria e la grinta necessarie. Questa squadra anima e orgoglio ce le ha eccome.



Menzione speciale per Pirlo, che gioca una partita strana. Sbaglia troppi palloni durante i '90 minuti (ma ne gioca un'infinità), se li fa strappare dai piedi, e in una circostanza la combina grossa regalando la palla agli avversari che ripartono in contropiede. Non è brillantissimo in questo Europeo, non è continuo, evidentemente pesa una stagione giocata ad altissimi livelli. Si accende e si spegne, eppure riesce ad essere determinante. Dalla metà del secondo tempo e nei supplementari sale in cattedra (complice un centrocampo inglese meno asfissiante, con Gerrard a metà servizio), illumina il gioco e conclude la gara con quel "cucchiaio". Il calcio non è una scienza, non lo sapremo mai, ma mi piace pensare sia stato decisivo, che abbia provocato i due errori inglesi e infuso sicurezza nei compagni.

Un rigore del genere incute nell'avversario il senso di una certa ineluttabilità, taglia le gambe, fa evaporare la convinzione. E' come un grido: "Spostatevi, siamo più forti". Un fenomeno.

Ora il classico dei classici: Italia-Germania. I tedeschi hanno l'occasione di prendersi una storica rivincita. Tutto sembra giocare a loro favore: hanno giocatori di qualità; due centravanti implacabili e in forma; due giorni in più di riposo; mentre all'Italia rischiano di mancare De Rossi ed entrambi i terzini di destra. Ma se la staranno già facendo sotto. Troppe volte li abbiamo beffati, l'ultima, non troppo lontana: nel 2006 in casa loro, a Dortmund.

PAGELLE (rigori inclusi): Buffon 7 Abate 6,5 Bonucci 7 Barzagli 6,5 Balzaretti 6 Marchisio 6 Pirlo 8 De Rossi 6,5 Montolivo 6 Cassano 4 Balotelli 5; Maggio 6 Diamanti 6 Nocerino 7; Prandelli 5

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