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Incendio in un campo rom in provincia di Napoli

Nel rogo restano uccisi due cittadini stranieri. E’ tragedia della disperazione nella terra dei veleni.

Ancora arriva inesorabile e puntuale l’ennesima tragedia della disperazione e del degrado nell’area a nord di Napoli tristemente nota come la Terra dei Fuochi

Nella zona del campo rom di Giugliano in Campania si è sviluppato un grosso incendio che ha distrutto tre baracche e numerosi cumuli di rifiuti. Nulla di nuovo insomma se non fosse per il fatto che stavolta tragicamente sono stati rinvenuti, dai vigili del fuoco, i corpi carbonizza di due persone tra le macerie. 
 
L’ennesima tragedia del degrado in una terra abbandonata dalle istituzioni ad un far west di illegalità autogestito dalla camorra con l’aiuto di una manovalanza di immigrati e disperati vari. Nel caso specifico, più che ad un campo rom infatti siamo di fronte ad una “monnezzopoli” di dimensioni spaventose dove sorgono baracche improvvisate abitate da disperati che vivono ben al di sotto della soglia minima di dignità umana, rovistando tra i rifiuti e bruciando copertoni per ricavarne rame da rivendere. 
 
Una terra che non può più accoglierli, non certamente perché inospitale, ma perché sta morendo essa stessa, soffocata da agenti inquinanti altamente velenosi, discariche improvvisate, roghi tossici e un’ epidemia di tumori senza precedenti nella storia dell’umanità. Incredibile che ci siano ancora politici e magistrati che pensano che lasciar vivere degli esseri umani come ratti sia segno di accoglienza e di integrazione. 
 
Ma c’è da meravigliarsi? Del resto si tratta della stessa sinistra che dice di essere dalla parte dei lavoratori e propone un fisco inquisitore e la moneta elettronica come alternativa alla crisi. Qui in Campania la crisi però non è soltanto economica ma morale e soprattutto umanitaria
 
C’è sgomento e disperazione e soprattutto sfiducia nelle istituzioni e nel futuro di questa nazione ed avere un ministro della salute come Renato Balduzzi non fa altro che alimentare questa tragica sensazione di impotenza. 
 
Baracche tra la spazzatura come accampamenti di sioux dalle quali si alzano colonne di fumo marcio di copertoni e plastica, baracche che fanno da casa centinai di minori che non possono e non devono continuare a vivere questo orrore. Puzza di morte ovunque qui, una puzza che soffoca e annebbia la mente. 
 
Uno stato che non può garantire un ambiente salubre e delle condizioni di vita almeno dignitose per i propri cittadini non può pensare di ospitare bambini di altre etnie. Che razza di esperimento è mai questo?
 
Di Antonio Casolaro
Questo articolo è stato pubblicato qui

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