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 Home page > Attualità > Cultura > In un batter di ciglia: il potere dell’Intuito

In un batter di ciglia: il potere dell’Intuito

Nel libro “In un batter di ciglia. Il potere segreto dell’intuito”, il giornalista scientifico Malcolm Gladwell narra diversi aneddoti americani, per provare a dare scientificità ad un concetto molto popolare e indefinito.

Il segreto dell’intuizione sembra risiedere nel concentrarsi in due o tre tipi di informazioni che rappresentano le variabili fondamentali, invece di perdersi nella continua ricerca e valutazione di molti dettagli. Via via che riceviamo informazioni la nostra sicurezza sulle nostre decisioni aumenta, ma in misura del tutto sproporzionata rispetto alla reale correttezza di quelle decisioni (Stuart Oskamp). Gli eccessi di informazioni possono ingannare molto facilmente e creano i vari problemi che affliggono la società di oggi e colpiscono in eguale misura gli esperti e la gente comune. Ad esempio per quanto riguarda i sintomi predittivi di infarto in caso di dolori al petto, è molto meglio considerare tre fattori principali invece di fare riferimento al sesso o alla “razza”.

Il risultato dell’ECG andrebbe combinato con la risposta a queste tre domande (algoritmo di Goldman): 1) il dolore del paziente è angina incostante? 2) c’è del liquido nei polmoni? 3) la pressione sanguigna sistolica è inferiore a 100? (Brendan Reilly, Cook County Hospital di Chicago). Oppure pensiamo ad un esempio di tipo militare: molto spesso capita che la parte di grandi dimensioni e più forte, “il gigante”, rimane impastoiato da una miriade di norme, regolamenti e procedure, mentre la parte apparentemente più debole, “il piccoletto”, si organizza e fa quel che gli pare (Paul Van Riper, Marines in pensione). Alcuni cervelloni “dicono che se si possiede un’intelligence migliore, se si riesce a vedere tutto, non si può perdere… Ma mettiamo che tu abbia davanti una scacchiera. C’è qualcosa che non puoi vedere? No. Ma puoi essere sicuro di vincere? No, perché non puoi vedere quello che sta pensando l’altro” (Paul Van Riper).

E accade spesso che, proprio come nel caso di una donna che dice di apprezzare certe caratteristiche di un uomo, che poi magari non si riscontrano nell’uomo che sta frequentando, è molto difficile trovare coerenza tra quello che le persone dicono e quello che fanno. “Noi, come esseri umani, abbiamo questo problema: ci raccontiamo delle storie. Siamo un po’ troppo pronti a dare spiegazioni di cose per le quali in realtà non abbiamo una spiegazione… Bisogna che accettiamo la nostra ignoranza e che diciamo più spesso “non lo so”. Quando si chiede a qualcuno di spiegare un suo processo di pensiero, specie di un pensiero proveniente dall’inconscio, dobbiamo stare molto attenti a come interpretare la risposta. Nelle storie d’amore lo capiamo bene. Sappiamo di non poter descrivere razionalmente il tipo di persona di cui ci innamoreremo: per questo ci si dà appuntamento e si esce insieme, per verificare le nostre teorie su chi ci attrae... Ciò che accade è che del perché qualcosa ci piace o non ci piace escogitiamo una ragione che suona plausibile, dopodiché adattiamo la nostra vera preferenza per adeguarla a quella ragione che suona plausibile (Galdwell). “Un credo è come una ghigliottina, altrettanto pesante, altrettanto leggero” (Kafka).

Quindi l’intuizione a volte si lascia ingannare dagli stereotipi. Ad esempio accade che nelle competizioni presidenziali americane vince quasi sempre il candidato più alto e nelle cariche dirigenziali le persone più alte sono statisticamente più rappresentate di quelli con un’altezza media (l’etologia ci potrebbe spiegare la cosa con il fatto che il membro più alto di un gruppo di scimmie risulta molto spesso anche il più forte). “Vi siete mai chiesti come è possibile che tante persone mediocri arrivino a occupare posti di potere in aziende e istituzioni? Il punto è che, anche per le cariche più importanti, le nostre scelte sono molto meno razionali di quanto pensiamo. Vediamo uno spilungone (o spilungona) e non capiamo più niente” (Gladwell).

Quindi la cosa fondamentale da fare è di affinare la capacità di conoscere la nostra mente e di imparare a leggere quella degli altri attraverso le loro reazioni (o non reazioni): il tono di voce, i comportamenti non verbali e le innumerevoli scintille dei loro occhi.

P.S. Molto spesso “I computer sono inutili: ti sanno dare solo risposte” (Pablo Picasso) e “Con le volpi bisogna comportarsi da volpi” (Tomas Fuller).

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